“Vorrei che il dono della pace arrivasse dove vi è più bisogno, alle popolazioni stremate dalla guerra e da ogni forma di oppressione”. Ieri, dopo la recita del Regina Coeli in piazza San Pietro, il Papa ha lanciato un nuovo emozionante appello, affrontando le crisi umanitarie che affliggono le popolazioni più vulnerabili del mondo, laddove gli scontri sono da mesi all’ordine del giorno, dall’Ucraina al Medioriente. Insomma, anche nel corso del suo messaggio lanciato in occasione del lunedì dell’Angelo Francesco, affacciandosi dalla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano, è tornato sul tema dei tanti conflitti che stanno interessando tante parti del pianeta.
Basta sofferenza e morte
Parole che seguono quanto già detto dal Santo Padre nei giorni scorsi, quando aveva espresso un impegno concreto a lavorare per portare la pace in quelle aree del mondo dove la sofferenza è più acuta. La sua voce ieri è risuonata come un faro di speranza per milioni di persone che vivono in situazioni di conflitto e povertà estrema, offrendo loro un segno di solidarietà e sostegno.
Gioia da condividere
In un momento centrale dell’Anno liturgico, il Pontefice ha espresso profonda riconoscenza per gli auguri che ha ricevuto durante questo periodo pasquale carico di significato spirituale, condividendo con i fedeli presenti in Vaticano (circa 12mila) un messaggio di speranza parlando dell’importanza di condividere “la gioia, che è un’esperienza meravigliosa che impariamo fin da piccoli”, ricordando momenti di felicità che ognuno di noi ha vissuto, come quando un ragazzo ottiene un bel voto a scuola o un giovane raggiunge successi sportivi: “Proviamo a ricordare, ciascuno di noi, un momento tanto felice che era persino difficile esprimerlo a parole, ma che abbiamo desiderato raccontare subito a tutti”.
No a una vita senza speranza
Ma la gioia della Pasqua, ha sottolineato, è qualcosa di ancora più grande. “Perché la risurrezione di Gesù non è solo una notizia stupenda o il lieto fine di una storia, ma qualcosa che cambia la nostra vita completamente e per sempre. È la vittoria della vita sulla morte, della speranza sullo sconforto. Gesù ha squarciato il buio del sepolcro e vive per sempre: la sua presenza può riempire di luce qualsiasi cosa”.
Il sostegno del Signore
Ogni giorno, ha spiegato il Papa, diventa la tappa di un cammino eterno, ogni “oggi” può sperare in un “domani”, ogni fine in un nuovo inizio. “Ogni istante è proiettato oltre i limiti del tempo, verso l’eternità”. Il Pontefice ha voluto ricordare che la Risurrezione di Gesù non è soltanto un evento del passato, ma una realtà viva e tangibile che permea le nostre vite quotidiane: “La gioia della Risurrezione non è qualcosa di lontano. È vicinissima, è nostra, perché ci è stata donata nel giorno del Battesimo”. La gioia della Risurrezione, ha continuato il Papa, “dona una nuova prospettiva sulla vita e invita a non temere nulla, poiché Gesù, vincitore del peccato, della paura e della morte, è con noi e ci sostiene: Non temiamo, non appiattiamoci in una vita senza speranza”.