mercoledì, 15 Gennaio, 2025
Attualità

Il Cnr mette le mani avanti e delibera la difesa della libertà di ricerca internazionale

Dopo i casi di Torino e della Normale di Pisa gli scienziati si tutelano

Visto quanto accade nelle università italiane: la contestazione alla sociologa Chiara Saraceno, ad esempio, all’Università di Torino per la quale ha osservato: “esistono soltanto buoni o cattivi, non viene considerata la complessità della realtà” o la decisione del Senato accademico della Normale di Pisa di riconsiderare il bando Maeci Italia-Israele, suscitando la contrarietà del ministro dell’Università Anna Maria Bernini e perfino dell’associazione “Amici della Normale”, il Consiglio nazionale delle Ricerche ha sfornato una delibera che mette le mani avanti per la tutela della “scienza e della diplomazia scientifica per la pace.”

Autonomia e libertà scientifica

Il Cnr, si legge nel documento, è “un ente pubblico di ricerca che opera nel rispetto dei principi di autonomia, libertà e responsabilità scientifica; in aderenza al dettato costituzionale ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo della conoscenza, competitività, innovazione e qualità della vita nel Paese e nel mondo.” Inoltre “il Cnr riconosce il valore della cooperazione internazionale e della diplomazia scientifica come strumenti per favorire il dialogo, la comprensione, la risoluzione dei conflitti e la costruzione della pace tra i popoli” e dunque, consapevole delle gravi situazioni di crisi umanitarie, politica e militare che affliggono il Medio Oriente, esprime solidarietà “a tutte le vittime innocenti del conflitto e appoggia la richiesta di cessare il fuoco e di riprendere i negoziati per una soluzione pacifica e duratura, basata sul diritto internazionale e sulle risoluzioni delle Nazioni Unite, che garantisca la sicurezza, il riconoscimento e l’autodeterminazione di entrambe le parti.”

No ai boicottaggi scientifici

Fatta la lunga premessa, il Cnr sottolinea che “non aderisce ad alcuna forma di boicottaggio nei confronti delle istituzioni scientifiche giudicando prioritario mantenere i rapporti con il mondo scientifico e accademico, utilizzando lo strumento della diplomazia scientifica quale sostegno al processo di pace, anche partendo dalle collaborazioni con i colleghi e le colleghe israeliani e palestinesi.” Inoltre, il Consiglio nazionale delle Ricerche “nel suo ruolo di maggiore Ente pubblico di ricerca del Paese e per le responsabilità che da ciò derivano, si impegna a offrire la propria disponibilità e il proprio sostegno per accogliere, nel rispetto delle normative vigenti, scienziati e scienziate provenienti dalle zone di conflitto in Palestina che vogliono continuare a lavorare e a contribuire al progresso della conoscenza.” E quindi “si impegna a garantire che, nel presentare proposte di ricerca in risposta al bando bilaterale con Israele, siano escluse ricerche in ambiti duali o militari, in coerenza con le impostazioni di diplomazia scientifica quale contributo al processo di pace. Istituisce un tavolo permanente per la promozione della pace e dei valori di convivenza civile aperto a scienziate e scienziati dei paesi coinvolti nei conflitti in corso e afferma la disponibilità a promuovere progetti di capacity building nel campo della ricerca e della cultura nei paesi e nelle zone di conflitto, come strumenti per sostenere una pace duratura.”

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