venerdì, 15 Novembre, 2024
Attualità

Meloni all’attacco dell’Ue: “Per i ruoli apicali no alla logica dei caminetti”

Il Premier: “Dalle urne un voto chiaro”. La sponda di Mattarella: “Non si può prescindere dall’Italia”. Oggi e domani il Consiglio Ue

“Non faccio inciuci con la Sinistra, né in Europa né in Italia. Il Patto di stabilità non è inciucio, ma uno dei tanti dossier. Inciucio è essere sfiduciati e mettersi d’accordo con l’opposizione per mantenere il governo”. Parole chiare quelle del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ieri, alla vigilia del vertice di Bruxelles in programma oggi e domani e che potrebbe essere decisivo per la nomina dei vertici apicali dell’Unione europea, ha parlato alla Camera toccando i temi più caldi del momento. Rinnovando il suo attacco alla logica del “caminetto” (espressione che si riferisce a un modo informale e ristretto di prendere decisioni importanti, spesso tra pochi leader o figure di potere, in un contesto chiuso) e al “metodo anti-democratico” nella trattativa sui top job dell’Unione europea, denunciando la modalità della “conventio ad excludendum” che non terrebbe conto delle votazioni dell’8 e 9 giugno scorso (in pratica Ppe, socialisti e liberali avrebbero trovato una quadra sui nomi di Ursula von derLeyen per la Commissione europea, Antonio Costa per il Consiglio europeo e Kaja Kallas come alto rappresentante dell’Ue per la politica estera).

“Vogliamo ciò che ci spetta”

Insomma, nelle parole di ieri del Primo Ministro c’è l’appello al governo ad agire con compattezza e fare gioco di squadra per assicurare che l’Italia sia adeguatamente rappresentata nelle posizioni di vertice dell’Ue, magari con una vicepresidenza con delega di peso per, come quella legata al Pnrr o all’industria. “Dobbiamo lavorare per vederci riconosciuto ciò che spetta al Paese come nazione, non al governo, non a questo o a quel partito”, ha detto il premier esprimendo il suo disappunto per il fatto che l’Italia non sempre abbia ottenuto il peso che le spetta in Europa in passato. “Il messaggio che i cittadini ci hanno consegnato con il voto è un messaggio chiaro, e non intendo farlo cadere nel vuoto”. E dunque ha ricordato come i recenti risultati elettorali nei vari Paesi del vecchio continente abbiano rappresentato una bocciatura delle politiche portate avanti dalle forze politiche al governo in molte delle grandi nazioni: “In Francia, i partiti di governo hanno ottenuto il 16%, in Germania il 32%, e in Spagna il 34%. Solo in Italia il 53% degli eletti è espressione delle forze di governo”. E quindi Meloni è stata durissima nelle critiche verso le modalità con cui i leader europei stanno conducendo le trattative per la formazione del nuovo esecutivo dell’Ue, accusandoli di coinvolgere i liberali, ma di escludere i Conservatori, il gruppo presieduto da Meloni, diventato il “terzo partito in Europa”. Di certo la richiesta di Meloni affinché il Paese abbia un ruolo importante riconosciuto all’interno del prossimo Parlamento Ue ha trovato sponda anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha ricevuto lo stesso Premier e una delegazione di ministri per la tradizionale colazione di lavoro alla vigilia del Consiglio europeo: “Non si può prescindere dall’Italia”, le parole del Capo dello Stato.

“Maggioranza fragile”

L’obiettivo del Premier, nella due giorni belga, sarà quello di ottenere il massimo per l’Italia, confidando nel rapporto personale costruito con Ursula von der Leyen. Il sì del Premier al summit non è scontato, ma potrebbe tradursi in un voto favorevole alla Commissione da parte del gruppo di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, il che non significherebbe comunque aderire alla maggioranza che sostiene il nuovo esecutivo europeo. Una stessa maggioranza, per Meloni, in qualunque modo fragile perché “mettersi d’accordo sui top job non vuol dire avere una maggioranza solida”.

Parte del suo intervento Meloni lo ha dedicato al 31 bracciante indiano morto a Latina dopo un incidente sul lavoro: “Si è trattata di una morte orribile e disumana per l’atteggiamento schifoso del suo datore di lavoro: questa è l’Italia peggiore, che lucra sulla piaga dell’immigrazione senza controllo. Siamo lontani dallo sconfiggere la piaga del caporalato, ma il governo non smette di combattere questa vergogna”. Parole che hanno portato gli applausi dei deputati che si sono alzati in piedi. Simpatico il siparietto della Meloni che ha invitato i Vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, seduti al suo fianco, a fare lo stesso: “Ragà, alzateve pure voi”, le sue parole in romano.

Nel corso dell’audizione Meloni ha poi parlato delle priorità della nuova legislatura: economia, migranti, green deal, difesa. “Bisogna rendere l’Ue un luogo dove sia conveniente investire, è necessario non disturbare chi vuole fare, creare le condizioni per chi vuole investire di farlo meglio, significa disboscare pesantemente la selva burocratica e amministrativa. Il prossimo presidente della Commissione dovrebbe immaginare una delega specifica alla sburocratizzazione. Credo che l’Ue, culla della civiltà occidentale, non possa tollerare che un crimine universale come la schiavitù sia tollerato sotto altre forme”.

Medio oriente

Un passaggio della sua audizione Meloni lo ha poi dedicato al tema del conflitto in Medio Oriente, parlando dell’interesse dell’Europa a fare di tutto per trovare una soluzione di pace “che non può che essere basata sul principio di due popoli due stati con il diritto di Israele pienamente riconosciuto da tutti gli attori regionali di vivere in pace senza aggressioni e il diritto del popolo palestinese di avere un proprio stato da far crescere e prosperare”. Ha poi ricordato che l’Italia sostiene la proposta di mediazione degli Stati Uniti coadiuvata dalla collaborazione di Egitto e Qatar per un cessate il fuoco immediato, il rilascio di tutti gli ostaggi e un significativo aumento dell’assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza: “Su questo argomento l‘Europa deve giocare un ruolo decisamente più attivo”.

Le repliche di Schlein e Conte

Non sono mancate le critiche a Meloni da parte della Segretaria del Pd Elly Schlein che ha preso la parola alla Camera durante le dichiarazioni di voto: “Spero che il Premier porti a Bruxelles le priorità del nostro Paese e non quelle della sua famiglia politica, perché purtroppo queste due cose non solo non coincidono, ma sono in aperta contraddizione. È difficile fare l’interesse della nazione se in Ue ti accompagni con chi porta cartelli con scritto ‘mai un centesimo all’Italia’”. La numero uno dei dem ha poi ironizzato sulle dichiarazioni del Primo Ministro in merito alla non volontà di fare inciuci con la Sinistra: “Non si preoccupi, non siamo disponibili e non lo saremo mai a fare accordi con le Destre in Europa”. Anche il leader del M5S Giuseppe Conte ha voluto dire la sua, criticando Meloni per aver accusato le opposizioni di usare toni da guerra civile: “La smetta con questo finto vittimismo, la guerra civile è stata da voi iniziata quando avete aggredito il nostro Leonardo Donno, episodio che lei non ha neanche condannato: un’altra occasione persa”.

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