Meno 35 miliardi di credito concesso alle piccole imprese rispetto a un anno fa, con i prestiti alle Pmi che si sono ridotti di quasi il 9%. Confesercenti fa di conto e spiega come il taglio dei tassi di interesse deciso dalla Banca centrale europea (BCE) benché sia una scelta positiva non risolva il problema della crisi di un settore assediato da numerose condizioni di sfavore.
Riduzione non sufficiente
“Il taglio dei tassi costituisce certamente una buona notizia, ma si tratta solo del primo passo di un percorso che auspichiamo possa essere rapido”, commenta la Confederazione, “Si tratta infatti di una mossa ancora marginale se riportata alla dimensione dei rialzi varati nel passato biennio, che ha portato a un aumento dei tassi di interesse di ben 450 p.b e che per le imprese si traduce in tassi sui prestiti aumentati di un ulteriore punto e mezzo nel corso dell’ultimo anno”.
Crescita rallentata
I calcoli realizzati dall’ufficio studi della Confederazione non lasciano spazio all’ottimismo. “Nostre valutazioni indicano che il taglio deciso potrà determinare un maggiore flusso di credito annuo pari a 4,5 miliardi”, fa presente la Confesercenti, “Un sollievo quanto mai necessario per il mondo delle imprese e per le famiglie, che si trovano ad affrontare una congiuntura particolarmente incerta e che, secondo le stime già diffuse da Confesercenti, potrebbe determinare nel 2025”, spiega la confederazione, “un rallentamento del tasso di crescita del Pil rispetto all’1% atteso per quest’anno”.
Il taglio dei crediti alle Pmi
Da riscontri e valutazioni emergono le prossime difficoltà. “Anche in questo caso va tuttavia segnalato come il passo intrapreso”, conclude con preoccupazione la Confesercenti, “non sia assolutamente sufficiente a ripristinare le condizioni creditizie precedenti la stretta monetaria. Ad oggi la massa di impieghi concessa alle imprese è infatti inferiore di 35 miliardi rispetto a un anno fa, con i prestiti alle PMI ridottisi di quasi il 9%”.