lunedì, 1 Luglio, 2024
Attualità

Urso: “Ex Ilva, a maggio la visita di potenziali acquirenti”

A Palazzo Chigi l’incontro tra governo e sindacati

Nella seconda metà di maggio gli stabilimenti ex Ilva di Taranto saranno visitati da alcune società che hanno manifestato interesse per l’acquisto. L’annuncio è stato dato ieri direttamente dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ai sindacati dei metalmeccanici e commissari straordinari di Acciaierie d’Italia nel corso di un incontro a Palazzo Chigi. Di certo una notizia che fa ben sperare per la rinascita dello stabilimento pugliese il cui futuro è nei pensieri dell’esecutivo che predisporrà nei prossimi giorni un’altra norma per spostare altri 150 milioni da ex Ilva in amministrazione straordinaria ad Acciaierie d’Italia sempre in attesa comunque che l’Unione europea sblocchi il prestito ponte da 302 milioni di euro, per un totale complessivo di 620 milioni considerando i 150 già distribuiti. A comunicarlo, al termine del vertice, Francesco Rizzo dell’Usb: “Bisogna fare presto, la situazione è critica. Una cosa oggi (ieri, ndr) chiara è stata detta, che noi diciamo da tempo: siamo arrivati a tre giorni dalla fermata totale della fabbrica, e la condizione che hanno trovato oggi grida al miracolo se siamo ancora in piedi” il suo monito. Al momento a Taranto è in funzione a ritmi molto ridotti solo l’Altoforno 4, che sarà mantenuto fino al 2030. L’Afo 1 e Afo 2 sono invece fermi per manutenzione. Afo 5 è fermo da marzo del 2015.

Piano industriale

Dall’incontro è emersa una sorta di ipotesi del nuovo piano industriale che arriverà a suo completamento nel 2027 con la costruzione di due forni elettrici, dove i lavori inizieranno nel 2025 e che dovranno produrre 4 milioni di tonnellate di acciaio all’anno per un totale di produzione di 6 milioni di tonnellate ogni anno, mentre l’autorizzazione del nuovo piano prevede la produzione di 8 milioni di tonnellate di acciaio. Inoltre emerge dal vertice che l’altoforno 5 non rientra nel nuovo piano industriale presentato. I Commissari hanno ribadito che sono garantiti gli attuali livelli occupazionali di tutti i lavoratori.

Dubbi sull’occupazione

Sarà vero? Per Rizzo il piano potrebbe avere un impatto occupazionale negativo: mentre i forni elettrici possono essere sicuramente più efficienti e sostenibili dal punto di vista ambientale, hanno anche un impatto occupazionale minore rispetto agli altoforni tradizionali. Secondo le stime dell’Usb, questa transizione potrebbe portare all’esclusione dal mondo del lavoro di circa 4.500 lavoratori, un impatto significativo che si aggiungerebbe ai 1.700 già in cassa integrazione. “Usb ha già fornito al governo delle proposte concrete”, ha aggiunto Rizzo, “a previsione di impatti occupazionali pesanti. Bisogna creare regole innovative sul diritto al riconoscimento di lavoro usurante, l’amianto, l’accompagnamento alla pensione. L’esecutivo risponda alle nostre proposte quanto prima, urgono soluzioni a favore dei lavoratori che in questo momento stanno facendo la fame”.

Nuovo incontro

Per la cronaca, il 7 maggio è calendarizzato un nuovo incontro con i Commissari e organizzazioni sindacali nella sede di Confindustria di Roma in viale dell’Astronomia.

Per il governo all’incontro, oltre Urso, erano il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in video collegamento e il Sottosegretario Alfredo Mantovano. Per i sindacati, presenti i rappresentanti di Fiom Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Usb e Ugl metalmeccanici. All’incontro hanno preso parte anche i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia

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