domenica, 17 Novembre, 2024
Lavoro

Impatto dell’IA sul pubblico impiego, il 57% dei dipendenti è altamente esposto

Il settore pubblico italiano è al centro di una trasformazione epocale grazie all’introduzione dell’intelligenza artificiale. Una ricerca presentata da FPA, in apertura del FORUM PA 2024, rivela che il 57% dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici italiani è altamente esposto all’impatto dell’IA. In pratica ciò significa che circa 1,8 milioni di persone, tra dirigenti, tecnici, ricercatori, insegnanti e altri professionisti, vedranno una significativa interazione tra le loro mansioni e le capacità degli algoritmi di intelligenza artificiale. Secondo lo studio, ispirata ai lavori di Felten (2021) e Pizzinelli (2023), l’adozione dell’IA nel settore pubblico potrebbe tradursi sia in un arricchimento delle attività lavorative sia in una possibile sostituzione dei lavoratori. Circa l’80% di questi dipendenti altamente esposti, ovvero 1,5 milioni di persone, potrebbe integrare l’IA nel proprio lavoro, ottenendo notevoli miglioramenti in termini di efficienza e qualità del servizio. Questi lavoratori includono dirigenti scolastici, responsabili strategici, leader di progetti innovativi, esperti tecnici, prefetti, magistrati e direttori generali. Con una formazione adeguata e un’organizzazione che favorisca l’innovazione, l’IA potrebbe diventare un alleato prezioso, migliorando la capacità decisionale e ottimizzando i processi amministrativi.
Ma la ricerca mette in luce anche i rischi connessi a questa trasformazione. Un 12% dei dipendenti pubblici, pari a circa 218mila persone, potrebbe essere a rischio di sostituzione. Si tratta principalmente di lavoratori impegnati in professioni meno specializzate, caratterizzate da compiti ripetitivi e prevedibili, che l’intelligenza artificiale può svolgere facilmente e con maggiore efficienza.

Impatto forte

“L’intelligenza artificiale sta tracciando i confini di un nuovo modo di concepire il lavoro pubblico – afferma Gianni Dominici, Amministratore delegato di FPA -. L’impatto nella PA sarà forte sia in termini qualitativi che numerici ed è destinato via via ad intensificarsi con i progressi delle soluzioni IA. Le professioni ad alta specializzazione come i ruoli direttivi, i dirigenti e i professionisti hanno un forte potenziale di collaborazione, mentre quelle poco specializzate e routinarie sono vulnerabili alla sostituzione, suggerendo la necessità di una riconsiderazione dei ruoli e di una riqualificazione per mitigarne gli effetti.

La rivoluzione dell’IA rappresenta la ‘terza ondata’ di trasformazione per il settore pubblico degli ultimi 15 anni, dopo la spending review e la pandemia”. “Di fronte a un simile impatto, la pubblica amministrazione è chiamata ad una riforma strutturale – aggiunge Carlo Mochi Sismondi, Presidente di FPA -. Serve una revisione dei processi di formazione, orientata allo sviluppo di competenze come creatività, adattabilità, pensiero critico e laterale e soft skill, che possono qualificare il lavoro liberato da mansioni ripetitive e routinarie. A livello organizzativo, bisogna abbandonare la logica gerarchica e burocratica per introdurre la flessibilità necessaria a gestire il cambiamento. Mentre la dirigenza è chiamata ad abbandonare la cultura dell’adempimento verso una per obiettivi e risultati”.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Guardare ai 5S o a chi non ha votato?

Giuseppe Mazzei

Mattarella: “Abbattere il debito è una necessità ineludibile”

Stefano Ghionni

Premio Label Mission dell’Ue a dieci città europee. Nessuna italiana

Paolo Fruncillo

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.