Negli ultimi dieci anni i prezzi nominali delle abitazioni nei Paesi dell’Unione europea hanno subìto un aumento significativo, con una crescita media del 66,6%. L’analisi condotta da Abitare Co., società di intermediazione e servizi immobiliari, su dati Eurostat, mette in evidenza come l’Italia, con un incremento dell’8,8%, si collochi agli ultimi posti tra i Paesi membri, superando solo la Finlandia (+5,5%). In testa alla classifica svettano i Paesi dell’Est Europa, che hanno registrato crescite a tre cifre, con l’Ungheria (+168%), la Lituania (+114,2%) e la Repubblica Ceca (+111,7%) ai primi posti. Il quadro europeo evidenzia una netta differenza tra l’Europa dell’Est e il resto del continente. Nella top 12 delle nazioni con i maggiori incrementi decennali dei prezzi delle abitazioni, ben dieci appartengono all’Europa orientale, dove la domanda di immobili è esplosa. Solo Portogallo (+105,7%) e Paesi Bassi (+83,2%) si inseriscono tra le nazioni occidentali con aumenti rilevanti.
Al contrario, i maggiori Paesi dell’Europa occidentale, come Francia (+31,2%), Spagna (+47,6%) e Germania (+49,2%), hanno registrato tassi di crescita decisamente più contenuti, pur rimanendo nettamente superiori a quelli dell’Italia.
Il mercato immobiliare italiano
Nonostante l’andamento nazionale complessivamente piatto, alcune città italiane mostrano performance divergenti. Milano si distingue nettamente con un aumento del 49% dei prezzi delle case negli ultimi dieci anni, molto al di sopra della media nazionale dell’8,8%. Bologna (+33%) e Firenze (+19%) seguono a distanza, dimostrando comunque una certa dinamicità del mercato immobiliare locale. Tuttavia, non tutte le città italiane mostrano segni di ripresa. Napoli ha registrato un modesto +2%, mentre città come Roma (-13%), Genova (-33%), Torino (-5%) e Palermo (-21%) hanno visto una riduzione dei prezzi, segno di mercati immobiliari stagnanti o in calo. La situazione romana, in particolare, sorprende, visto il peso della capitale, ma riflette probabilmente una combinazione di eccessiva offerta, scarsa domanda e problemi economici locali.
Le città più care d’Europa
Quando si confrontano i prezzi delle abitazioni nelle capitali dei 27 Paesi membri dell’Ue, emerge una nuova gerarchia. Le città dell’’uropa orientale, che dominavano la crescita dei prezzi, cedono il passo alle metropoli occidentali più costose. Al vertice della classifica delle città con i prezzi immobiliari più elevati troviamo Lussemburgo, dove un’abitazione di 70 metri quadrati usata in buone condizioni costa in media 791.000 euro, seguita da Parigi, con un prezzo medio di 707.000 euro (10.100 euro al metro quadrato). Al di sopra dei 500.000 euro troviamo anche Amsterdam (532.000 euro) e Stoccolma (504.000 euro), seguite da Vienna (483.000 euro), Copenhagen (455.000 euro) ed Helsinki (416.500 euro). Milano si posiziona all’8° posto con un costo medio di 385.000 euro per un appartamento di 70 metri quadrati, confermandosi tra le città più care d’Europa, mentre Roma si attesta al 13° posto con un prezzo medio di 308.000 euro. Le città dell’Est Europa, che avevano dominato la crescita percentuale dei prezzi, risultano invece tra le più economiche per acquistare casa, con Tallin (105.000 euro), Sofia (119.000 euro) e Bucarest (126.000 euro) in fondo alla classifica. Le principali città italiane: confronto internazionale Estendendo l’analisi alle principali città italiane, si osserva una chiara discrepanza nei prezzi di vendita. A Firenze, per acquistare un’abitazione usata in buone condizioni di 70 metri quadrati, sono necessari circa 231.000 euro, mentre a Bologna il prezzo medio si aggira sui 206.500 euro. Altre città come Torino (175.000 euro), Napoli (171.500€ euro, Genova (154.000 euro) e Palermo (133.000 euro) presentano prezzi molto più bassi, simili a quelli delle capitali più economiche d’Europa come Atene, Bucarest o Sofia.