domenica, 7 Luglio, 2024
Cultura

Il 93% dei prodotto Dop e Ipg nasce nei piccoli Comuni

La ricerca di Symbola-Coldiretti

Il 93% delle produzioni tipiche italiane è radicato nei piccoli comuni con meno di cinquemila abitanti, un vero e proprio scrigno di gusto e biodiversità che gioca un ruolo fondamentale nel turismo estivo. Secondo lo studio Coldiretti/Symbola ‘Piccoli comuni e tipicità’, ben 2 italiani su 3 (65%) che andranno in vacanza nell’estate 2024 visiteranno un borgo, riscoprendo così la ricchezza enogastronomica del Paese. Il rapporto evidenzia l’importanza della legge n.158/17, a firma Realacci, che promuove la valorizzazione dei piccoli comuni. Questa normativa ha permesso di mettere in luce un patrimonio enogastronomico di altissimo valore, spesso lontano dai principali circuiti turistici.

Nei 5.538 piccoli comuni italiani, che rappresentano il 70,1% del totale dei comuni e ospitano poco più di 10 milioni di persone, si produce il 93% dei prodotti di origine protetta (DOP e IGP) e il 79% dei vini italiani più pregiati. Questa realtà produttiva dimostra come la diversità culturale si traduca in valore economico e sociale.

I numeri del successo

Il Piemonte guida la classifica con il maggior numero di piccoli comuni (1.045), seguito da Lombardia (1.038) e Campania (345). Dei 321 prodotti a denominazione di origine riconosciuti dall’Unione europea, 297 provengono da piccoli comuni. Questo include la produzione di tutti i 54 formaggi a denominazione, il 98% dei 46 oli extravergini di oliva, il 90% dei 41 salumi e prodotti a base di carne, l’89% dei 111 ortofrutticoli e cereali e l’85% dei 13 prodotti di panetteria e pasticceria. Inoltre, i piccoli comuni assicurano il 79% dei vini più pregiati, rendendo il Made in Italy una garanzia di qualità nel mondo. Le 279 mila imprese agricole che operano in questi territori lavorano quotidianamente per preservare le colture storiche, proteggere il territorio dal dissesto idrogeologico e mantenere vive le tradizioni alimentari.

Tra i prodotti che si realizzano esclusivamente in piccoli comuni troviamo eccellenze come il Formai de Mut dell’Alta Valle Brembana, il Castelmagno, la Robiola di Roccaverano, il Pecorino di Picinisco, la Melanzana Rossa di Rotonda, il Fagiolo Cannellino di Atina e molti altri.

Innovazione e tradizione

Ermete Realacci, Presidente di Fondazione Symbola, sottolinea l’importanza dei piccoli comuni non solo per la loro valenza enogastronomica ma anche come modelli di un’economia più a misura d’uomo, che combina tradizione e innovazione. “I piccoli comuni sono una straordinaria opportunità per l’Italia: un’economia più a misura d’uomo che punta su comunità e territori, sull’intreccio fra tradizione e innovazione, fra vecchi e nuovi saperi. Possiamo competere in un mondo globalizzato se innoviamo senza cancellare la nostra identità”, dichiara Realacci.

Ettore Prandini, Presidente nazionale di Coldiretti, aggiunge che i piccoli borghi rappresentano un motore turistico e una risorsa strategica per il rilancio economico e occupazionale del Paese. Comunque la sfida maggiore rimane quella di contrastare lo spopolamento, che mina la sostenibilità di questi territori.

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