Instagram e Facebook di Meta sono oggetto di un’indagine della Commissione Ue su come le piattaforme affrontano la disinformazione ai sensi del Digital Services Act (DSA), nel timore che siano vulnerabili alle reti russe. Le presunte violazioni riguardano le pratiche di Meta relative alla pubblicità ingannevole e ai contenuti politici sui suoi servizi, ha reso noto la Commissione. “Data la portata delle piattaforme Meta nella Ue, che rappresentano oltre 250 milioni di utenti attivi mensilmente, e sulla scia delle elezioni europee e di una serie di altre elezioni che si terranno in vari Stati membri, tale deprecazione potrebbe danneggiare soprattutto i processi elettorali. Questo potrebbe accadere in relazione alle capacità di tracciamento della cattiva informazione e della disinformazione, all’identificazione dell’interferenza e della repressione degli elettori e alla trasparenza complessiva in tempo reale fornita a verificatori di fatti, giornalisti e altri soggetti interessati”, ha affermato la Commissione. Inoltre, la Commissione ha dubbi sulla mancanza di visibilità dei contenuti politici e sui meccanismi per segnalare i contenuti illegali. Inoltre, la Commissione ha dubbi sulla mancanza di visibilità dei contenuti politici e sui meccanismi per segnalare i contenuti illegali.
Bersaglio per le reti russe
Secondo l’esecutivo della Ue, la rete pubblicitaria dell’azienda è vulnerabile alla disinformazione e potenzialmente un bersaglio per le reti russe. Le piattaforme inoltre non dispongono di un efficace strumento di monitoraggio elettorale in tempo reale di terze parti poiché Meta non ha sostituito il suo strumento di approfondimento pubblico CrowdTangle, il che rende difficile per ricercatori e giornalisti sapere quali sforzi compie l’azienda per eliminare i contenuti illegali.
Stress test
Meta, TikTok, X e altre piattaforme online sono già state invitate dalla Commissione la settimana scorsa a sottoporre a stress test le linee guida elettorali previste dai Digital Service Act (DSA) volte ad aiutare le grandi piattaforme online e i motori di ricerca a mitigare i rischi che potrebbero incidere sull’integrità delle elezioni e i loro servizi. L’indagine arriva dopo l’avvio, la scorsa settimana, di un’altra indagine della Commissione su TikTok, di indagini avviate all’inizio di quest’anno su X (anch’esse relative a contenuti illegali) e di indagini avviate su AliExpress relative alla conformità con il DSA. La stessa Meta ha inoltre presentato a febbraio un ricorso legale presso il Tribunale di Lussemburgo per aver dovuto pagare una commissione di vigilanza imposta dalla Commissione ai sensi della DSA.