Ogni due secondi, in un mondo segnato da crisi climatiche e conflitti armati, nasce un bambino destinato alla fame. Questo è uno dei dati sconvolgenti del nuovo rapporto pubblicato da ‘Save the Children’, che evidenzia la tragica diffusione della malnutrizione e dell’insicurezza alimentare. L’Organizzazione internazionale, attiva da oltre un secolo, sottolinea come il 2023 abbia visto un incremento allarmante della fame a livello globale, colpendo circa 733 milioni di persone, ovvero 1 individuo su 11. Tra loro, oltre 17,6 milioni di bambini sono nati in condizioni di fame, un aumento del 20% rispetto al 2013. La situazione è particolarmente critica a Gaza, dove il conflitto ha lasciato 1,1 milioni di bambini, l’intera popolazione infantile della Striscia, in uno stato di grave insicurezza alimentare. Daniela Fatarella, Direttrice Generale di ‘Save the Children Italia’, ha dichiarato: “Quando un bambino non ha nulla da mangiare, è la fame a divorare il suo mondo, spegnendo ogni energia, curiosità e voglia di imparare. È inaccettabile che debbano affrontare anche questa sofferenza, oltre alla violenza della guerra”.
Nel contesto dei conflitti armati, la fame si è rivelata un’arma terribile: le violenze e la distruzione delle infrastrutture fondamentali, come scuole e ospedali, lasciano intere comunità senza mezzi di sussistenza e costringono le famiglie a decisioni disperate, come il matrimonio precoce e il lavoro minorile. L’insicurezza alimentare causata dai conflitti coinvolge circa 135 milioni di persone in 20 Paesi, e ‘Save the Children’ denuncia la situazione nei territori palestinesi occupati, dove l’accesso agli aiuti umanitari è estremamente limitato, aggravando ulteriormente la crisi alimentare.
Crisi climatica
La situazione è resa ancora più drammatica dalla crisi climatica, responsabile di alti livelli di insicurezza alimentare per circa 77 milioni di persone, di cui 33 milioni sono bambini. Tra eventi estremi come inondazioni e siccità, i sistemi alimentari locali sono sempre più fragili, esponendo milioni di persone a un futuro incerto. La Somalia, per esempio, ha recentemente vissuto una prolungata siccità, seguita da inondazioni, che hanno portato il 21% della popolazione a livelli critici di insicurezza alimentare.Se il presente è allarmante, le previsioni per il futuro non sono meno inquietanti. Entro il 2030, si stima che 128,5 milioni di bambini soffriranno di malnutrizione cronica, circa il 19,5% della popolazione infantile mondiale, con quasi la metà dei casi concentrati nell’Africa occidentale e centrale. La malnutrizione è già una delle principali cause di mortalità tra i bambini sotto i cinque anni, ed è responsabile di numerose malattie croniche che segnano profondamente l’infanzia e il futuro di milioni di bambini.
In risposta a questa emergenza, ‘Save the Children’ ha lanciato la campagna #lafamemangiaibambini, che mira a raccogliere fondi per garantire accesso a cibo terapeutico, acqua e cure mediche per i bambini colpiti dalla malnutrizione. La campagna vede la partecipazione di testimonial come Cesare Bocci, Michela Andreozzi, Tosca D’Aquino e altre celebrità italiane, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e coinvolgere la popolazione nella lotta contro la fame.
Azioni immediate
La Direttrice Fatarella ha affermato: “È fondamentale mettere in atto azioni immediate per salvare vite e affrontare le cause strutturali dell’emergenza fame. Per questo, chiediamo al governo italiano e alle istituzioni internazionali di sostenere gli interventi di emergenza e investire nella resilienza dei servizi per l’infanzia, come salute, nutrizione, educazione e protezione”.