“Le risorse stanziate per il credito di imposta a favore delle imprese localizzate nella Zes unica si confermano del tutto insufficienti a promuovere gli investimenti in beni strumentali, impianti e attrezzature nelle regioni del Mezzogiorno realizzati tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2024.” Lo sostiene la Cna che sottolinea come l’Agenzia delle Entrate sulla base delle risorse disponibili, ha fissato al 17,6668% la percentuale di credito di imposta effettivamente fruibile, che riduce drasticamente il beneficio fiscale: in Abruzzo passa dal 15% al 2,65%, in Puglia dal 50% all’8,83%, in Sicilia dal 60% al 10,60%. “Valori che non consentono di incentivare investimenti produttivi nelle aree del Mezzogiorno, già penalizzate dall’esclusione degli investimenti di importo inferiore a 200 mila euro, in prevalenza realizzati da micro e piccole imprese.”
Pnrr a rilento
La Confederazione chiede “una maggiore focalizzazione su artigiani e micro e piccole imprese, che costituiscono la quasi totalità del sistema produttivo, specialmente nelle regioni meridionali. Invece, con la fine del credito d’imposta, non esistono più agevolazioni per le imprese di questa area. Potenziare l’economia delle regioni del Mezzogiorno e ridurre il divario tra nord e sudrimangono priorità imprescindibili per accrescere la competitività del Paese e consolidare il ruolo dell’Italia nell’Unione europea.” Cna, inoltre, ritiene anche che il Pnrr procede a rilento, e dei circa 80 miliardi previsti per il 2023 si è speso circa la metà. Dal punto di vista dell’Associazione, “investire entro il 2024 almeno 20 miliardi non ancora impiegati garantirebbe nuova linfa all’economia, soprattutto nell’ambito degli investimenti pubblici e delle infrastrutture.” Il sostegno agli investimenti, inoltre, richiede un tempestivo rifinanziamento della legge Sabatini e, in particolare, l’estensione della Zes anche nelle Marche.
Estensione nelle Marche
Secondo l’Istat, spiega Cna, nei prossimi quattro anni gli over 60 marchigiani aumenteranno dell’8%, a fronte di un calo del 4% della popolazione compresa tra i 18 e i 59 anni. Se da un lato la sostituzione di risorse preziose ma ormai prossime alla pensione necessita di una nuova classe professionale attiva nei settori più richiesti, con particolare attenzione all’intelligenza artificiale e alle energie rinnovabili, dall’altro impone una riflessione sulle sorti della piccola e media impresa locale. Secondo i dati di Movimprese-Camera di Commercio delle Marche, nel primo trimestre del 2024 la provincia di Ascoli ha registrato un tasso di crescita delle imprese del -0,32%, con 384 iscrizioni e 456 cessazioni, il migliore del panorama regionale ma non per questo meno preoccupante in ottica presente e futura.
Imprenditoria vuole contributi
“Come Associazione ribadiamo la necessità di scaricare a terra in maniera efficace i fondi del Pnrr e di estendere la Zes anche al Piceno – dichiarano Arianna Trillini e Francesco Balloni, presidente e direttore della CNA di Ascoli Piceno – in modo da dare continuità alle misure di sostegno alla ricostruzione sul piano materiale e immateriale. L’imprenditoria del futuro non potrà fare a meno del contributo delle nuove generazioni, che meritano di essere coinvolte appieno in un percorso di rinascita che dovrà necessariamente tener conto anche delle attuali difficoltà sul piano del consolidamento e del finanziamento delle startup.”