Le mafie italiane vivono un profondo processo di adattamento. Queste le premesse della Relazione semestrale della Dia, la Direzione investigativa antimafia, riferito al primo semestre del 2023, presentata ieri a Roma. Il Rapporto evidenzia come le organizzazioni malavitose si concentrino soprattutto negli ambiti degli affari e dell’imprenditoria, investendo capitali che provengono dalle attività illecite. La ‘ndrangheta si conferma come l’organizzazione più capillare a livello globale, con basi anche nell’Africa occidentale. Alla ricerca di un nuovo comando, invece, risulta essere Cosa Nostra. Sempre più stretti, poi, i rapporti con le mafie estere, in particolare quella albanese e il traffico di armi. Nell’introduzione della relazione, l’analisi della Dia rivela che le organizzazioni mafiose italiane hanno adattato le loro strategie, sostituendo in larga parte la violenza con tattiche di infiltrazione silenziosa e corruzione. Le mafie, ora, privilegiano ora settori imprenditoriali, utilizzando capitali illeciti accumulati. La tecnologia digitale gioca un ruolo cruciale nell’attività criminale, facilitando comunicazioni crittografate e gestione attraverso reti digitali. Nonostante una riduzione dell’uso della violenza, alcuni contesti, come il territorio campano e pugliese, continuano a vedere omicidi legati alla mafia. Il traffico di droga rimane fonte primaria di profitto transnazionale, con un aumento dell’internazionalizzazione delle operazioni, inclusa la collaborazione con narcotrafficanti stranieri. Le mafie mantengono anche un’ingerenza significativa negli enti pubblici del Sud Italia, evidenziata da casi di infiltrazione amministrativa.
Le armi
Altro dato di rilievo emerso dall’azione di contrasto alle mafie, è stato il significativo numero di sequestri di armi, tra cui fucili d’assalto Kalashnikov AK47, Heckler & Koch 3, bazooka e granate MK2. Questi sequestri sono stati effettuati dalle Forze di Polizia nei confronti delle varie consorterie criminali organizzate, evidenziando un impegno concreto nella riduzione del potenziale bellico delle stesse. Le organizzazioni criminali, stando al report, stanno inoltre abbandonando il tradizionale modello della mafia di vecchia generazione per adottare un’immagine imprenditoriale più moderna e allettante. In questo contesto, l’uso della tecnologia ha assunto un ruolo cruciale nelle attività illecite, con un crescente utilizzo di sistemi di comunicazione crittografata, diverse applicazioni di messaggistica istantanea e piattaforme sociali. Le indagini condotte nel primo semestre del 2023, hanno confermato che il traffico di sostanze stupefacenti resta la principale fonte di profitto per i cartelli criminali su scala transnazionale, spesso gestito attraverso nuovi modelli organizzativi che sfruttano il web, soprattutto nella fase di commercializzazione dei prodotti.
Le mafie estere
Altro punto di forza è la collaborazione con forze malavitose estere. Le organizzazioni criminali albanesi si distinguono per la loro pericolosità e l’alta incidenza nelle attività illegali, in particolare nel traffico di droga. Questi gruppi sono ben strutturati e caratterizzati da una forte solidarietà interna grazie ai legami familiari. Sono in grado di operare a livello internazionale e di collaborare direttamente con i cartelli sudamericani per l’importazione di ingenti quantità di cocaina dai paesi produttori. In numerose operazioni antidroga condotte in Italia, è emersa una stretta collaborazione tra la criminalità albanese e quella locale. Oltre al tradizionale traffico di marijuana lungo la rotta balcanica, le organizzazioni albanesi hanno investito stabilmente nel traffico di cocaina, che importano nel territorio nazionale via terra attraverso le principali rotte europee. Utilizzano potenti gommoni e imbarcazioni a vela per trasportare migranti di varie etnie dal litorale albanese all’Italia attraverso il Canale d’Otranto. Le organizzazioni criminali nigeriane, derivate dall’evoluzione criminale delle confraternite universitarie in Nigeria, come ‘Eye’, ‘Black Axe’, ‘Viking’ e ‘Maphite’, sono coinvolte in attività quali lo sfruttamento della prostituzione, la tratta di esseri umani, l’immigrazione illegale, il traffico di droga, le frodi informatiche e il riciclaggio. Questi gruppi mostrano caratteristiche tipiche delle organizzazioni locali, come il controllo capillare del territorio, l’omertà e i forti legami associativi. La struttura gerarchica, paramilitare e i riti di affiliazione sono stati più volte definiti come connotazioni di ‘mafiosità’ dalla Corte di Cassazione.
Le consorterie cinesi in Italia operano con una struttura gerarchica basata su relazioni familiari e solidaristiche, risultando molto impermeabili a contaminazioni o collaborazioni esterne. La criminalità cinese è prevalentemente coinvolta in estorsioni e rapine ai danni di connazionali, sfruttamento della prostituzione, reati finanziari e spaccio di metanfetamina, monopolizzato da pusher cinesi. Questi gruppi sono difficili da reprimere a causa della loro impermeabilità e mobilità, nonché dalle difficoltà nel reperire interpreti affidabili per i molteplici idiomi utilizzati.
Tante criminalità
La criminalità romena in Italia si manifesta in due forme: gruppi poco strutturati dediti ai reati predatori e sodalizi più complessi simili alle organizzazioni mafiose locali. La criminalità sudamericana è attiva soprattutto nel Nord Italia e nel Lazio, coinvolta in reati contro il patrimonio, sfruttamento della prostituzione e traffico di droga, collaborando con altre organizzazioni straniere o italiane. Le bande sudamericane, o ‘pandillas’, sono caratterizzate da un forte legame etnico e culturale e dall’uso dimostrativo della violenza.
I gruppi criminali dei Balcani e dei paesi dell’ex Unione Sovietica si dedicano per lo più a reati contro il patrimonio, traffico di stupefacenti e armi, immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, contrabbando e furti di rame.
Le consorterie nordafricane, radicate in diverse aree italiane, gestiscono segmenti del traffico transnazionale di stupefacenti grazie alla solida integrazione nel tessuto socio-criminale urbano. Le organizzazioni criminali del Medio Oriente e del Sud-est asiatico sono attive nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento del lavoro nero e traffico di stupefacenti, spesso in collaborazione con la criminalità balcanica, turca e greca.
Il contrasto internazionale
Per contrastare questo panorama multietnico, la “Rete Operativa Antimafia @ON”, ideata e guidata dalla Dia, è riconosciuta a livello internazionale come un efficace strumento per il rapido scambio di informazioni nella lotta contro le mafie in Europa. Il progetto, come descritto dalla stessa Dia durante la presentazione del rapporto, mira a promuovere lo scambio operativo di informazioni e le migliori pratiche per contrastare le organizzazioni criminali di tipo mafioso, considerate una grave minaccia per la sicurezza sociale ed economica dell’Unione europea.