Secondo vari dati Istat, l’agriturismo è l’attività multifunzionale più praticata nell’agricoltura italiana (il 38% delle aziende agricole con attività connesse sono agriturismi) e rappresenta la forma di diversificazione agricola più diffusa e capillarmente distribuita nelle aree rurali italiane, mostrandosi fondamentale per il mantenimento delle strutture stesse. Il mercato agrituristico si compone di 294mila posti letto, ovvero circa il 6% di quelli totali registrati in Italia in tutte le tipologie di strutture ricettive, di oltre 14mila piazzole per campeggiatori e di 532mila posti a tavola. A questo si somma poi l’ampia gamma di attività (didattiche, sportive, culturali, ricreative) e servizi- anche rivolti alla persona, come l’agricoltura sociale.
Questo vero e proprio modello turistico nostrano ha rivisto negli ultimi anni una crescita sostanziosa dopo i drastici cali pandemici. Secondo i dati di ISMEA-Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo e Alimentare- raccolti nel report Agriturismo del 2023, l’offerta agrituristica italiana vede 25 390 strutture agrituristiche operative, segnando un aumento del 24% nel periodo 2011-2021, per un totale di 1,5 miliardi di fatturato nell’anno 2022, il primo di riassestamento dopo l’emergenza Covid-19. Sul totale, gli alloggi hanno una rilevanza dell’81% sul totale, seguiti rispettivamente dalle attività ricreative, dalla ristorazione, dallo sport e dall’escursionismo.
Come anticipato, il 2022 in particolare aveva segnato un momento di grande ritorno delle attività secondarie legate all’agriturismo, con un aumento del 21% rispetto all’anno precedente. E questo grazie a un flusso di oltre 4 milioni di turisti, con un grande ritorno degli stranieri per un +74,8%. Inoltre, anche il mercato domestico ha intravisto una crescita, addirittura del 53,6% rispetto a dieci anni prima. E la ciliegina sulla torta arriva dai dati sui pernottamenti: 15 milioni e 570 mila, di cui 6 su 10 di turisti esteri.
Il 2024 secondo Confagricoltura
Tuttavia, l’estate attuale parrebbe non riconfermare gli ottimi risultati del periodo appena trascorso. Infatti, secondo il presidente di Agriturist Augusto Congionti: “Le richieste vanno a rilento, sono soprattutto per soggiorni brevi e le prenotazioni last-minute rendono difficile fare previsioni”. Solo il 20% delle strutture totali ha raggiunto nuovamente gli ottimi livelli delle passate stagioni, con un afflusso turistico che vede una netta minoranza italiana a fronte dell’ingente quantità di turisti stranieri, provenienti soprattutto dal Nord Europa. Il vero cambiamento sta dunque nella durata del pernottamento, ma anche nella tipologia di clientela: alle famiglie si sono sostituite sempre di più le coppie, più agevoli ed economicamente sostenibili, soprattutto nel lungo termine.
Ma questo non sembra affatto frenare gli investimenti di un settore che comunque garantisce un fatturato eccellente. Come rimarca nuovamente Congionti: “Le nostre aziende agrituristiche, capaci di valorizzare la cultura e le tradizioni dei territori, stanno investendo sempre più per migliorare ulteriormente la qualità e la quantità dei servizi offerti. Ci aspettano sfide importanti, percorsi da valorizzare, primi fra tutti il turismo esperienziale e il cicloturismo.” La tendenza resta quindi a favore del settore agrituristico, che attualmente vede non solo il coinvolgimento di oltre il 60% dei comuni italiani, ma anche la possibilità di riscrivere le logiche culturali e di genere, con una preponderanza dei servizi offerti gestiti da donne.