In una inversione di tendenza che non accadeva dal 2015, il Sud Italia ha visto il suo PIL crescere più velocemente del Nord Ovest e del Nord Est, mentre il Centro è in stagnazione. Secondo il report di Svimez, l’associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno, il PIL del Paese è salito del +0,9% nel 2023, una decelerazione rispetto al +4% del 2022, ma ancora sopra la media dell’Ue (+0,4%).
Le regioni meridionali hanno guidato la crescita con un +1,3%, contro il +1% del Nord Ovest, il +0,9% del Nord Est e il +0,4% del Centro. La dinamica occupazionale è stata particolarmente favorevole al Sud, con un aumento del +2,6% su base annua, superiore alla media nazionale del +1,8%.
Crescita debole al Centro
La crescita più marcata del Pil meridionale è stata sostenuta principalmente dalle costruzioni (+4,5%), nonostante una contrazione del comparto industriale (-0,5%) e una crescita dei servizi dell’1,8%. Al contrario, il Centro ha registrato una debole crescita del +0,4%, meno della metà della media nazionale, a causa di un calo del valore aggiunto industriale più che doppio rispetto alla media nazionale (-2,6%) e una crescita dei servizi che si è fermata al +1,1%.
Nord in calo per fattori climatici
Nel Nord Ovest, la crescita del Pil, pari all’1%, è stata condizionata dal calo del valore aggiunto industriale (-1,4%) e dalla crescita contenuta delle costruzioni (+2,5%). Nel Nord Est, la dinamica piatta del valore aggiunto industriale ha contenuto la crescita del Pil al +0,9%. I fattori climatici avversi hanno penalizzato l’agricoltura in tutte le regioni, tranne il Nord Ovest (+6,4% dopo la forte flessione del 2022). Il valore aggiunto del comparto è diminuito nel Centro (-6,1%), nel Nord Est (-5,1%) e nel Mezzogiorno (-3,2%). Il contributo della domanda estera ha differenziato le performance del Centro-Nord, con uno stallo dell’export (-0,1% sul 2022) e del Sud, dove l’incremento delle esportazioni di merci, al netto della componente energetica, si è portato al +14,2%.
Mezzogiorno molto bene
La congiuntura del 2023 si colloca nella fase di ripresa post-Covid iniziata nel 2021, con il Mezzogiorno che partecipa attivamente alla crescita nazionale, collocandosi stabilmente al di sopra della crescita media dell’Ue (+0,4% nel 2023). Il dato di crescita cumulata del PIL 2019-2023 del +3,7% nel Mezzogiorno ha superato l’analogo dato del Nord Ovest (+3,4%) e soprattutto, quello delle regioni centrali (+1,7%). Gli investimenti pubblici hanno inciso sulla crescita del PIL del Mezzogiorno, cresciuti nel 2023 del 16,8% al Sud, contro il +7,2% del Centro-Nord. Gli investimenti in opere pubbliche sono aumentati da 8,7 a 13 miliardi tra il 2022 e il 2023 (+50,1% contro il +37,6% nel Centro-Nord). Questo dinamismo è stato influenzato dall’avanzamento degli investimenti del PNRR e dall’accelerazione della spesa dei fondi europei della coesione.
Al Nord crescono Piemonte e Veneto
Il terziario ha contribuito significativamente alla crescita del PIL meridionale con un +1,8% di incremento del valore aggiunto. La crescita delle presenze turistiche è stata più accentuata nel Centro-Nord (+9,7% contro +8,5% del Sud), ma nel Mezzogiorno si è mostrata più intensa la crescita degli arrivi dall’estero, associati a livelli di spesa turistica più elevati. Nelle regioni del Centro-Nord, Piemonte (+1,2%) e Veneto (+1,6%) hanno segnato una crescita, trainata rispettivamente dall’industria e dai servizi e dalle costruzioni e dal turismo.
Lombardia (+0,9%) e Emilia-Romagna (+0,6%) hanno invece subìto il rallentamento dell’economia tedesca e la frenata del commercio estero. Tre regioni italiane hanno registrato un dato negativo di andamento del PIL nel 2023: Toscana (-0,4%), Marche e Friuli-Venezia Giulia (-0,2%), a causa di cali dell’industria e dell’export. Basilicata (+0,9%) e Puglia (+0,7%) hanno risentito di un calo dell’industria, compensato da buone performance delle costruzioni. La Sardegna (+1,0%) è stata stimolata dalle costruzioni e dai servizi, nonostante un dato negativo dell’industria.
Crescita del Pil in tutte le regioni meridionali
La dinamica del Pil è positiva in tutte le regioni meridionali, nonostante esistano differenze significative. In particolare, emerge la variazione positiva del PIL in Sicilia (+2,2%), influenzata da dinamiche favorevoli nelle opere pubbliche (+60,4%) e negli investimenti pubblici (+26%), nonché da una crescita significativa dell’industria (+3,4%), che ha interrotto una tendenza alla deindustrializzazione.
La crescita del PIL è stata piuttosto omogenea e sostenuta in Abruzzo, Molise (+1,4%), Campania (+1,3%) e Calabria (+1,2%), con alcune differenze settoriali. In Abruzzo, la crescita ha coinvolto anche il settore industriale (+2%), che invece ha registrato una riduzione in Campania (-0,7%). Tuttavia, la Campania risulta essere la regione italiana con la maggiore crescita delle esportazioni nel 2023 (+29%). In Calabria, l’aumento di valore aggiunto delle costruzioni (+7,4%) ha sostenuto la crescita regionale insieme al terziario (+1,7%), nonostante il calo del settore industriale (-4,8%).