Il turismo è uno tra i tanti settori più in crisi a causa del coronavirus, forse il più colpito. Ci sono moltissimi posti di lavoro a rischio e non è da escludere la chiusura di molte attività legate alla filiera turistica. I dati della ricerca della Demoskopika, ci prospettano una situazione a dir poco tragica.
L’Italia subirà una contrazione di:
18 MLD della Spesa turistica
9,2 MLD nell’Incoming
8,8 MLD saranno gli Italiani che rinunceranno alle Vacanze.
14 MLN di italiani, quindi 1 su 3 rinuncerà alle Vacanze Estive nei mesi di Luglio e Agosto.
Il 70% delle perdite pari a 16,6 MLD di euro che si concentreranno in 6 Regioni
La rinuncia al Viaggio e al Tempo libero, generano una perdita pari a
-5,8 MLD di Euro nel periodo Luglio / Agosto
-3 MLD di Euro nel periodo di Pasqua
Con un Totale di perdite pari a 8,8 MLD di Euro
Il quadro generale di decremento tra Arrivi e Presenze sarà significativo con:
-29 MLD di Arrivi / – 22% rispetto al 2019
-143 MLN di presenze / – 34% rispetto al 2019
-18 MLD di Spesa Turistica (tra Pasqua – Luglio e Agosto del 2020)
L’incoming subirà una perdita significativi rispetto ai mercati di riferimento italiani
-15 MLD di turisti provenienti da GERMANIA – USA – FRANCIA
-9,2 MLD di Euro per la Spesa di Viaggi e Vacanze
Nei settori: Alloggi – Pasti – Intrattenimento – Souvenir – Regali – Articoli per uso personale con una diminuzione di Stranieri
-15 MLN di Stranieri
-52 MLN di Presenze rispetto al 2019
FLUSSI TURISTICI
GERMANIA -2,8 MLN ARRIVI / -13,3 MLN PRESENZE
STATI UNITI -1,4 MLN ARRIVI / -3,6 MLN PRESENZE
FRANCIA -1,1, MLN ARRIVI / -3,4 MLN PRESENZE
REGNO UN. -908 MLN ARRIVI/ -3,3 MLN PRESENZE
CINESI -790 MLN ARRIVI / -1,3 MLN PRESENZE
LA SPESA TURISTICA
STATI UNITI – 1.694 MLN
GERMANIA – 1.253 MLN
CINA – 1.240 MLN
GIAPPONE – 596 MLN
REGNO UNITO – 535 MLN
FRANCIA – 372 MLN
Le perdite in Estate saranno concentrate maggiormente in alcune Regioni Italiane che possiamo distinguere in 3 Zone: Rossa – Arancione – Gialla.
Zona Rossa
LOMBARDIA – VENETO – TOSCANA – SICILIA – EMILIA ROMAGNA – LAZIO – CAMPANIA
Zona Arancione
TRENTINO A.A. – MARCHE – PUGLIA – CALABRIA – SARDEGNA
Zona Gialla
VALLE D’AOSTA – FRIULI VENEZIA GIULIA – UMBRIA – ABRUZZO – MOLISE – BASILICATA
Ma le Regioni che subiranno maggiori danni saranno:
VENETO – LOMBARDIA – TOSCANA – LAZIO – EMILIA ROMAGNA – TRENTINO ALTO ADIGE
REGIONE | ARRIVI | PRESENZE | SPESA TURISTICA |
VENETO | -4,6 MLN | -21,9 MLN | -2,9 MLD |
LOMBARDIA | -3,9 MLN | -16,8 MLN | -2,4 MLD |
TOSCANA | -3,3 MLN | -15,5 MLN | -2,3 MLD |
LAZIO | -3 MLN | -12,2 MLN | -2,1 MLD |
EMILIA ROMAGNA | -2,5 MLN | -14,4 MLN | -1,6 MLD |
TRENTINO A.A. | -2,4 MLN | -13,5 MLN | -1,3 MLD |
MOLISE | -28 MILA | -184 MILA | -18 MLN |
VALLE D’AOSTA | -233 MILA | -1,3 MLN | -140 MLN |
ABRUZZO | -332 MILA | -2,1 MLN | -212 MLN |
La geografia del turismo mondiale doveva subire delle modifiche rispetto alla distribuzione delle quote di mercato, dovute alla crescita di capacità di offerta e alla ricchezza dei nuovi mercati emergenti. Secondo uno studio sul turismo europeo si prevedeva, almeno fino al 2022, una crescita del 12%, con l’Italia protagonista. Le entrate turistiche nel corso del 2019 hanno raggiunto i 295 miliardi di euro rispetto ai 286 del 2018, ma il 2019 è stato l’anno del definitivo sorpasso delle vendite online che hanno raggiunto il 51% del totale. Un’onda lunga che doveva portare il turismo continentale alla soglia dei 320 miliardi di euro entro il 2022 con un incremento del 55% del settore online.
Nel periodo 2018-22, infatti, l’Italia doveva registrare una crescita totale del +5,5% e un aumento a doppia cifra del settore online (+10,9%). Previsioni più alte delle altre realtà europee: dalla Spagna (+1,5% totale e +4,2% online) alla Francia (+2,9% totale e +4,9% online) fino al Regno Unito (+2,6% generale e +4,4% online). Nel 2019 il trend si è confermato, ma i numeri generali sono diminuiti di 205 milioni di turisti, per un -1,1% di turisti italiani e -0,8% di turisti stranieri. In generale, quindi, si deduce che il 2018 sia stato un anno straordinario per il Bel Paese in fatto di vacanze.
Tra le soluzioni scelte dagli italiani per pernottare in vacanza, al primo posto rimangono gli alberghi (o comunque le strutture ricettive come anche Bed&Breakfast, campeggi e villaggi), seguiti dalle case/stanze in affitto e dalle case di proprietà di parenti e amici. Il Coronavirus ha colpito anche i bed and breakfast che hanno registrato annullamenti delle prenotazioni fino a giugno.
«La situazione è drammatica per tutto il comparto purtroppo stiamo pagando le conseguenze di una comunicazione mediatica molto più letale del virus, anzi, il peggior virus è l’isteria, grazie a questo siamo considerati come degli untori e così temuti e tenuti lontano».
La Confturismo-Confcommercio prevede che nei prossimi 3 mesi si registreranno oltre 31 milioni di presenze in meno, servono quindi interventi urgenti per dare liquidità al sistema.
Ecco perché «serve, da subito, prendere provvedimenti forti per immettere liquidità nel sistema dando un ossigeno alle imprese del settore». Il presidente, poi, sollecita un intervento del governo «per far terminare i blocchi all’ingresso degli italiani nei paesi esteri e i blocchi ai flussi turistici degli stranieri verso l’Italia».
Le analisi prevedono che dal primo marzo alla fine di maggio nelle strutture ricettive ci sarà un calo di oltre 31,6 milioni di presenze con una perdita stimata di 7,4 miliardi.
Con queste previsioni «La destinazione Italia rischia di sparire totalmente dai radar del turismo internazionale. Il recente blocco sulle partenze dagli Usa rischia di mettere in ginocchio l’intera filiera».
A seguito di questo evento catastrofico che sta colpendo tutto il mondo, dobbiamo essere consapevoli che il turismo non può essere più solo una merce, intorno al turismo, infatti ruota ben più del 15% del Pil nazionale e una quota anche maggiore dell’occupazione di questo Paese.
Il dramma del Coronavirus deve servire da monito a tutte le imprese del comparto turistico, che da oggi in poi dovranno salvaguardare la salute degli ospiti, dedicare più spazio alla formazione ed aumentare gli standard di qualità, non solo nei servizi ma anche nel rispetto dell’ambiente e nell’osservanza della legislazione di riferimento.
L’Italia deve reagire con determinazione e capacità di modificare l’offerta turistica nazionale, in considerazione alla trasformazione che ha generato questa pandemia. La sfida più grande sarà quella di saper intercettare la nuova tipologia di clientela, che sarà molto più attenta a quelle che sono trasparenza, chiarezza nei contratti, condizioni eque, rispetto delle regole, ambiente, pulizia e qualità dei servizi offerti.
Le possibili soluzioni posso essere, aprire le strutture ai clienti italiani e applicare una commissione simbolica che permetta di coprire i Costi Fissi di gestione delle imprese turistiche e che consenta la sopravvivenza e allo stesso tempo di affrontare questi mesi così difficili.
Questa soluzione consentirà la copertura dei quattro mesi di mancato fatturato che è iniziato a metà febbraio e secondo una previsione ottimistica non si risolverà prima di giugno. Inoltre, tra le varie azioni possibili, vi è la sospensione dei versamenti previdenziali durante l’emergenza, poiché è evidente che non è possibile anticipare il 90% di quello guadagnato l’anno scorso se le imprese non hanno guadagnato nulla nel periodo della Pandemia. A tal proposito bisognerà introdurre una norma che preveda di pagare gli anticipi di imposta sul guadagno di quest’anno e non su quello dell’anno scorso.
Per salvare il settore del turismo serve un ponte di 3-4 mesi. Il turismo classico non si riprenderà prima della metà di giugno, si perderanno sei mesi e non si ricomincerà prima di settembre.
Un albergatore di Firenze si è inventato una mossa di effetto: lo “sconto coronavirusfree”. Che tradotto in soldoni vuol dire -40% sul prezzo di tutte le stanze disponibili. La stima dei danni parla di 120 milioni fino a dicembre, Napoli che negli ultimi 2 anni registrava un aumento dei flussi, sia nazionali che internazionali, subirà cali fino al 70% in alcune attività. A Milano, il mancato fatturato è quantificabile intorno ai 350 milioni di euro, a livello regionale almeno tre miliardi. Il 99% degli alberghi in Lombardia è chiuso, Il mancato fatturato si ripercuote su tutto: dagli stipendi ai costi fissi degli hotel. E per le imprese l’impossibilità di pagare i fornitori, l’Iva e il gettito addizionale della tassa di soggiorno. In tutto in Lombardia sono coinvolte più di 4mila strutture alberghiere e una popolazione a rischio di oltre 100mila dipendenti, di cui 15mila a Milano. A Roma si stima un danno di 500 milioni, a livello nazionale invece le perdite arrivano fino a 4,5 miliardi. Il 90% delle prenotazioni relative ai mesi di marzo e aprile sono state cancellate, ma le disdette arrivano fino ad ottobre, soprattutto dal mercato americano, anche se, non sono soltanto i turisti stranieri, ma anche gli italiani. Le persone hanno paura a spostarsi, influisce molto anche l’atteggiamento che riservano ai nostri connazionali o a chi ha viaggiato nel Bel Paese, di negare l’atterraggio.
L’obiettivo principale è sostenere l’economia ed anche quella turistica in modo che ci siano meno chiusure possibili, a partire dai lavoratori autonomi che sono meno tutelati.
Questa crisi è peggiore di quella della guerra del Golfo e dell’11 settembre. Gli alberghi registrano disdette fino ad agosto, e sono costretti a mettere i dipendenti in ferie, non possono assumere gli stagionali e quindi migliaia di persone hanno perso il lavoro. Serve l’aiuto di Comune e Stato, attraverso la sospensione dei tributi da parte dei comuni, almeno fino alla fine della crisi, per lo Stato la Cassa integrazione in deroga, lo slittamento di mutui e dei finanziamenti, perché per evitare, la chiusura delle imprese turistiche e di conseguenza i licenziamenti, c’è bisogno di liquidità.
Inoltre, bisogna introdurre sul mercato i Buoni Vacanza, per le famiglie italiane, visto che per i primi tempi si dovrà puntare su un turismo domestico e applicare almeno un 30% di sconto sui servizi turistici erogati per i flussi stranieri, da coprire per il 15% dallo Stato e la restante parte dagli imprenditori, riducendo i margini di utile. La gestione di tale promozione deve essere gestita dall’Agenzia Nazionale per il Turismo.
La competizione con le altre nazioni dell’area mediterranea si giocherà sulla maggiore e rapida trasformazione dell’offerta turistica, legata all’immenso patrimonio italiano, ma soprattutto alla tutela del consumatore finale.