Nel 2023 4,9 milioni di italiani, pari all’8,4% della popolazione con più di 16 anni, non hanno potuto permettersi un pasto completo a base di carne, pesce o equivalente vegetariano almeno ogni due giorni. Anche la possibilità di mangiare fuori casa con amici o parenti è diventata un lusso inaccessibile per molti: 2,9 milioni di persone, il 5,8% degli italiani over 16, non possono sostenere questa spesa mensile. Sono alcuni dei dati preoccupanti emersi dal quinto rapporto di ActionAid sulla povertà alimentare in Italia, intitolato ‘I numeri della povertà alimentare in Italia a partire dalle statistiche ufficiali’, che evidenzia un netto peggioramento rispetto agli anni precedenti. Il rapporto registra un’inversione di tendenza allarmante dopo anni di calo. Rispetto al 2022, il tasso di deprivazione alimentare materiale è aumentato di un punto percentuale, pari a 500mila persone in più che si trovano in difficoltà nel garantire un’alimentazione adeguata. Lo stesso aumento si riscontra anche nella deprivazione alimentare sociale, con altre 500mila persone che hanno dovuto rinunciare a momenti conviviali fuori casa. Complessivamente, questi dati riflettono un incremento di circa un milione di individui in difficoltà in soli dodici mesi. La povertà alimentare non si limita alla sola mancanza di cibo. È un fenomeno complesso e multidimensionale, influenzato da fattori come l’istruzione, le condizioni abitative e l’accesso al mercato del lavoro. ActionAid sottolinea come questa condizione comporti non solo effetti materiali, come la malnutrizione e il deterioramento della salute, ma anche gravi ripercussioni psicologiche, specialmente sui bambini. La mancanza di cibo adeguato e di interazioni sociali può infatti compromettere il benessere emotivo, causando senso di esclusione e isolamento.
Conseguenze materiali e psicologiche
La deprivazione alimentare materiale, definita dall’impossibilità di consumare un pasto nutriente ogni due giorni, e quella sociale, ovvero l’impossibilità di partecipare a momenti conviviali almeno una volta al mese, sono quindi due facce di uno stesso problema che colpisce le famiglie italiane in modo sempre più diffuso.L’aumento della povertà alimentare in Italia è il risultato di un peggioramento delle condizioni economiche e di un’erosione del potere d’acquisto, amplificata dall’insufficienza delle misure di sostegno. Negli anni precedenti, l’introduzione del Reddito di cittadinanza aveva contribuito a una riduzione della deprivazione alimentare, che era passata dal 9,9% nel 2019 al 7,5% nel 2022 per quanto riguarda la deprivazione materiale e dal 6,9% al 4,8% per quella sociale nello stesso periodo. Tuttavia, nel 2023 questi numeri sono tornati a salire, invertendo i progressi ottenuti e mostrando la crescente vulnerabilità delle famiglie italiane. Negli ultimi cinque anni, gli aiuti alimentari distribuiti sono aumentati del 40%, un segnale dell’aumento della domanda di supporto. L’incremento dei costi alimentari, insieme alla stagnazione dei salari e alla diminuzione della capacità di spesa, ha reso sempre più difficile per molti italiani sostenere il costo di una dieta bilanciata e nutriente.
Dati preoccupanti
Nonostante l’aumento della povertà alimentare, l’Italia resta ancora sotto la media europea. A livello Ue, infatti, la deprivazione alimentare materiale interessa il 9,5% della popolazione, mentre la deprivazione sociale si attesta al 7,8%. Mail recente aumento dei tassi italiani evidenzia un peggioramento delle condizioni di vita delle famiglie nel nostro Paese, richiamando l’attenzione sull’urgenza di adottare misure più efficaci. Di fronte a questo scenario, diventa essenziale adottare interventi strutturali per contrastare la povertà alimentare. Le organizzazioni come ActionAid sottolineano la necessità di politiche pubbliche più incisive, che vadano oltre l’assistenza temporanea. Si richiedono misure che affrontino le cause profonde della povertà, migliorando l’accesso all’istruzione, favorendo l’inclusione nel mercato del lavoro e garantendo un reddito sufficiente a soddisfare le esigenze alimentari di base.