“Sull’Ucraina la posizione del governo è chiara, vedo invece ambiguità nelle opposizioni”. È stato un martedì caratterizzato da dibattiti e forti tensioni quello di ieri nell’Aula della Camera durante il secondo passaggio parlamentare del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo di oggi e domani, dove si parlerà principalmente dei conflitti in atto alle porte dell’Europa e in Medioriente. Dopo il primo intervento del Premier, i toni si sono particolarmente alzati quando a prendere la parola sono stati il numero uno del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte e la Segretaria del Partito democratico Elly Schlein. Il dibattito si è concluso con la messa ai voti delle risoluzioni, identiche a quelle già votate ieri in Senato: è stata approvata quella di maggioranza, via libera anche alle parti delle risoluzioni presentate da Italia viva e Azione sulle quali il governo aveva espresso parere favorevole, respinte le altre.
Disgelo in Aula
La giornata è iniziata con un gesto distensivo da parte del Vicepremier Matteo Salvini che, dopo l’assenza in Senato di lunedì, ieri si è presentato a Montecitorio abbracciando il Primo Ministro, abbandonando comunque l’Aula dopo qualche minuto (presente invece fino alla fine Antonio Tajani). Meloni ha quindi preso la parola, rivendicando la coerenza della maggioranza e criticando l’opposizione per i suoi attacchi “un po’ nervosi”. Parlando quindi dei rapporti con gli alleati, Meloni si è detta molto tranquilla. “Mi si dice di parlare con Orban (il Primo Ministro dell’Ungheria, ndr) e con Salvini per chiarire il sostegno all’Ucraina”, ha detto, “ma in entrambi i casi contano le decisioni e i voti. Penso oggettivamente che non sia sostenibile la tesi per la quale la posizione del governo italiano, oggi, a cospetto del mondo che ci guarda, non sia chiara su questo tema”, ha aggiuntoil Premier, che ha poi punzecchiato le opposizioni: “Oggettivamente mi pare che ci sia una questione maggiore nel famoso campo largo. Non parlo solamente della posizione molto chiara e molto cristallina del Movimento 5 Stelle. Parlo anche delle ambiguità di un Partito democratico, che spiega a noi che cosa dobbiamo fare e poi si astiene sull’invio delle armi all’Ucraina. Almeno non venite a spiegarci che cosa dobbiamo fare”.
Colpa della Russia
Il Premier nel corso del suo intervento è tornata ad attaccare la politica aggressiva di Mosca nei confronti di Kiev: “È la Russia a non volere la fine del conflitto, è quello che ho sentito dire da Putin nell’ultimo G20 se non ritira le sue truppe. Quello che noi stiamo facendo è propedeutico alla pace. Stiamo cercando di costruire le precondizioni per arrivare a un tavolo di trattativa. Anche le garanzie di sicurezza sono una precondizione per sedersi a quel tavolo. Sono stati già sottoscritti degli accordi di intesa non rispettati dalla Russia”.
Passando al conflitto in Medio Oriente, Meloni ha risposto a una sollecitazione di Nicola Fratoianni, Segretario di Sinistra Italiana, dicendosi in disaccordo “sul tema del ripristino immediato dei fondi a Unrwa: finché non è stata fatta piena luce sull’utilizzo delle risorse, non si deve fare questo errore. Non significa non occuparsi dei civili a Gaza: mentre noi sospendiamo i fondi a Unrwa, altre associazioni operano, abbiamo trasferito 20 milioni di euro a Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. E oggi stiamo per stanziare ulteriori risorse per Food for Gaza per coordinare meglio gli aiuti”.
Toni alti
E sul tema della politica estera è scoppiata una vera e propria bagarre nel corso dell’intervento di Conte, con frasi taglienti e accuse pesanti. Il leader pentastellato ha apertamente criticato Meloni, accusandola di mancare di visione e di leadership nella gestione degli affari esteri: “Lei oggi si presenta senza soluzioni, non vuole inviare le truppe in Ucraina, non vuole trattare con Putin, non vuole partecipare a un tavolo di pace, ha messo l’Italia in un vicolo cieco. Negoziare le migliori condizioni per l’Ucraina è l’unico modo per evitare la terza guerra mondiale”, il suo attacco. E poi ancora, riferendosi a una battuta fatta da Meloni lunedìin Senato, ha replicato: “Secondo lei il problema degli italiani è la mia pochette o l’elmetto che ha messo all’Italia? Gli italiani non vogliono la terza guerra mondiale dove lei ci sta portando”. È stata poi la volta della Schlein che ha criticato Meloni soprattutto in relazione alla sua recente visita al Cairo. Nel mirino la difesa accanita del Premier che ha detto che “il Presidente dell’Egitto al-Sisi è diverso da Putin perché non ha invaso una nazione vicina. Allora la segretaria Pd ha ribattuto: “Quando va in Egitto anziché offrire risorse per bloccare le partenze in un Paese che non è sicuro per gli egiziani né per gli altri, pretenda da al-Sisi gli indirizzi dei quattro imputati per le torture e l’omicidio di Giulio Regeni. Questo dovrebbe fare”. Per quanto riguarda l’Ucraina, Schlein ha respinto le accuse di Meloni: “Abbiamo sempre mantenuto un atteggiamento coerente al di la delle sue fake news: abbiamo sempre sostenuto che sia doveroso sostenere il popolo ucraino”. E “sostenere l’Ucraina è giusto, ma siamo contrari a mandare militari europei sul campo”.
La giornata di ieri è stata anche contrassegnata da una colazione di lavoro al Quirinale tra il Capo dello Stato Sergio Mattarella, il Premier Meloni e alcuni ministri: sulla crisi in Medio Oriente l’Italia auspica che in sede di Consiglio europeo si arrivi a una posizione chiara e comune, la linea comune.
Ieri il Cdm
Intanto ieri il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al contratto di servizio Rai per il quinquennio 2023-2028. La proposta è stata avanzata dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e approvata durante la riunione governativa. Secondo quanto dichiarato dal comunicato di Palazzo Chigi, il nuovo contratto prevede una regolamentazione specifica per lo sviluppo dei servizi e delle trasmissioni in Lingua Italiana dei Segni (Lis), insieme alla promozione e realizzazione della cultura della sussidiarietà e del Terzo Settore. Parallelamente, il Consiglio dei Ministri ha anche preso altre importanti decisioni in ambito culturale e di protezione civile. La città di Taurianova (RC) è stata designata Capitale Italiana del Libro per l’anno 2024, mentre l’Aquila riceverà il titolo di Capitale Italiana della Cultura nel 2026. Infine, il governo ha prorogato lo stato di emergenza per altre regioni italiane. In Emilia Romagna, Umbria e Marche, le condizioni meteorologiche avverse degli ultimi anni hanno richiesto ulteriori interventi di protezione civile e di assistenza ai cittadini colpiti da eventi sismici e calamità naturali. La proroga dello stato di emergenza è stata decisa al fine di garantire la continuità delle misure di sostegno e assistenza necessarie per superare la situazione di emergenza.