giovedì, 19 Settembre, 2024
Società

Mattarella: “Dalla Chiesa esemplare servitore della Repubblica”

Le più alte istituzioni dello Stato ricordano la morte del Generale, ammazzato con la moglie Emanuela e l’agente di scorta 42 anni fa a Palermo

Il 3 settembre 1982 una pioggia di proiettili spezzò la vita del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, Prefetto di Palermo e simbolo della lotta contro la mafia, insieme a quella della moglie, Emanuela Setti Carraro, e dell’agente di scorta Domenico Russo. L’attentato, avvenuto in via Carini nel capoluogo siciliano, rappresenta uno degli episodi più drammatici della storia italiana e segna una ferita ancora aperta nella memoria collettiva del Paese.E ieri le più alte cariche istituzionali, a partire dal Presidente della Repubblica, hanno voluto rende omaggio alla memoria di uno dei più illustri uomini dello Stato. “Quel barbaro agguato”, le parole di Sergio Mattarella, “contro un esemplare servitore della Repubblica rappresentò una delle pagine più funeste dell’attacco della criminalità organizzata alla convivenza civile”. Ma nel contempo, ha sottolineato ribadito che que vile attentato non è riuscito a indebolire l’impegno dello Stato per i valori di legalità e giustizia, valori che Dalla Chiesa aveva difeso con determinazione nei diversi ruoli ricoperti nell’Arma dei Carabinieri e, infine, come Prefetto di Palermo.

Coraggio e responsabilità

Mattarella ha poi sottolineato come la memoria di quanti, come Dalla Chiesa, si sono opposti al terrorismo e alla mafia continui a rappresentare un forte richiamo per coloro che oggi rivestono responsabilità pubbliche, così come per l’intera società civile e le giovani generazioni, indicando che il coraggio e la responsabilità sono virtù fondamentali per il progresso della nostra democrazia.Il discorso ha anche toccato l’importanza del contributo delle donne e degli uomini della Magistratura, delle Forze dell’Ordine, della Pubblica amministrazione, e del mondo del lavoro “che contribuiscono, con il loro apporto, a tenere alta la guardia, a contrastare e denunciare prevaricazione e violenza, a riconoscere e sventare modalità nuove e insidiose di infiltrazione criminale” Il Presidente ha esortato la società a rimanere vigile e a riconoscere le nuove modalità di infiltrazione criminale, ricordando l’essenziale ruolo della scuola, dei media e degli altri ambiti educativi nel promuovere una cultura della legalità che rigetti ogni compromesso con la mentalità mafiosa, “rafforzando democrazia, sviluppo, coesione sociale”.

“Esempio e guida”

Il coraggio e la dedizione di Dalla Chiesa, per il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, “sono per noi un esempio e una guida. È nostro dovere onorare la sua memoria continuando con determinazione il suo impegno”. Il sacrificio delle tre vittime, per il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, “rappresenta il nostro impegno quotidiano contro la mafia”. “Il loro sacrificio rappresenta un esempio di eroismo e dedizione nella lotta contro la criminalità organizzata, un Male che va estirpato con ogni mezzo possibile”, il pensiero del Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.

La figura di Dalla Chiesa (e non solo) è stata ricordata anche dal Presidente del Senato Ignazio La Russa, il quale ha parlato di un uomo che ha dedicato tutta la vita a contrastare, con rigore e dedizione ogni forma di criminalità: “Fu tra i principali e più efficaci protagonisti del contrasto alle Brigate Rosse e al terrorismo degli anni settanta e, con lo stesso spirito, si era messo al servizio dello Stato contro la mafia, come Prefetto di Palermo. Emanuela Setti Carraro era una donna forte e risoluta, che non ebbe paura di restare al fianco del marito e di sostenerlo nei momenti di maggiore difficoltà. Domenico Russo un agente di polizia che stava adempiendo con coraggio e spirito di sacrificio al proprio incarico”.

Servitore dello Stato

Il Generale Dalla Chiesa, per il Presidente della Camera Lorenzo Fontana, è stato un autentico servitore dello Stato, “cui ha dedicato e immolato la propria vita, dopo aver dato un contributo fondamentale nella lotta al terrorismo, aveva intrapreso con fermezza e rigore una serrata e coraggiosa attività di contrasto alla criminalità organizzata mafiosa, nella piena consapevolezza dei rischi connessi al suo ruolo”. Lo ha definito un uomo onesto e coraggioso la Ministra per l’Università e Ricerca Anna Maria Bernini, “la cui dedizione ci ricorda ancora oggi quanto sia preziosa la libertà e quanto sia importante continuare a difenderla, giorno dopo giorno, con passione e determinazione”. Non c’èmodo migliore per onorare i caduti della strage di 42 anni fa, per il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ieri alla Cattedrale di Palermo per la commemorazione, “che proseguire con determinazione nell’azione di contrasto alla mafia, non solo attraverso la repressione delle azioni criminali, ma anche con il recupero alla collettività dei beni provento di traffici illeciti”. Sulla stessa lunghezza d’onda la Vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli: “Rendere omaggio al generale Dalla Chiesa” vuol dire non solo onorarne la memoria, ma tenere sempre viva dentro di noi la fiamma della lotta contro la criminalità organizzata, perché è nostro dovere non venire mai meno a questa battaglia, in difesa del Paese, dei cittadini e della legalità”.

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