La siccità che ha colpito il Sud Italia ha causato la perdita di 33mila posti di lavoro nei campi tra Sicilia e Puglia. È quanto emerge da una analisi di Coldiretti, basata sui dati Istat relativi all’occupazione nel primo trimestre del 2024. L’ondata di caldo record e la cronica mancanza di pioggia hanno impedito lo svolgimento delle principali operazioni colturali, portando a un drastico calo delle assunzioni nel settore agricolo. La situazione è particolarmente grave nelle campagne meridionali, dove la quasi totalità dei posti di lavoro persi nel settore agricolo tra gennaio e marzo si registra proprio nel Sud Italia. Al contrario, nel Nord Italia si è addirittura assistito a un aumento dei lavoratori agricoli, mentre nel Centro Italia il calo è stato di circa un migliaio di posti. La Coldiretti, attraverso un monitoraggio costante, ha rilevato che l’assenza di precipitazioni, unita alle carenze infrastrutturali per l’approvvigionamento idrico, ha praticamente bloccato le attività agricole in molte aree del Sud.
Le aziende agricole meridionali si trovano in una situazione di emergenza continua. L’acqua scarseggia e i costi associati alla sua gestione sono saliti alle stelle. Bollette idriche elevate e prezzi esorbitanti per i foraggi necessari all’alimentazione del bestiame sono solo alcuni dei problemi affrontati dagli agricoltori. Molti hanno dovuto rinunciare a nuove assunzioni a causa dei costi proibitivi e della mancanza di risorse idriche, indispensabili per la preparazione dei terreni e per altre operazioni colturali.
La crisi climatica
I cambiamenti climatici, al centro della giornata contro la desertificazione celebrata oggi, mostrano il loro impatto devastante anche sull’occupazione. La desertificazione e la siccità non stanno solo danneggiando l’ambiente, ma stanno anche mettendo a rischio interi settori economici, come quello agricolo, che dipende fortemente dalle condizioni climatiche. Le previsioni future non sono rassicuranti e richiedono interventi strutturali per migliorare la gestione delle risorse idriche e per sostenere le aziende agricole in difficoltà. La situazione nelle campagne del Sud è il simbolo di come la desertificazione sia diventata una minaccia per l’agricoltura nazionale. Dalla Sicilia alla Puglia, dalla Basilicata alla Sardegna, si moltiplicano i danni legati alla mancanza di pioggia, che sta praticamente azzerando i raccolti a partire dal grano, dove si stimano cali fino al 70%, campi di foraggi e ed erba medica letteralmente bruciati, coltivazioni di frutta e ortaggi in difficoltà e nubi persino sulla vendemmia e sul raccolto delle olive, secondo il monitoraggio della Coldiretti, mentre nelle stalle continuano a morire gli animali.
Carenze infrastrutturali
Ad aggravare gli effetti dei cambiamenti climatici ci sono le carenze infrastrutturali, divenute ormai croniche – continua Coldiretti – con reti colabrodo che disperdono anche la poca acqua disponibile. Una situazione contro la quale sono scesi oggi in piazza gli agricoltori della Sardegna, con una grande mobilitazione con centinaia di trattori e di agricoltori in due cortei da Nord a Sud dell’isola, in particolare tra Sarrabus, Sud Sardegna, Ogliastra, Baronia e Gallura, le zone più colpite da una siccità che non sta lasciando scampo a decine di aziende.