mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Economia

Corte dei Conti. Carlino: evasione diffusa, estendere i controlli

Il procuratore Silvestri: lavoro, tutela insufficiente della sicurezza

“Priorità italiana: misure selettive per garantire famiglie e bilancio”. Guido Carlino, presidente della Corte dei conti, indica la strada da percorrere in un prossimo futuro. Una via obbligata per tenere insieme un Paese che ha più di un affanno. Dati, riflessioni, e indicazioni sono emerse nell’Aula delle Sezioni riunite della sede centrale della Corte dei conti. Presenti all’udienza per il Giudizio di parificazione del Rendiconto generale dello Stato per l’esercizio finanziario 2023, le più alte cariche istituzionali, con loro il presidente della Corte dei conti, Guido Carlino. Diverse le relazioni con gli interventi dei presidenti di coordinamento delle Sezioni riunite in sede di controllo, Enrico Flaccadoro e Carlo Chiappinelli e la requisitoria del procuratore generale della Corte dei Conti, Pio Silvestri.

Salvaguardare i diritti incomprimibili

In apertura dell’udienza il presidente della Corte dei conti Guido Carlino ha esposto considerazioni in merito al controllo svolto. La Corte dei conti invita il governo ad una “una prudente ponderazione, volta a potenziare la sorveglianza degli indicatori sensibili con misure diversificate, via via più selettive, che garantiscano favorevoli impatti per famiglie e imprese e ricadute positive sui conti e sulla qualità dei servizi”. L’attuale priorità per l’economia italiana, ha affermato il presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, “risiede nel rendere compatibili la migliore qualità nella composizione delle entrate e delle spese e il graduale rientro del disavanzo, nell’ambito di un piano pluriennale che incoraggi il costante e duraturo aggiustamento dei conti pubblici e ponga il rapporto debito-Pilin una direzione stabilmente in calo, coniugando accortezza fiscale e ritmi di miglioramento economico e sociale più sostenuti”. Il tutto con il concorso del sistema delle autonomie, da ridisegnare, secondo Carlino, “nel rispetto delle prerogative costituzionali e di salvaguardia di diritti incomprimibili”.

Controlli anti evasione

Il presidente di coordinamento delle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei Conti, Enrico Flaccadoro, è stato chiaro nel chiedere: “Controlli più estesi contro evasione diffusa”. Alle banche dati tributarie, sul cui pieno e completo utilizzo permangono difficoltà, dovrebbe essere affiancata “una maggiore frequenza dei controlli, non limitati alle posizioni rilevanti ma caratterizzati da un’azione più estesa, necessaria per contrastare l’evasione diffusa che tuttora caratterizza la situazione italiana”, ha osservato il presidente Flaccadoro, durante il suo intervento. “Guardando all’azione dell’amministrazione tributaria per il recupero del gettito, se crescente rilievo assume l’invio delle cosiddette lettere di compliance, continuano ad essere inferiori ai risultati pre-pandemia (e a ridursi ancora nel 2023) gli accertamenti dell’Agenzia delle entrate: oltre 175mila contro i circa 190mila del 2022 e i 267mila del 2019 (quelli ordinari)”.

Superbonus, bilanci in rosso

Il Procuratore generale, Pio Silvestri ha sottolineato le criticità del Superbonus con le sue “ricadute negative sul bilancio”

Gli effetti negativi di finanza pubblica del Superbonus, “che hanno assunto una dimensione macroscopica, sono ascrivibili all’ampliamento degli obiettivi dell’agevolazione e alle ripetute estensioni temporali della misura, che hanno, appunto, generato un aumento della spesa ben oltre le aspettative iniziali”. Ha sottolineato il procuratore generale della Corte dei Conti, Pio Silvestri che punta il dito anche contro “la diffusione di comportamenti fraudolenti” che “ha contribuito ad ampliare gli effetti finanziari della misura”.

“Investire sulla sicurezza sul lavoro e sistema sanitario”

“Desta perplessità che il bilancio Inail, presenti un ingente ed improprio avanzo annuale (spesso superiore al miliardo), che poco si concilia con il perdurante fenomeno infortunistico – rileva il procuratore generale della Corte dei Conti, Pio Silvestri -. È urgente l’esigenza di una rivisitazione dei meccanismi di finanziamento della prevenzione in chiave di pieno utilizzo delle risorse disponibili, anche rivedendo le procedure, al fine di ottenere una significativa riduzione dei tempi di erogazione delle risorse, onde estendere il numero delle imprese e dei lavoratori beneficiari degli interventi prevenzionali”.

Incidenti sul lavoro

Silvestri ha evidenziato, inoltre, come da alcuni anni si registri “una crescita esponenziale degli incidenti sul lavoro con un numero di vittime sempre più elevato e con costi sociali ormai fuori controllo. Certamente – ha detto- la frammentazione del sistema imprenditoriale fondato sulla piccola impresa, i fenomeni odiosi del caporalato e del lavoro nero favoriscono l’elusione della normativa, che, sulla carta, è tra le più avanzate nel mondo occidentale. Cionondimeno sarà opportuno esaminare le potenzialità di adeguamento del quadro normativo alle varie tipologie di destinatari, con una particolare attenzione alle piccole imprese, che allo stato risentono di carenze organizzative e tecniche in relazione alla necessità di una tempestiva attuazione della legge”.

Sono “necessari ulteriori interventi sul sistema sanitario, che, dopo aver sostenuto uno sforzo corale per limitare gli effetti della pandemia, soffre di una crisi sistemica, accentuata dalla ‘fuga’ del personale sanitario, non adeguatamente remunerato.

Investire in sicurezza

Il Procuratore ha quindi fatto riferimento all’importanza dell’applicazione della normativa in materia di sicurezza e “il carattere strategico e decisivo dell’investimento di quante più risorse possibili nella prevenzione, perché, come recenti studi hanno dimostrato e come rilevato dalla stessa Commissione, la stima del Rop (Return on prevention in materia di infortuni e malattie professionali) valuta che per ogni euro speso per la sicurezza si genera, in termini economici, un ritorno positivo più che doppio, trasformando così la spesa in investimento. Solo una solida struttura di sostegno alla tutela della salute e della sicurezza, in grado di soddisfare le esigenze specifiche delle imprese, può contribuire a ridurre i costi sanitari e gli altri oneri sociali, mentre una tutela insufficiente della sicurezza determina costi elevati per l’intera collettività”.

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