lunedì, 23 Dicembre, 2024
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Premierato, arriva il via libera del Senato. Meloni: “Passo avanti per la stabilità”. E la Camera da l’ok al Dl Autonomia

In piazza a Roma la dura protesta delle opposizioni

Il Senato, dopo sei mesi di accese discussioni, tensioni, liti e modifiche, ha approvato ieri il disegno di legge di riforma costituzionale n. 935, che prevede l’elezione diretta del Presidente del Consiglio da parte dei cittadini. Con 109 voti a favore, 77 contrari e un astenuto, il testo, definito dal Primo Ministro Giorgia Meloni come “madre di tutte le riforme” e fortemente sponsorizzato dalla Ministra per le Riforme istituzionali Elisabetta Casellati, passa ora alla Camera dei Deputati per la seconda delle quattro letture previste. Ma il primo sì al ‘premierato’ ha scatenato una durissima protesta da parte delle opposizioni di governo che hanno manifestato in piazza Santi Apostoli a Roma.

Profonde divisioni

Dunque, una giornata ‘calda’ quella di ieri’, e non solo per il gran caldo che ha reso rovente l’area nella Capitale. Entrando nello specifico, la seduta dell’assemblea in quel di Palazzo Madama è iniziata intorno alle 15.30. Le dichiarazioni di voto hanno evidenziato profonde divisioni tra le forze politiche, ma la maggioranza di governo, presente in massa come fortemente richiesto da Meloni, ha garantito l’approvazione della legge(attualmente, la maggioranza al Senato copre 115 seggi, 12 in più della maggioranza assoluta, un margine che ha permesso di superare agevolmente questo primo ostacolo).

Verso la fine della seduta, i senatori del Pd, del M5S e dell’Avshanno sventolato copie della Costituzione dai loro banchi, un gesto rapidamente replicato dalle forze di maggioranza. Il Presidente del Senato Ignazio La Russa, ha commentato: “La Costituzione rappresenta tutti dal primo all’ultimo articolo, compreso il 138”, riferendosi all’articolo che regola le modifiche costituzionali. Il disegno di legge n. 935 dovrà ora affrontare il vaglio della Camera dei Deputati, dove si attende un dibattito altrettanto acceso. Se supererà anche questa fase, la riforma dovrà poi tornare al Senato e successivamente di nuovo alla Camera per le letture finali. Solo allora potrà diventare legge a tutti gli effetti, introducendo un nuovo capitolo nella storia della Repubblica Italiana.

“Basta giochi di palazzo”

Inutile dire che il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso il suo compiacimento per l’approvazione del disegno di legge costituzionale di cui sopra. In un post su X, il Premier ha descritto il voto favorevole come “un primo passo in avanti per rafforzare la democrazia, dare stabilità alle nostre istituzioni, mettere fine ai giochi di palazzo e restituire ai cittadini il diritto di scegliere da chi essere governati”. Chiaramente soddisfatta la Ministra Casellati: “Il treno del premierato è partito e non si fermerà. Chi si oppone non vuole il bene dell’Italia, preferisce lasciare le cose come stanno e difendere un sistema che ci ha portati ad avere 68 governi in 76 anni”. “Ci auguriamo che per i prossimi passaggi di esame del provvedimento i partiti di opposizione decidano di cambiare atteggiamento e di dare vita ad un vero dialogo nel solo interesse degli italiani”, il commento di Luca Ciriani, Ministro per i rapporti con il Parlamento.

Tutti sentimenti, questi, condivisi dai senatori di Fratelli d’Italia, che hanno festeggiato alzando uno striscione in piazza San Luigi dei Francesi con la scritta ‘Fine dei giochi di Palazzo. Con questa riforma decideranno gli Italiani’, dando vita anche a un flash-mob.

“Riforma spacca-Italia”

Tutto sommato a pochi metri di distanza, in piazza Santi Apostoli, si sono dati appuntamenti alle 17.30 le opposizioni che si sono ‘unite’ per dire no al premierato e all’autonomia differenziata (il voto finale del ddl è atteso a breve alla Camera). Insomma, una levata di scudi contro due grandi obiettivi della maggioranza. Presenti il Partito democratico, il Movimento 5 Stelle, Avs e +Europa, mentre Italia viva e Azione, nonostante la loro avversità alle due riforme, hanno preferito non presentarsi in piazza. La Segretaria dem Elly Schlein ha usato toni forti contro l’esecutivo: “Oggi (ieri, ndr) al Senato è passato il premierato, la sedicente patriota Meloni continua a portare avanti la sua riforma spacca-Italia”. Secondo Schlein, il governo sta forzando anche alla Camera per far passare l’autonomia differenziata, una riforma che, a suo avviso, aumenterà le diseguaglianze e renderà più difficile l’accesso ai servizi pubblici essenziali come sanità, scuola e trasporto pubblico locale. “È importante essere qui come forze di opposizione, realtà politiche, sociali e cittadini insieme per impedire di stravolgere la nostra Costituzione”. Tra i protagonisti in piazza Santi Apostoli, anche il leader del movimento pentastellato Giuseppe Conte, che ha lanciato un avvertimento: “Per un’italia più democratica, a difesa della Costituzione, contro l’autonomia differenziata spacca-Italia, contro questo premierato che vuole insediare una donna sola o un uomo solo al comando per cinque anni, la nostra risposta è forte e unitaria: non passeranno”.

Ok all’Autonomia

Intanto dopo una lunga maratona notturna la Camera dei Deputati ha approvato definitivamente il disegno di legge sull’Autonomia, segnando un’importante vittoria per la Lega e il governo. Il provvedimento, che costituisce uno dei punti cardine dell’azione politica del partito guidato da Matteo Salvini, è stato approvato con 172 voti favorevoli, 99 contrari e un astenuto. L’approvazione del disegno di legge sull’Autonomia rappresenta una tappa cruciale nel percorso politico della Lega, che da anni spinge per una maggiore decentralizzazione e autonomia delle regioni. La legge mira a trasferire competenze e risorse dallo Stato centrale alle amministrazioni regionali, con l’obiettivo dichiarato di rendere più efficiente e vicina ai cittadini la gestione di vari settori, tra cui sanità, istruzione e trasporti.
Non sono mancate le polemiche. Le opposizioni, guidate dal Partito democratico e dal Movimento 5 Stelle, hanno criticato aspramente il contenuto del disegno di legge, sostenendo che questo rischia di creare disparità tra le diverse regioni del paese, accentuando il divario tra Nord e Sud. “Questo provvedimento rappresenta un passo indietro per l’unità nazionale”, ha dichiarato la Segretaria del Pd, Elly Schlein. Anche il Movimento 5 Stelle ha espresso preoccupazione per le possibili conseguenze sociali ed economiche della legge: Temiamo che questa riforma possa penalizzare le regioni più deboli, aumentando le disuguaglianze”, le parole di Giuseppe Conte.

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