Le sostanze “per” e “polifluoroalchile” (Pfas) sono una classe altamente persistente di sostanze chimiche che si stanno accumulando nell’ambiente, nell’uomo, “e sono sulla buona strada per superare il confine planetario per l’inquinamento chimico.” Sono noti più di 12.000 Pfasdiversi e una ricerca ha dimostrato che sono utilizzati a livello globale in molti prodotti di consumo e processi industriali. Sostanze chimiche che finiscono nei piatti e nei bicchieri dai quali mangiamo e beviamo. Ad esempio una ricerca sostiene che le cannucce ecologiche a base vegetale (fatte di carta o bambù) non sono necessariamente un’alternativa più sostenibile alle cannucce di plastica mentre “l’alternativa più sostenibile sembrano essere le cannucce in acciaio inossidabile”, che possono essere riutilizzate, non contengono Pfas e possono essere completamente riciclabili. Quasi sempre, infatti, le cannucce di carta o altri materiali, che hanno sostituito le cannucce di plastica, possono essere contaminate da Pfas per renderli idrorepellenti.
Pfas, migliaia di anni per degradarsi
Quasi 70 prodotti chimici “eterni”, del gruppo dei cosiddetti perfluoroalchilici e polifluoroalchilici (Pfas), si trovano comunemente in materiali che entrano in contatto con il cibo, alcuni dei quali sono stati collegati a problemi per la salute, tra cui cancro e problemi riproduttivi e immunitari. Il risultato viene da uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Science and Technology e condotto da Birgit Geueke dell’organizzazione Food Packaging Forum in Svizzera. I Pfas sono una classe di sostanze chimiche sintetiche utilizzate per produrre beni come pentole antiaderenti e abbigliamento impermeabile. I legami chimici nei Pfassono così forti che queste sostanze possono impiegare centinaia o migliaia di anni per degradarsi.
Potenzialmente cancerogeno
Geueke, con altri colleghi dell’organizzazione e un consulente indipendente statunitense, hanno analizzato 1.312 studi condotti in tutto il mondo che dettagliano le sostanze chimiche che entrano in contatto con il cibo, nelle diverse fasi dalla produzione, all’imballaggio o alla cottura. Il team ha scoperto che 68 Pfas sono comunemente presenti in materiali che entrano in contatto con il cibo, come imballaggi e pentole. Di questi, 61 non erano precedentemente noti per essere presenti in tali materiali e quindi non sono stati inclusi negli elenchi normativi che regolano l’uso dei Pfas. Solo 39 dei 68 Pfas sono stati esaminati per la tossicità. Una delle sostanze che è stata analizzata è l’acido perfluorottanoico, classificato come potenzialmente cancerogeno per le persone, sulla base di prove limitate che può causare cancro ai testicoli e ai reni.
Serve nuova normativa
L’87% di questi Pfas appartengono agli acidi perfluorocarbossilici e ai composti a base di fluorotelomeri. Le tendenze della lunghezza della catena dimostrano che gli acidi perfluorolichilici a catena lunga continuano a essere trovati, nonostante anni di sforzi globali per ridurre l’uso di queste sostanze. Per i Pfas per i quali sono stati effettuati test di tossicità, sono stati riportati molti esiti avversi. Le lacune nei dati e nella conoscenza – concludono i ricercatori – necessitano di proposte internazionali per limitare i Pfas, compreso il loro uso nei materiali a contatto con gli alimenti, per proteggere la salute umana e ambientale.