sabato, 21 Dicembre, 2024
Attualità

L’omaggio di Mattarella e delle istituzioni a Moro e alle vittime del terrorismo

Meloni: “Facciamo tesoro degli insegnamenti di chi ha perso la vita per la nostra libertà”. La Russa e Fontana: “Lo Stato ha sconfitto chi voleva colpire al cuore la nazione”

Prima la deposizione di una corona di fiori in via Caetani, a Roma, sotto la lapide che ricorda il luogo del ritrovamento del corpo di Aldo Moro, a 46 anni dall’uccisione dello Statista da parte delle Brigate Rosse. Poi la sua presenza a Palazzo Madama dove il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto all’interno della celebrazione del Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice e che ha visto la presenza delle più alte cariche dello Stato, dal Primo Ministro Giorgia Meloni ai Presidenti di Camera e Senato Ignazio la Russa e Lorenzo Fontana. La cerimonia, introdotta da Silvia Giralucci, Presidente dell’Associazione Casa della memoria del Veneto e figlia di Graziano Giralucci, ucciso dalle Brigate rosse nel 1974, è iniziata con il coro degli studenti del liceo scientifico Righi e del liceo classico Visconti di Roma che hanno eseguito l’Inno nazionale.

Pagine insanguinate

Un tema, quello del terrorismo, che ha scritto purtroppo pagine insanguinate all’interno degli ultimi 60 anni della storia dell’Italia. E difatti proprio La Russa ha ricordato che dal 1969, anno della strage di piazza Fontana a Milano, sono stati a oggi oltre 15mila gli atti di varia natura legati a questa brutalità che hanno causato centinaia di morti e migliaia di feriti: “Una violenza feroce e così spregiudicata da creare nei cosiddetti ‘anni di piombo’ un diffuso sentimento di paura, sgomento e insicurezza”, le sue parole, aggiungendo che oggi però “vogliamo ricordare come lo Stato sia riuscito a sconfiggere chi voleva colpire al cuore la nazione e la democrazia”. Il Presidente della Camera ha poi parlato dell’importanza delle leggi speciali messe in campo a supporto delle forze dell’ordine e della magistratura, “fondamentali” e che hanno rappresentato “un modello al quale si sono ispirate anche altri Paesi”. Poi La Russa ha ricordato il coraggio di donne e uomini, come il Commissario Luigi Calabresi e il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, “che hanno fatto del senso del dovere, dell’amore per la patria e dell’impegno per La legalità e la giustizia, un valoroso stile di vita. La coesione nazionale è stata la vera arma in più”. E proprio per questo motivo, per il Presidente della Camera c’è la necessità di proseguire “l’importante opera di desecretazione degli atti delle Commissioni d’inchiesta che hanno indagato su molte tragiche pagine del nostro passato per rimuovere ogni ombra, ogni dubbio, ogni interrogativo ancora aperto”.

Diritti da difendere

Il Presidente del Senato Fontana ha parlato quindi del fatto che il terrorismo, di qualunque matrice, ha generato e continua a generare sofferenza e morte in nome di dottrine e ideologie scellerate, distorte e criminali e quindi “ricordare le persone, e non solo i freddi numeri dei massacri, è un dovere morale delle istituzioni”. Ha poi parlato della necessità di rafforzare la consapevolezza che i diritti e le libertà di cui si gode vanno custoditi e difesi giorno dopo giorno: “Quanto più questa consapevolezza sarà radicata, tanto più forte sarà la risposta a eventuali minacce per la nostra democrazia, soprattutto nell’attuale momento storico, segnato dalla guerra che rischia di rinfocolare fenomeni di violenza e di fanatismo”.

Tesoro degli insegnamenti

Ha affidato ai social il proprio pensiero il Premier Meloni che ha voluto ricordare le figure di Aldo Moro, Peppino Impastato e Rosario Livatino che hanno in comune la data del 9 maggio: nel 1978 venne ritrovato il corpo del giurista pugliese e fu assassinato praticamente in contemporanea il giornalista siciliano e nel 2021 è stata proclamata la beatificazione del magistrato ucciso dalla Stidda: “Non dimentichiamoli e facciamo tesoro dei loro insegnamenti. Lo dobbiamo a tutte le vittime innocenti, a chi ha sacrificato la propria vita per la nostra libertà. Lo dobbiamo a noi stessi, alla nostra storia, alla nostra Patria e ai nostri figli, a chi c’era prima di noi e a chi ci sarà dopo di noi. Lo dobbiamo all’Italia e ai valori che amiamo”.

Le testimonianze

Ieri all’interno della Camera hanno portato le loro testimonianze Alfredo Bazoli, figlio di Giulietta Banzi Bazoli, in rappresentanza dell’Associazione familiari dei Caduti della strage di Piazza della Loggia – Casa della memoria (28 maggio 1974); Franco Sirotti, in rappresentanza della strage dell’Italicus del 4 agosto 1974; Piero Mazzola, figlio di Giuseppe Mazzola, assassinato il 17 giugno 1974; Caterina Manzo, in rappresentanza dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage sul treno rapido 904 del 23 dicembre 1984; Roberto Della Rocca, Presidente dell’Aiviter. Al termine sono state consegnate le targhe agli studenti delle tre scuole vincitrici del Concorso del Ministero dell’Istruzione ‘Tracce di memoria -Edizione 2023-2024’.

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