Il fenomeno degli atti intimidatori contro sindaci, amministratori locali e dipendenti della Pubblica amministrazione ha raggiunto proporzioni preoccupanti nel corso del 2023. È quanto emerge dal nuovo rapporto ‘Amministratori sotto tiro’ presentato nella nuova sede della Federazione nazionale della stampa italiana. Lo studio, redatto da Avviso pubblico, rivela che nel corso del 2023 sono stati censiti ben 315 atti intimidatori, con una media di un caso ogni 28 ore. Un dato allarmante che testimonia un incremento degli episodi, soprattutto al Nord, che rappresenta il 39% del totale. In sostanza sono numeri confermano il trend degli ultimi 14 anni del report, che ha registrato oltre 5.300 eventi di violenze e minacce.
Il Presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà, ha dichiarato che “i dati confermano quantitativamente un fenomeno inaccettabile”, aggiungendo che alcuni luoghi d’Italia vivono una realtà in cui tali atti intimidatori diventano quasi “ordinaria” modalità di relazione con le istituzioni. Montà ha evidenziato che gli atti concreti come violenza fisica, incendi e attentati dinamitardi si concentrano soprattutto al Centro-Sud, sottolineando che questa è una condizione che si cronicizza, soprattutto dove la presenza criminale è più forte e si registrano scioglimenti dei comuni.
Nuova tendenza
Un dato nuovo e significativo è emerso durante la presentazione del rapporto: per la prima volta la Calabria, e in particolare la provincia di Cosenza, si attesta come la regione italiana più colpita, con ben 51 episodi di atti intimidatori registrati nel corso del 2023. Seguono la Campania, la Sicilia e la Puglia. Montà ha inoltre sottolineato che laddove si concentrano attentati e minacce, spesso si riscontra una resistenza al fenomeno mafioso da parte di amministratori che non cedono alle pressioni dei clan. Con l’avvicinarsi delle prossime elezioni, Montà ha espresso preoccupazione per un possibile inasprimento del fenomeno, sottolineando che anche chi si candida a rivestire un incarico pubblico è oggetto di minacce. Il 55% dei casi di aggressione e minacce si registra nei comuni al di sotto dei 20mila abitanti, mentre il 21% avviene in comuni che sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose.
Avviso Pubblico ha manifestato la propria disponibilità a portare esperienza, conoscenza e proposte all’interno dell’Osservatorio costituito presso il Ministero dell’Interno, chiedendo al Parlamento e al Governo di confermare per il 2025 e seguenti gli stanziamenti del fondo a beneficio degli amministratori e di chi è oggetto di atti di intimidazione.
Il rapporto si è arricchito di un focus dedicato agli episodi di violenza politica nel resto d’Europa, redatto da Acled (Armed Conflict Location & Event Data Project), che ha evidenziato un aumento del 76% degli atti di violenza e intimidazione agli amministratori locali nei Paesi dell’Ue rispetto all’nno precedente. Tra i Paesi europei, è la Francia a registrare il dato più alto.