Il ministero della Difesa russo ha annunciato di avere colpito con un missile a testata termobarica il sito di dispiegamento di mercenari stranieri nella periferia meridionale di Sudzha, nella regione di Kursk. Le armi termobariche sono composte quasi al 100% da combustibile esplosivo che risucchia l’ossigeno e sono notevolmente più potenti – e la loro esplosione dura più a lungo – degli esplosivi convenzionali dello stesso peso. La risposta russa all’attacco ucraino con armi termobariche alza il livello della guerra che potrebbe sfuggire al controllo. Nelle zone di confine nel Kursk sono state evacuate quasi 80 mila persone. Il presidente dell’agenzia atomica russa Rosatom, Alexey Likhachev, in un colloquio con il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, ha detto che le azioni delle forze armate ucraine nella regione russa di Kursk costituiscono una “minaccia diretta” alla centrale nucleare della regione. Anche la Bielorussia ha mobilitato truppe e schierato i sistemi missilistici al confine. Per il Presidente Lukashenko, “qualsiasi provocazione non resterà senza risposta”. Aumenta la tensione che potrebbe innescare un’escalation incontrollabile.
Stato di allerta nelle regioni di frontiera
Mosca, comunque, attraverso il ministero della Difesa dichiara che continuano i combattimenti nella regione di Kursk e l’esercito “continua a respingere il tentativo di incursione al confine da parte delle forze armate ucraine” con l’uso congiunto di aerei e artiglieria. Il Presidente Putin ha convocato d’urgenza il Comitato nazionale anti-terrorismo e ha dichiarato lo stato di allerta per le regioni, sulla frontiera con l’Ucraina, di Belgorod, Briansk e Kursk. Nell’annunciare la misura il Comitato fa riferimento “all’intento senza precedenti” dell’Ucraina di destabilizzare la situazione in diverse regioni, in particolare quella di Kursk dove le forze ucraine hanno causato “vittime tra la popolazione civile e distruzione di edifici civili”. Quindi, conclude la nota, “al fine di garantire a sicurezza dei cittadini e reprimere la minaccia di atti terroristici da parte di formazioni nemiche di sabotaggio” è stato dichiarato lo stato di allerta. La misura permette di interrompere le reti di comunicazione, arrestare cittadini senza averli identificati, sequestrare veicoli, intercettare comunicazioni telefoniche e online e trasferire i residenti di queste regioni in “zone sicure”.
La bomba termobarica
L’ordigno termobarico utilizzato dall’esercito russo in risposta all’attacco ucraino nella regione di Kursk fa sì che l’ossigeno si trasformi in una fiammata, la pressione spappola organi e corpi e per questo è un’arma convenzionale considerata tra le più micidiali mai sviluppate. L’ordigno è denominato anche “bomba a vuoto” perché “all’atto dell’esplosione priva dell’aria l’ambiente nel quale deflagra”. In termini tecnici, una bomba termobarica funziona in due fasi: una carica esplosiva disperde combustibile nell’aria, che si trasforma a contatto con l’ossigeno in una nuvola infiammabile che può infiltrarsi in edifici, tunnel, ambienti non sigillati. Una seconda carica accende la nuvola, generando un’esplosione ad alta temperatura e un’onda d’urto prolungata, con una pressione e un calore che devastano l’area nel raggio d’azione. I caccia russi ne hanno sganciata una di nuova generazione da 500 chilogrammi. Molto più piccola rispetto all’ordigno da 7 tonnellate sviluppato nel 2007 che ha una potenza esplosiva simile a quella di un’arma nucleare tattica.
L’Onu: in Ucraina più morti civili
Intanto l’Onu sforna statistiche: il mese di luglio ha registrato il piu’ alto numero di vittime civili in Ucraina dall’ottobre 2022, diventando così il mese più sanguinoso della guerra. Lo ha reso noto la Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina (Hrmmu). Gli attacchi coordinati lanciati dalle forze armate russe in tutta l’Ucraina l’8 luglio, in risposta all’incursione di Kiev, che hanno ucciso decine di persone in un solo giorno, hanno reso il mese scorso eccezionalmente mortale. “L’attacco dell’8 luglio ha spinto il numero delle vittime civili a un livello che non vedevamo da 20 mesi”, ha affermato Danielle Bell, responsabile dell’Hrmmu. La violenza legata al conflitto, a luglio, ha ucciso almeno 219 civili e ne ha feriti 1.018. Il numero di vittime civili il mese scorso è stato il più alto da ottobre 2022, quando la violenza legata al conflitto aveva ucciso 317 civili ferendone 795. La maggior parte dei danni alla popolazione civile è stata causata da armi esplosive con effetto ad ampio raggio e la maggior parte dei danni si è verificata nel territorio controllato dal governo ucraino.