giovedì, 12 Settembre, 2024
Politica

Urso allʼattacco di Stellantis: “Il governo ha fatto la sua parte, ma lʼazienda non mantiene gli impegni”

Al Meeting di Rimini anche Tajani: il tema sullo Ius Scholae tiene in fibrillazione la maggioranza

Sono stati il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e il leader di Forza Italia Antonio Tajani gli ospiti più attesi della seconda giornata del Meeting per lʼamicizia fra i popoli di Rimini, in programma nella cittadina romagnola fino a domenica. Con il primo che ha trattato in particolare il tema legato a Stellantis, non mandandole a dire a Fiat e Stellantis. E con il titolare della Farnesina che è tornato a parlare dello Ius Scholae ribadendo che il tema è assolutamente attuale e quindi va discusso, anche se Lega e Fratelli dʼItalia ne farebbero volentieri a meno.

Urso: attendiamo risposte

Ma di certo la mattinata allʼinterno della Sala Neri Generali-Cattolica, nellʼambito del panel ʼMade in Italy e filiere produttiveʼ, è stata contraddistinta appunto da un durissimo attacco di Urso nei confronti di Stellantis, chiedendo a gran voce risposte concrete riguardo al progetto della Gigafactory a Termoli. “Tocca alla Fiat assumersi la responsabilità sociale, tocca a Stellantis rilanciare lʼauto in Italia. Il governo ha fatto la sua parte, lʼazienda no, aspettiamo risposte da troppo tempo”. Il Ministro ha ricordato che nel giugno del 2023 il Ceo di Stellantic, Carlos Tavares, chiese di rimuovere lʼostacolo dellʼEuro 7 e anche un piano incentivi commisurato alla produzione in Italia: “Abbiamo fatto entrambe le cose.

Abbiamo varato un piano incentivi sullʼauto da 1 miliardo di euro. Le nostre azioni erano volte a sostenere lʼazienda per sostenere lʼoccupazione. Ripeto, se Stellantis non ci risponde positivamente e velocemente sul progetto della Gigafactory a Termoli, le risorse del Pnrr saranno dirottate altrove. Non possiamo perderle perché Stellantis non mantiene gli impegni”. Poi Urso ha ʼinviatoʼ un ulteriore staffilata a Tavares: “Penso che il compenso dei manager dovrebbe essere commisurato non solo ai dividendi degli azionisti, cosa che reputo comunque giusta, ma anche alla sostenibilità sociale del Paese, agli occupati che realizza”.
Urso ha poi criticato la possibilità che Stellantis presenti contratti di sviluppo che possano ridurre lʼoccupazione, dicendo che lʼesecutivo si aspetta invece progetti che contribuiscano a rafforzare il mercato del lavoro. Urso ha poi espresso la necessità di avere almeno un altro produttore di automobili in Italia per soddisfare la domanda interna e supportare lʼintera filiera produttiva.

Il richiamo di Sbarra

Ospite del convegno, anche il Segretario generale della Cisl Luigi Sbarra che ha colto lʼoccasione per sottolineare di come la crisi nel settore automobilistico italiano si sia aggravato, con la produzione del gruppo Stellantis che ha fatto registrare un calo del 25% nel primo semestre del 2024 rispetto allo stesso periodo dellʼanno precedente: “Se non si interviene con norme per prorogare la cassa integrazione nel 2025, rischiamo di perdere circa 25mila posti di lavoro”, ha avvertito Sbarra, evidenziando quindi lʼurgenza di misure governative per evitare una crisi occupazionale di vasta portata. “È venuto il tempo che Stellantispresenti un serio progetto industriale e indichi chiaramente quali investimenti, quali nuovi modelli, quali nuove garanzie sotto il profilo produttivo e occupazionali. Non si può tirare troppo la corda”, la chiosa di Sbarra.

Costo dellʼenergia

Tornando a Urso, nel corso del suo intervento ha affrontato anche il problema del costo dellʼenergia, indicandolo come una delle sfide principali per il futuro economico dellʼItalia: “Si risolve sviluppando energie rinnovabili e programmando la produzione di energia nucleare nel nostro Paese. Non c’è altra soluzione, anche il gas è in via di transizione”, le sue parole, annunciando nel contempo che il governo sta pianificando lʼinstallazione di reattori di terza generazione avanzata in aree dove sono richiesti.

Il Ministro ha anche annunciato lo sviluppo di un piano casa strutturale, in collaborazione con i ministeri dellʼEconomia, delle Infrastrutture e del Lavoro, insieme a Confindustria e ai sindacati. In pratica si permetterà alle imprese di realizzare alloggi per i propri lavoratori, un passo importante per migliorare le condizioni di vita dei dipendenti e supportare la crescita delle piccole e medie imprese. Urso ha anche detto che la legge annuale sulle Pmi sarà presentata al Consiglio dei Ministri tra settembre e ottobre.

Ius Scholae

Il pomeriggio riminese ha quindi visto protagonista il Vicepremier Antonio Tajani, ospite del panel ʼPercorsi per la paceʼ. Ma il tema del momento, per il governo, riguarda lo Ius Scholae, che prevederebbe il riconoscimento della cittadinanza per i giovani con background migratorio nati in Italia o arrivati prima del compimento di una certa età, che abbiano frequentato regolarmente la scuola italiana per almeno un ciclo scolastico. E pure ieri il leader azzurro è stato chiaro: anche se non rientra nel programma dellʼesecutivo, è un argomento attuale su cui andare avanti: “Essere italiano, essere europeo, ed essere patriota non è legato a sette generazioni, ma a quello che sei tu. Non sono un pericoloso lassista che vuole aprire le frontiere a cani e porci, ma la realtà italiana è questa e dobbiamo pensare a quello che sono gli italiani oggi”.

Insomma, per Tajani lʼargomento deve essere discusso: “Abbiamo la nostra opinione, come su altri punti che non sono nel programma e che vengono sottolineati da altri alleati: ne parliamo. Però non è che perché un tema non è nel programma di governo non se ne può parlare. Non impongo niente a nessuno, ma non voglio neanche che nessuno imponga qualcosa a me, quindi sono libero di parlare”. Ricordiamo che di fronte a questa apertura di Forza Italia, la reazione della Lega è stata netta e contraria. Il partito guidato da Matteo Salvini ha ribadito la sua opposizione a qualsiasi modifica delle attuali leggi sulla cittadinanza, considerando lo Ius Scholae come una concessione eccessiva e potenzialmente dannosa per la coesione sociale del Paese.

E ieri anche Fratelli dʼItalia, per bocca del Capogruppo alla Camera Tommaso Foti, ha fatto sapere di essere sulla stessa lunghezza dʼonda del Carroccio: “Nel programma di governo non cʼè questo argomento e non c’è neanche nei singoli programmi dei partiti. Gli elettori hanno votato un programma: è legittimo discutere di questioni esterne al programma, ma c’è il fondato dubbio che questo sia un argomento speculare dell’opposizione per creare confusione nella maggioranza”. Chi invece si è detto favorevole allo Ius Scholae è il leader di Noi moderati Maurizio Lupi: “Non cʼè nessuna spaccatura nella maggioranza, si può affrontare il tema senza pregiudizi sia nella coalizione sia con un dialogo aperto in Parlamento”.

Pace nel Dna dellʼUe

Tajani si è poi soffermato sul tema del panel ʼPercorsi per la paceʼdi cui è stato tra i relatori, dicendo che la politica ha la massima responsabilità nellʼuso delle armi e nella decisione di entrare in conflitto, sottolineando come le forze armate siano uno strumento al servizio della pace, piuttosto che della guerra, evidenziando dunque il delicato equilibrio che deve essere mantenuto tra lʼusodella forza e gli sforzi diplomatici. Il Ministro ha anche elogiato il lavoro degli italiani impegnati in missioni allʼestero, sottolineando il rispetto e lʼapprezzamento che essi godono nelle aree di operazione: “I militari del nostro Paese che si trovano fra Serbia e Kosovo sono amati dai serbi e dai kosovari”, le sue parole,aggiungendo che lo stesso vale per le truppe italiane in Libano. Ha anche aggiunto che lʼEuropa tutta dovrebbe avere una voce unica per portare un messaggio di pace: “Nel Dna dellʼUe cʼè la pace, ma spesso è troppo debole perché non ci sono strumenti efficaci”.

Durante il convegno, Tajani ha anche sottolineato lʼimportanza del sostegno italiano agli sforzi internazionali per risolvere il conflitto tra Israele e Gaza: “Noi stiamo sostenendo gli sforzi degli Stati Uniti. Non è facile, purtroppo Hamas continua a fare una serie di richieste che non so quanto Israele possa accettare”. Il Ministro ha ribadito l’impegno del governo nel promuovere la pace, sottolineando che “la guerra non serve a nessuno, non fa bene a nessuno”. Ha poi illustrato come l’Italia, insieme a Gran Bretagna, Francia e Germania, stia lavorando per dare un nuovo impulso ai colloqui di pace, cercando di coinvolgere non solo l’Unione Europea, ma anche singoli Stati membri in un’azione comune per porre fine ai conflitti.

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