“Voi rinunciate a tutto per costruire e garantire quella pace della quale in tanti soprattutto in questo momento si riempiono la bocca comodamente seduti dal divano di casa loro. Perché la pace non si costruisce con i buoni e sentimenti e le belle parole. La pace è soprattutto deterrenza, impegno, sacrificio”.
Sono parole, queste, rivolte dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni al contingente italiano in Libano (della missione Onu Unifil e di quella bilaterale Mibil), visitato ieri nel corso del suo ultimo giorno istituzionale all’interno del Paese mediorientale, dopo aver incontrato mercoledì il Primo Ministro Najib Mikati. L’occasione, per il Premier, di evidenziare il ruolo cruciale delle forze armate nel promuovere la pace e la stabilità internazionale, sottolineando l’importanza dell’impegno militare e del sacrificio personale nel perseguire un mondo più sicuro e pacifico per tutti.
Un grazie ai militari
Dunque, il Premier, dalla base Millevoi di Shamaa, nel Sud del Paese, ha colto l’occasione per ringraziare i militari italiani, trascorrendo l’intera mattinata con loro, tra selfie, partite a calciobalilla e il pranzo, portando la riconoscenza e la vicinanza del governo e del Paese per l’impegno profuso in un quadro di sicurezza fortemente deteriorato, a tutela della sicurezza internazionale in linea con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: “Sono qui per dirvi grazie a nome dell’Italia, per aver scelto di indossare una divisa e per aver capito che indossare quella divisa significa poter usare tanto la testa tanto il cuore”.
Ha voluto quindi ricordare di come i giorni di oggi siano particolarmente “difficili” non solo per quanto sta accadendo in Medioriente o in Europa, ma per il mondo intero, paragonando la situazione attuale a un incendio che si propaga rapidamente, “mettendo in pericolo l’intero pianeta”. Ed è fondamentale, per il Primo Ministro, il ruolo dei militari italiani come una parte essenziale degli sforzi per contrastare “questa fiammata di crisi e instabilità. Dobbiamo fare tutto il possibile, siete parte di quel possibile, siete la barriera di sabbia che aiuta a non far progredire l’incendio. E tutta l’Italia ne deve essere consapevole. Il Paesedeve essere consapevole di quello che garantite con i vostri sacrifici. Grazie per aver accettato di venire fino a qui in Libano, dove da decenni le nostre forze armate costituiscono un pezzo fondamentale della missione Unifil”. Il Paese mediorientale, per Meloni, riveste un ruolo fondamentale nel mantenimento degli equilibri in questa regione: “Il Libano è una nazione alla quale l’Italia è legata da una grande storia di amicizia”.
La gaffe
Da segnalare un episodio alquanto curioso accaduto mercoledì allo scalo di Beirut all’arrivo della Meloni. In un video si vede il Premier Miqati accogliere ai piedi della scaletta dell’aereo con entusiasmo una donna, scambiandola per il Presidente del Consiglio dandole due baci e un abbraccio e camminando al suo fianco per alcuni istanti. In realtà si trattava della Segretaria personale di Meloni, Patrizia Scurti (bionda anche lei): il Presidente del Consiglio era ancora sull’aereo. Insomma, cerimoniale da ripetere.