Il numero di bambini morti prima di compiere 5 anni ha raggiunto un minimo storico, scendendo a 4,9 milioni nel 2022, nel 2012 sono stati 6,6 milioni. Sono le stime diffuse da Unicef e altri istituti del Gruppo inter-agenzie delle Nazioni Unite scritte nel rapporto “Levels & Trends in Child Mortality”. Il rapporto rivela che oggi sopravvivono più bambini che mai, con un tasso di mortalità globale sotto i 5 anni diminuito del 51% dal 2000. Diversi Paesi a reddito basso e medio basso hanno superato questa percentuale, dimostrando che i progressi sono possibili quando ci sono sufficienti risorse destinate all’assistenza sanitaria primaria, compresa la salute e il benessere dei bambini. Ad esempio, i risultati mostrano che Cambogia, Malawi, Mongolia e Ruanda hanno ridotto la mortalità dei bambini al di sotto dei 5 anni di oltre il 75% dal 2000.
Unicef: decenni di impegno
“Dietro questi numeri si nascondono le storie di ostetrici e personale sanitario qualificato che aiutano le madri a partorire in sicurezza i loro neonati, di operatori sanitari che vaccinano e proteggono i bambini da malattie mortali e di operatori sanitari di comunità che effettuano visite a domicilio per sostenere le famiglie e assicurare il giusto supporto sanitario e nutrizionale ai bambini“, ha dichiarato la direttrice generale dell’Unicef, Catherine Russell. “Grazie a decenni di impegno da parte di individui, comunità e nazioni per raggiungere i bambini con servizi sanitari efficaci, di qualità e a basso costo, abbiamo dimostrato di avere le conoscenze e gli strumenti per salvare vite umane“.
Africa e Asia da aiutare
Ma i risultati mostrano anche che, nonostante questi progressi, la strada da percorrere per porre fine a tutte le morti prevenibili di bambini e giovani è ancora lunga. Oltre ai 4,9 milioni di vite perse prima di compiere 5 anni – di cui 2,3 milioni durante il primo mese di vita e 2,6 milioni tra 1 e 59 mesi – sono state stroncate anche le vite di altri 2,1 milioni di bambini e giovani tra i 5 e i 24 anni. La maggior parte di questi decessi si è concentrata nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale. Tra il 2000 e il 2022, il mondo ha perso 221 milioni di bambini, adolescenti e giovani
Malattie tutte curabili
Questa tragica perdita di vite umane è dovuta principalmente a cause prevenibili o curabili, come le nascite pretermine, le complicanze durante il parto, la polmonite, la diarrea e la malaria. “Sebbene si siano registrati progressi apprezzabili, ogni anno milioni di famiglie continuano a subire il devastante strazio della perdita di un bambino, spesso nei primissimi giorni dopo la nascita“, ha affermato il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Il luogo di nascita di un bambino non dovrebbe determinare la sua vita o la sua morte. È fondamentale migliorare l’accesso a servizi sanitari di qualità per ogni donna e bambino, anche durante le emergenze e nelle aree remote“. Gli studi dimostrano che la mortalità dei bambini sotto i 5 anni nei Paesi a più alto rischio potrebbe diminuire in modo sostanziale se gli interventi di sopravvivenza dei bambini basati sulle comunità potessero raggiungere chi ne ha bisogno. Questo pacchetto di interventi da solo salverebbe milioni di bambini e fornirebbe cure più vicine a casa.
Entro 2030 ne moriranno 35 milioni
Ai tassi attuali, 59 Paesi non raggiungeranno l’obiettivo di mortalità al di sotto dei 5 anni previsto dagli SDG (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) e 64 Paesi non raggiungeranno l’obiettivo di mortalità neonatale. Ciò significa che, secondo le stime, 35 milioni di bambini moriranno prima di compiere il quinto anno di età entro il 2030, un bilancio che sarà in gran parte a carico delle famiglie dell’Africa subsahariana e dell’Asia meridionale o dei Paesi a reddito basso e medio basso.