domenica, 23 Giugno, 2024
Società

Il Papa: “Natalità, l’Italia sta perdendo la speranza”

Calo delle nascite, nuovo appello del Pontefice agli Stati generali: “Senza bambini il Paese non ha futuro”. Momenti di tensione tra studenti e polizia

“Il numero delle nascite è il primo indicatore della speranza di un popolo. Senza bambini e giovani, un Paese perde il suo desiderio di futuro”. E sembra proprio questa la via che sta prendendo l’Italia anche per il Papa che ieri, intervenendo agli Stati generali della natalità in corso all’Auditorium della Conciliazione di Roma (dove all’esterno si sono registrati alcuni momenti di tensione tra manifestanti e forze dell’ordine come vedremo in seguito), è tornato a insistere alla problematica di un Paese, il nostro, sempre più anziano e dove si vanno oramai figli con il contagocce.

Media amara

È stato lo stesso Bergoglio a parlare di numeri ricordando che oggi nel Belpaese l’età media è di 47 anni, quando in altre nazioni del centro Europa è di 24 anni. “Se dovessimo basarci su questo dato”, ha detto Francesco, “saremmo costretti a dire che l’Italia sta progressivamente perdendo la sua speranza nel domani, come il resto d’Europa: il Vecchio Continente si trasforma sempre più in un continente stanco e rassegnato, così impegnato a esorcizzare le solitudini e le angosce da non saper più gustare, nella civiltà del dono, la vera bellezza della vita”. Il tema della natalità è tra quelli che più stanno a cuore al Santo Padre perché “Dio ci ha voluti, ha un progetto grande e unico su ciascuno di noi, nessuno escluso. In questa prospettiva, è importante incontrarsi e lavorare insieme per promuovere le nascite con realismo, lungimiranza e coraggio”.

Bergoglio ha ricordato che la vita umano non può essere un problema, “perché è un dono e alla base dell’inquinamento e della fame nel mondo non ci sono i bambini che nascono, ma le scelte di chi pensa solo a sé stesso, il delirio di un materialismo sfrenato, cieco e dilagante, di un consumismo che, come un virus malefico, intacca alla radice l’esistenza delle persone e della società”.

Tra armi e contraccettivi

Inutile nasconderlo, oggi la scelta di molte coppie di non procreare va ricercata a due fattori principali: i problemi economici e quelli lavorativi. Da qui l’appello del Pontefice alle istituzioni che devono mettere sul piatto “politiche efficaci, scelte coraggiose, concrete e di lungo termine, per seminare oggi affinché i figli possano raccogliere domani”. Insomma, c’è il bisogno di un impegno maggiore da parte di tutti i governi, perché le giovani generazioni vengano messe nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni, l’invito del Santo Padre, secondo il quale bisogna attuare serie ed efficaci scelte in favore della famiglia: “A esempio, porre una madre nella condizione di non dover scegliere tra lavoro e cura dei figli; oppure liberare tante giovani coppie dalla zavorra della precarietà occupazionale e dell’impossibilità di acquistare una casa”.

Da qui il Vescovo di Roma si è rivolto direttamente ai giovani, ai quali il futuro può sembrare inquietante tra denatalità appunto, guerre, pandemie e mutamenti climatici: “Non è facile mantenere viva la speranza”, le sue parole, “ma non arrendetevi, abbiate fiducia, perché il domani non è qualcosa di ineluttabile: lo costruiamo insieme, e in questo ‘insieme’ prima di tutto troviamo il Signore”. Il Papa ha poi nuovamente ammonito sull’investimento delle nazioni in armi e contraccettivi, “che di certo sono redditizi per chi li fabbrica”, ma nello stesso tempo “distruggono la vita e impediscono la vita. Una cosa brutta”.

Francesco ha approfittato dell’occasione anche per ricordare l’importanza dei nonni che non vanno lasciati soli o scartati: “Questo è un suicidio culturale è un suicidio culturale. Il futuro lo fanno i giovani e i vecchi insieme, il coraggio e la memoria insieme. Parlando di natalità, che è il futuro, parliamo anche dei nonni, che non sono il passato, aiutano il futuro. Abbiamo figli, tanti, ma anche cura dei nonni, è molto importante”.

Scontri in piazza

Come anticipato, anche la giornata di venerdì degli Stati generali della natalità è stata contrassegnata da momenti di tensione. Dopo il caso della Ministra della Famiglia Eugenia Roccella ‘censurata’ nel corso del suo intervento previsto giovedì, ieri ci sono stati alcuni scontri tra un gruppo di manifestanti (che aderiscono alle realtà Aracne, Zaum, Coordinamento Collettivi Sapienza e studenti delle scuole superiori) e la polizia: il corteo avrebbe deviato il proprio percorso ‘puntando’ all’improvviso proprio via della Conciliazione per raggiungere la location della rassegna. E in via Leone IV c’è stato qualche tafferuglio con le forze dell’ordine. Alla fine si sono contati due poliziotti feriti mentre il collettivo ha denunciato il fatto che almeno una ragazza haricevuto delle manganellate alla testa con la necessità di un intervento da parte di un’ambulanza.

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