Un’indagine condotta da ‘Okkio alla Salute’, il sistema di sorveglianza nazionale coordinato dal Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e promozione della Salute (CNaPPS) dell’Iss, ha rivelato dati preoccupanti sull’obesità infantile in Italia. Secondo i risultati del 2023, il 19% dei bambini e delle bambine di 8-9 anni è in sovrappeso, mentre il 9,8% presenta obesità, con il 2,6% di essi affetti da obesità grave.
Lo studio, che fa parte dell’iniziativa della Regione europea dell’OMS ‘Childhood Obesity Surveillance Initiative-Cosi’, ha coinvolto oltre 50.000 bambini e relative famiglie in tutte le Regioni e Province autonome italiane. I dati raccolti evidenziano una tendenza al declino del sovrappeso, ma una stabilità dell’obesità, con un leggero aumento nel 2023.
In particolare, le abitudini alimentari e lo stile di vita dei più piccoli sono motivo di preoccupazione. Circa due bambini su cinque non fanno una colazione adeguata al mattino, mentre più della metà consuma una merenda abbondante a metà mattina. Il consumo quotidiano di bevande zuccherate/gassate è riportato dal 25% dei bambini, mentre il consumo di frutta e verdura avviene meno di una volta al giorno per il 25% di loro. Inoltre, i legumi vengono consumati meno di una volta a settimana dal 37% dei bambini, e più della metà di loro mangia snack dolci più di tre giorni a settimana.
Attività fisica
Sul fronte dell’attività fisica, uno su cinque non si impegna in alcuna attività il giorno precedente all’intervista, oltre il 70% non va a scuola a piedi o in bicicletta, e quasi la metà trascorre più di due ore al giorno davanti alla tv, al tablet o al cellulare. La disuguaglianza geografica e socioeconomica gioca un ruolo significativo, con prevalenze più elevate di eccesso ponderale nelle regioni meridionali e nelle famiglie con minori condizioni socioeconomiche.
Giovanni Capelli, Direttore del CNaPPS, sottolinea che, nonostante il calo dell’eccesso ponderale infantile dagli anni precedenti, le prevalenze rimangono elevate. Sottolinea l’importanza di un intervento congiunto di scuole, famiglie, professionisti della sanità e della società per prevenire e trattare l’obesità infantile e promuovere uno stile di vita sano. Inoltre, Capelli evidenzia la necessità di affrontare le disuguaglianze geografiche e socioeconomiche nell’accesso a una corretta alimentazione e a opportunità di attività fisica.
Lo studio EPaS-ISS
Lo studio ha anche reso noti i risultati dello studio EPaS-Iss ‘Effetti della pandemia da Covid-19 sui comportamenti di salute e sullo stile di vita di bambine, bambini e delle loro famiglie residenti in Italia’, che ha permesso di rilevare e approfondire gli effetti che la pandemia ha avuto sugli stili di vita e sul benessere di bambine e bambini del terzo anno di scuola primaria e delle loro famiglie. Dallo studio è emerso che, durante il periodo pandemico, i bambini e le bambine hanno aumentato il consumo di snack salati (24%) e cibi dolci (25%) e hanno leggermente diminuito quello di frutta (8%) e verdura (9%). Nonostante sia emersa una maggiore irregolarità quotidiana nel consumo dei pasti, sono stati rilevati anche cambiamenti positivi come un maggiore consumo di pasti in famiglia (39%) e di cibo cucinato in casa insieme a figli e figlie (42%).
I genitori hanno segnalato che, rispetto al periodo pre-pandemico, i figli e le figlie hanno subito un peggioramento del loro benessere fisico e psicosociale. In particolare, hanno notato una diminuzione di vitalità e di energia, oltre a un aumento di sentimenti di tristezza e solitudine. In analogia con quanto riscontrato a livello internazionale, i dati EPaS-ISS su movimento e sedentarietà hanno evidenziato una riduzione del tempo dedicato al gioco attivo e alle attività all’aperto (44%) e un aumento del tempo trascorso davanti a un dispositivo elettronico (53%).