La benzina costa o non costa 2,5 euro al litro? I consumatori dicono di sì anche perché si avvicinano i week-end del 25 aprile e del primo maggio e gli speculatori sono in agguato. La soglia è psicologica, ma il portafoglio è reale. La Federazione dei gestori degli impianti (Figisc) non è d’accordo e scodella una quantità di dati a partire dalla domanda: “quanti sono questi prezzi esagerati?” Prendiamo i dati dei prezzi self del MIMIT: il 9 aprile, i prezzi della benzina sopra i 2,5 euro/litro sono nientemeno che “uno solo” su 19.902, del gasolio addirittura “due” su 19.863; nel mese di aprile la media per la benzina è stata di 1,37 su 19.660, ossia lo 0,007 %, contro un prezzo medio di 1,899, e per il gasolio di 1,24 su 19,601, ossia lo 0,006 % di tutti i prezzi, contro un prezzo medio di 1,803. “Certo – sostiene Figisc – non è la prima volta che accade: successe esattamente questo quando ad inizio 2023 si avviò la “guerra del cartello” del prezzo medio, ed in autunno quando si capì che il cartello non poteva controllare gli aumenti.”
L’altalena geopolitica
Fermo restando il macigno delle accise, il costo del prodotto è cresciuto in sintesi di 0,134 euro/litro per la benzina contro un aumento del prezzo alla pompa di 0,105, per il gasolio invece il rincaro del costo prodotto è di 0,046 contro una lievitazione di 0,031 euro/litro del prezzo alla pompa. La volatilità delle quotazioni del greggio e dei prodotti lavorati è ormai da tempo (per le ragioni più sopra elencate di ordine geopolitico e commerciale) una costante; ciò si riflette in aumento o calo sui prezzi all’utente finale; nei momenti di maggiore stress si è agito sulla leva fiscale (il calo delle accise) che costituisce una parte importante del prezzo, con un sacrificio pesante sul bilancio dello stato che è assai problematico replicare. Tuttavia, la “altalena” dei prezzi è, da sempre, una costante strutturale per questi beni, “cui non si pone rimedio – conclude la Federazione – alzando i toni ogni volta che si è di fronte ad una curva in salita, salvo tacerne quando la curva è in discesa. Soprattutto quando si “informa” (e si precisa che è un eufemismo) che lo 0,007 % dei prezzi è uguale al 100% e che “UNO” o “DUE” equivale a 20.000.”
Faib: tornare all’accisa mobile
Per Faib, i gestori associati a Confesercenti, “nella prima settimana di aprile, il prezzo industriale della benzina è risultato in aumento di 9 centesimi rispetto alla media di inizio anno, mentre quello del gasolio di 4 centesimi.” Il presidente Giuseppe Sperduto, sostiene che “per fronteggiare gli effetti dell’aumento dei prezzi dei carburanti sul sistema economico dobbiamo tornare a parlare dell’accisa mobile, ovvero il meccanismo che consente di impiegare il maggior gettito IVA legato agli aumenti dei prezzi dei carburanti, per ridurre in modo dinamico le accise. In questo quadro, l’accisa mobile – conclude Sperduto – permetterebbe un risparmio per i consumatori di circa 186 milioni di euro (103 dalla benzina e 83 dal gasolio) in un mese. Una misura di equità che andrebbe a vantaggio di imprese e consumatori, perché permetterebbe di trattenere l’inflazione generata dal caro-carburanti e di spalmare i benefici della riduzione dei prezzi alla pompa su più fronti”.