Il calcio potrebbe trainare un nuovo “umanesimo sportivo”. Non è facile, ma il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ci prova. Durante l’incontro alla Rappresentanza d’Italia all’Onu con l’ambasciatore Maurizio Massari ha detto che “l’idea di un nuovo umanesimo sportivo ci deve portare fuori da una crisi che il nostro mondo vive, da cui dobbiamo uscire attraverso la valorizzazione di elementi fondamentali: istituzioni, impresa e imprenditoria, società civile, tre macro aree che devono trovare una possibilità di lavorare insieme, migliorare e crescere”. La Federazione italiana è la prima, tra quelle sportive, a dotarsi di un “documento strategico” di sostenibilità redatta sulla base dell’Agenda 2030 dell’Onu con l’obiettivo di “ampliare un canale legato ad alcune convenzioni con molti Paesi e mettere alcune eccellenze del mondo del Calcio a disposizione di Paesi che lo chiedono.”
Per il bene del calcio
Ci sono paesi nel mondo, ha spiegato Gravina, dove non si riescono a completare i campionati perché mancano i palloni, o manca completamente la formazione. “Siamo molto impegnati nel diffondere messaggi chiari, univoci, ma anche complicati in termini di capacità realizzativa, perché capisco che andiamo a toccare delle sensibilità che a volte comportano sul piano personale delle amarezze”, ha proseguito Gravina, sottolineando che “raccontiamo un mondo diverso, non parliamo dei risultati sportivi, non ci piace declinare le difficoltà economiche o finanziarie dei nostri club che sono legati a scelte e valutazioni imprenditoriali dove noi possiamo adottare dei rimedi.” “Lo stiamo facendo e lo faremo anche con l’approvazione del piano strategico, anche qui tante resistenze, ma le resistenze si superano – ha aggiunto il presidente della Figc -. Se si sa che serve qualcosa per il bene del calcio italiano e non si fa, quella è una responsabilità omissiva che il sottoscritto non si può permettere, e neanche il calcio.”
Progetti con l’Africa
La Federazione italiana ha presentato già nel 2023 un progetto legato al tema della sostenibilità: si basa su undici politiche e 70 obiettivi strategici monitorabili. Gravina ha sottolineato l’importanza della dimensione proattiva del calcio per “abbattere una serie di staccionate, avvicinare culture non sempre dialoganti, e che è uno degli elementi utili per arrivare anche a forme di pacificazione generalizzate”. Mentre Massari ha precisato che “stiamo portando avanti progetti nel Mediterraneo e in Africa, con un campo per giovani e giovanissimi dall’Uganda alla Giordania. E stiamo avviando iniziative per raccontare storie di giovani calciatori e consentirgli di allenarsi con squadre di serie A”.
Giornata internazionale del Calcio
L’Italia, tra l’altro, è co-sponsor della bozza dell’Assemblea Generale Onu che verrà approvata nelle prossime settimane e che istituisce la Giornata internazionale del calcio il 25 maggio, “molto importante come segnale per ridurre esclusioni e discriminazioni”. Lo ha annunciato l’ambasciatore Massari che ha poi sottolineato “l’importanza del calcioe dello sport come asset anche di politica estera”: “L’Italia si è molto impegnata negli ultimi anni nella diplomazia sportiva e il calcio è uno degli strumenti di soft power. Alle Nazioni Unite ha un significato particolare come valore universale, di sostenibilità, strumento di apertura, di potenziamento del ruolo di giovani donne e anche disabili”.