Nella notte è stato raggiunto un accordo tra i sindacati del settore bancario Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin e il gruppo Unicredit. Al centro dell’intesa, il ricambio generazionale, l’occupazione e un rinnovato impegno sulla formazione del personale. Inizialmente, l’azienda prevedeva una riduzione dell’organico per 1.600 dipendenti, ma il numero è stato ridimensionato a 1.000, con una riduzione del 38% rispetto all’inizio delle trattative. Un traguardo reso possibile anche grazie all’attivazione di percorsi di formazione finanziata (Fba) per 600 lavoratori, erogati dall’academy interna del gruppo. Questi programmi di formazione prevedono una robusta componente didattica, con molte ore di formazione in aula, volte a potenziare le competenze dei dipendenti e supportarli nel reinserimento in rete. Entro il 2025, 200 di questi lavoratori saranno infatti ricollocati nelle filiali, contribuendo al rafforzamento della forza lavoro. Inoltre, l’accordo prevede l’uscita volontaria e incentivata di 1.000 dipendenti, dei quali circa 270 sono già inclusi nell’accordo precedente. A fronte di queste uscite, sono state concordate 500 nuove assunzioni, alle quali si aggiungono 250 assunzioni per garantire il turnover naturale. Insieme ai percorsi di riqualificazione e formazione, queste misure rappresentano una risposta concreta alle sfide della trasformazione digitale del settore bancario e alla necessità di sviluppare nuovi modelli di business.
L’accordo conferma il ruolo centrale della formazione, con un incremento delle giornate di “smart learning” – la possibilità per i lavoratori di seguire la formazione da casa – portate da 5 a 7. Questo aspetto risulta fondamentale non solo per migliorare le competenze del personale, ma anche per favorire una migliore conciliazione tra vita privata e lavoro. Sul fronte del welfare aziendale, è stato inoltre aumentato il valore del buono pasto, che raggiungerà gli 8 euro, con un incremento distribuito in due tranche: 0,50 euro a partire da marzo 2025 e il resto a gennaio 2026. È stato anche confermato il rinnovo della polizza sanitaria per il biennio 2026-2027 alle stesse condizioni dell’accordo precedente, per un valore di 1.200 euro annui pro capite, e la proroga della polizza Tmc per i mutui, ritenuta fondamentale per il supporto ai dipendenti.
Maggiore valorizzazione
Nel rispetto dei risultati ottenuti nel 2024 e dell’impegno del personale, le parti hanno concordato di sviluppare entro febbraio 2025 un piano di valorizzazione del capitale umano (VAP), con l’obiettivo di riconoscere il contributo dei lavoratori. Un altro passo importante è stato compiuto in tema di welfare, con l’introduzione di un permesso retribuito aggiuntivo di tre giorni per l’assistenza ai familiari in difficoltà. Una misura che testimonia l’impegno del gruppo e delle sigle sindacali nella costruzione di un ambiente di lavoro sempre più inclusivo e attento alle esigenze delle persone. Secondo Stefano Cefaloni, coordinatore della Fabi nel gruppo Unicredit, l’accordo rappresenta un traguardo significativo, che premia l’impegno sindacale nel garantire il ricambio generazionale e il bilanciamento occupazionale all’interno del gruppo. «Riteniamo che l’accordo raggiunto costituisca un importante risultato per la centralità strategica della formazione, elemento che di fatto consente la piena occupabilità, sterilizzando l’insorgere di potenziali nuovi esuberi», ha affermato Cefaloni, aggiungendo che l’intesa raggiunta conferma il ruolo del sindacato come garante di una buona e nuova occupazione. Cefaloni ha inoltre sottolineato i progressi ottenuti in materia di welfare, ricordando non solo l’aumento del buono pasto e l’estensione delle giornate di formazione da casa, ma anche la flessibilità ottenuta nell’utilizzo delle ferie e l’introduzione di nuovi permessi retribuiti per la genitorialità. L’accordo è stato il frutto di un confronto serrato, ma costruttivo, tra le parti, che hanno dimostrato un reciproco rispetto delle rispettive posizioni.