L’Ufficio Studi dell’Asaps, insieme all’Associazione Lorenzo Guarnieri, ha condotto un’analisi approfondita sui proventi delle multe nel 2023 e sul loro utilizzo nelle 14 città italiane con più di 200.000 abitanti. I risultati rivelano che i Comuni hanno incassato complessivamente 583 milioni di euro, con un incremento del 6% rispetto al 2022. Un dato interessante emerso dall’analisi è che solo l’11% di questi proventi proviene dalle multe degli autovelox, una percentuale che scende al 6% nelle città del Centro-Sud, indicando che gli autovelox non rappresentano la principale fonte di entrate derivanti dalle sanzioni stradali per i Comuni. Rimangono significative differenze fra città e città che vanno dagli 8,2 euro ad abitante di Napoli ai 124,8 euro di Firenze e la media italiana è 62,4.
Importante è l’utilizzo di questi importi da parte dei Comuni. La comunicazione non è sempre trasparente e la descrizione è spesso molto generica. Purtroppo, secondo l’Asaps, l’educazione alla sicurezza stradale è la cenerentola con solo 89.238 euro, spiccioli considerato l’ammontare totale. La parte del leone negli investimenti la fanno la manutenzione delle strade (97 milioni di euro) e l’illuminazione pubblica (41 milioni di euro). il 25% degli investimenti pari a 77 milioni di euro e indicati come destinati a sicurezza stradale (legittimamente da un punto di vista legislativo) in realtà non hanno molto a che fare con la sicurezza stradale, fra questi 19 milioni sono destinati al pagamento di luce e gas.
Le sensazioni
Si ha la sensazione che se non ci fossero più multe perché i cittadini rispettano il codice della strada avremmo città al buio, uffici comunali al freddo e senza luce, strade senza segnaletica e con voragini e polizia municipale senza uniformi e senza pensione. Secondo l’Asaps, a seguito dell’analisi, prevale l’idea che nella destinazione dei proventi delle multe non ci sia una progettualità specifica. Si ha la sensazione, corroborata dai dati, che le destinazioni dei proventi siano tutte spese che l’amministrazione doveva comunque fare e che vengono assegnate “a posteriori” alla categoria del miglioramento della sicurezza stradale. Spese quindi per la maggior parte non discrezionali, già sostenute “indipendentemente” dai ricavi delle multe. “Non si vede visione, progettualità specifica per migliorare effettivamente la sicurezza delle strade della città in particolare per gli utenti deboli: pedoni e ciclisti. E molte di questi interventi hanno poco a che fare con la sicurezza stradale”, la spiegazione dell’Asaps.
Concludendo, seguendo il denaro, “abbiamo capito che i soldi per migliorare la sicurezza dei cittadini nelle nostre città ci sarebbero. Purtroppo, però manca la volontà politica per un vero cambio di passo verso una mobilità più sicura, dove non si debba più morire per muoversi”.