giovedì, 19 Dicembre, 2024
Società

Quanto spreco nella rete idrica: l’Italia perde la metà dell’acqua

L'analisi dell'Istat

Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica, nel 2022 l’Italia ha registrato una perdita significativa del 42,4% dell’acqua potabile all’interno delle reti idriche nazionali. Un dato preoccupante che indica che una quantità considerevole di acqua immessa nelle reti comunali di distribuzione viene dispersa prima di raggiungere gli utenti finali. Questo fenomeno di dispersione è peggiore rispetto al 2020, quando la percentuale di perdita era del 42,2%. Secondo le analisi condotte dall’Istat, nel 2022 l’acqua dispersa nelle reti comunali di distribuzione sarebbe stata sufficiente a soddisfare le esigenze idriche di circa 43,4 milioni di persone per un intero anno, rappresentando il 75% della popolazione italiana. Da qui la necessità e l’urgenza di affrontare il problema delle perdite idriche per garantire un uso efficiente delle risorse idriche nel paese.

L’Istat fa notare di come sia preoccupante notare che nonostante gli sforzi compiuti da molti gestori del servizio idrico per ridurre le perdite e migliorare la gestione delle risorse, il volume di acqua dispersa rimane considerevole. Nel 2022, il volume totale delle perdite idriche ammontava a 3,4 miliardi di metri cubi, con una media di 157 litri di acqua dispersa al giorno per abitante.

Le cause

Le cause di queste perdite sono molteplici e includono fattori fisiologici, come le rotture nelle condotte e la vetustà degli impianti, oltre a fattori amministrativi come errori di misurazione dei contatori e utilizzi non autorizzati, come gli allacci abusivi. Un ulteriore dato allarmante riguarda la crescente sfiducia nell’acqua di rubinetto da parte delle famiglie italiane. Nel 2023, la quota di famiglie che non si fidano a bere acqua di rubinetto è stata del 28,8%, confermando una tendenza preoccupante che richiede azioni immediate da parte delle autorità competenti.

Analizzando le perdite idriche per regione, emerge un quadro eterogeneo. L’Emilia Romagna si conferma come la regione con la minore percentuale di perdite (29,7%), seguita dalla Valle d’Aosta (29,8%), mentre la Basilicata e l’Abruzzo registrano i peggiori risultati, con perdite rispettivamente del 65,5% e del 62,5%.
Le differenze territoriali e infrastrutturali confermano il divario Nord-Sud, con le regioni del Centro e del Mezzogiorno che presentano le situazioni più critiche. I distretti idrografici della Sardegna, della Sicilia e dell’Appennino meridionale riportano le perdite totali più ingenti, mentre il distretto del Fiume Po registra il valore minimo.

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