“Oggi i Parlamenti nazionali legiferano sulla base di scelte che hanno unito gli Stati in forme sempre più avanzate di cooperazione. Nessun Paese può pensare di risolvere da solo le questioni globali connesse alla crescita economica, alle sfide delle migrazioni o a quelle sempre più complesse dell’Intelligenza Artificiale e della sicurezza cibernetica”. Con queste parole ieri pomeriggio il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha preso parte all’inaugurazione del G7 dei Parlamenti di Verona all’interno del Museo di Castelvecchio in una tre giorni che vedrà la presenza dei Presidenti dei Parlamenti più industrializzati del mondo (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti).
Piattaforma di dialogo
Mattarella ha sottolineato l’importanza storica di questo incontro tra i Presidenti delle Camere Basse dei Paesi del G7, definendolo “un momento fondamentale nella vita di questa organizzazione”. Ricordando le origini dell’incontro, Mattarella ha evidenziato come il primo summit di questo genere sia stato tenuto a Roma nel 2001, quando i Paesi del G7 decisero di istituire un forum annuale dedicato alla diplomazia parlamentare. Il summit, ha spiegato, arricchisce il calendario internazionale, offrendo un’importante piattaforma di dialogo tra le principali democrazie del mondo. “In questa fase storica questo evento assume un valore determinante per il futuro delle nostre società. Democrazia, libertà e pace sono valori che trovano origine e tutela nelle istituzioni parlamentari”.
Durante il suo intervento Mattarella ha richiamato l’eredità di David Sassoli, indimenticato Presidente del Parlamento europeo, ribadendo il suo appello al coraggio e all’impegno costante nella difesa e nel rafforzamento della democrazia: “I nostri sistemi democratici devono costantemente adattarsi ed evolversi per soddisfare le nuove realtà che affrontiamo”, ricordando quindi le parole di Sassoli. “La democrazia si costruisce ogni giorno. Siamo coraggiosi, non dobbiamo averne paura. La democrazia è fatica di ogni giorno e nessuno meglio di chi opera nei Parlamenti ne è consapevole e sa che questo è un compito ineludibile di lealtà verso i propri concittadini”.
Ordine infranto
Un passaggio il Presidente lo ha dedicato anche all’aggressione russa all’Ucraina “che cerca di distruggere ciò che nel tempo abbiamo costruito, ovvero un ordine internazionale fondato sul diritto, sul dialogo, sulla pace, per valori condivisi. Un ordine purtroppo violato in numerose altre occasioni”. E dunque “alle democrazie del G7 compete ripartire da questo nucleo di condivisione di valori. I nostri Parlamenti, insieme, possono e devono immaginare strumenti e modalità di cooperazione che consentano, ascoltando le istanze dei nostri cittadini, di tutelare le libertà dei nostri popoli, ricostruire quell’ordine che è stato barbaramente infranto”.
Parola a Fontana
A presiedere il G7 dei Parlamenti, il Presidente della Camera Lorenzo Fontana che ha dato il via all’evento sottolineando in primis l’importanza di perseguire una pace giusta, un obiettivo condiviso che non riguarda solo il presente, ma anche le future generazioni: “Lo sviluppo è possibile solo con la pace”, le sue parole, auspicando che da Verona possa nascere un nuovo approccio per cercare la pacificazione attraverso il dialogo. Nel primo giorno di incontri, Fontana ha ribadito che il G7 dei Parlamenti rappresenta un’occasione per rafforzare la cooperazione internazionale e affrontare insieme le sfide globali. Il focus sulla pace è stato centrale, con il Presidente della Camera che ha fatto riferimento alle guerre in Ucraina e Medio Oriente, descrivendole come un “brusco risveglio” per l’Europa. Conflitti, ha spiegato Fontana, che hanno mostrato la fragilità delle attuali strutture di sicurezza e la necessità di un impegno collettivo per il mantenimento della stabilità.
Il Presidente della Camera ha inoltre evidenziato come la situazione nel Mar Rosso, con le sue implicazioni sulla libertà e sicurezza dei commerci, sia un tema di forte preoccupazione per le economie globali: “Non dobbiamo dimenticare le minacce ibride, i pericoli legati ai cyberattacchi, i rischi, ma anche le opportunità, dell’Intelligenza artificiale. Sono situazioni che riguardano tutti in un mondo globale. È necessario quindi acquisire le migliori pratiche e condividere linee guida per garantire la sicurezza”.
Aliyev da Mattarella e Meloni
La giornata di ieri del Capo dello Stato Sergio Mattarella, oltre che dalla sua presenza nel pomeriggio a Verona, è stata contraddistinta in mattinata dall’incontro al Quirinale con il Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian Ilham Aliyev, in una colazione di lavoro che ha visto presente anche il Vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani. Aliyev nel pomeriggio ha poi avuto un bilaterale con il Premier Giorgia Meloni. Secondo quanto riportato da una nota ufficiale di Palazzo Chigi, il colloquio ha confermato la rilevanza della cooperazione italo-azera, considerata strategica per entrambe le nazioni. I due leader hanno discusso a lungo della possibilità di espandere la collaborazione non solo nel campo dell’energia, ma anche in altri settori di interesse comune. In particolare, l’Italia si è impegnata a sostenere la stabilità e la prosperità della regione caucasica, sottolineando l’importanza di promuovere la normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbaigian, con l’obiettivo di giungere a una pace duratura tra i due Paesi. Tra i temi di discussione, è stato evidenziato anche il cosiddetto Piano Mattei, un progetto di sviluppo volto a rafforzare le sinergie tra l’Italia e i Paesi dell’area del Mediterraneo e del Caucaso, con un’attenzione particolare alle questioni energetiche e ambientali.
A margine dell’incontro, è stata annunciata la firma di tre protocolli d’intesa tra la compagnia italiana Eni e l’azienda energetica azera Socar, che mirano a rafforzare la sicurezza energetica, a promuovere la riduzione delle emissioni di gas serra e a sviluppare la produzione di biocarburanti. A margine dell’incontro, è stata annunciata la firma di tre protocolli d’’ntesa tra la compagnia italiana Eni e l’azienda energetica azera Socar, che mirano a rafforzare la sicurezza energetica, a promuovere la riduzione delle emissioni di gas serra e a sviluppare la produzione di biocarburanti.