“Imprese, condomini e famiglie possono finire in default”. Questo l’allarme lanciato da Antonio Patuelli, Presidente dell’Abi – Associazione bancaria italiana, durante il ‘Rome Investment Forum 2024’, organizzato da Febaf – Federazione Banche Assicurazioni e Finanza. Protagoniste delle preoccupazioni del Presidente sono “le famiglie e le imprese oneste”, con riferimento a ciò che riguarda il ‘Superbonus’, in particolare per quanto riguarda la cessione dei crediti. Dopo che il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva strigliato il Presidente dell’Abi, affermando che anche le banche “possono fare un po’ di sacrifici”, Patuelli ha colto l’occasione per specificare le sue preoccupazioni: “Le banche dovranno assolutamente fermarsi nel comprare, perché non possono acquistare se poi non possono compensare, altrimenti diventa una perdita” aggiungendo un ulteriore avvertimento: “Se si fermano i maggiori acquirenti del credito fiscale, bisogna trovare delle forme diverse per animare il mercato” sottolineando che, se così non fosse “imprese, condomini e famiglie si potranno trovare in situazioni che porterebbero al default”.
Sempre Patuelli, nel proseguire il suo intervento, si è detto ansioso per quanto riguarda il dopo elezioni: “Aspetto il dopo europee, per vedere se ci sarà l’invenzione di un veicolo che non sia all’interno del consolidamento del bilancio dello Stato, non andando a gravare sulle finanze pubbliche”.
Risorse pubbliche e private
Nello specifico, il Presidente si aspetta che sia uno strumento “in grado di coinvolgere risorse pubbliche e private, al di fuori dei bilanci, e che possa diventare acquirente a prezzi di mercato, quindi remunerativi per il veicolo stesso” aggiungendo che tale dispositivo “non deve essere di salvataggio.” Nell’intervento di Patuelli c’è stato spazio anche per l’economia, in particolare per il ruolo che le banche hanno per le casse italiane. “L’introito lordo che le banche danno allo Stato supera il 60%, il che equivale alla maggior parte. Posso anche suddividerlo: il 24% di Ires; c’è l’addizionale dedicata alle banche al 3,5%; ci sono le addizionali regionali e comunali, che paghiamo; c’è l’Imu; c’è l’Irap e c’è il cittadino che attende il dividendo e ci deve pagare il 26% di ritenuta d’acconto. Senza fare calcoli complessi, siamo intorno al 60% di introiti che diamo”.
Nel finale del suo discorso, il Presidente ha avuto anche modo di parlare di Europa e del ruolo che dovrebbe avere l’Italia: “Ho un’esperienza indimenticabile e nefasta, non del quinquennio che si avvia a conclusione, ma di quello precedente, quando l’Italia non si è occupata delle questioni economiche e le vicende della crisi bancaria sono esplose anche con degli errori di diritto” aggiungendo che “potevano essere prevenuti questi errori, così da limitare la crisi in Italia, che è stata invece ingigantita”. A conclusione delle sue parole, ha rivolto anche la sua speranza per il ruolo che la nostra nazione dovrebbe avere all’interno dell’Ue: “Dobbiamo essere unanimi nel rivendicare un portafoglio di serie A con vicepresidenza”.