Alla fine del 2023 la Procura europea (l’Eppo) aveva all’attivo 1.927 indagini, di cui 556 solo in Italia, cifra più alta tra i paesi europei, con un danno complessivo stimato per il bilancio dell’Ue di 19,2 miliardi di euro (oltre 6 miliardi in Italia), di cui il 59% (11,5 miliardi di euro, corrispondenti a 339 indagini) legato a gravi frodi transfrontaliere in materia di Iva. 206 indagini attive erano relative ai primi progetti di finanziamento Next Generation Eu, con un danno stimato di oltre 1,8 miliardi di euro; ovvero circa il 15% di tutti i casi di frode di spesa che ha coinvolto fondi Ue gestiti dalla Procura europea durante il periodo di riferimento, ma in termini di danno stimato corrisponde a quasi il 25%. Il procuratore capo europeo Laura Kovesi sostiene che“l’entità delle frodi che ledono gli interessi finanziari dell’Ue, in particolare sul lato delle entrate del bilancio, può essere spiegata solo dal forte coinvolgimento di gravi gruppi di criminalità organizzata.”
Criminalità organizzata
Il numero – secondo il rapporto annuale 2023 – non puòche aumentare, nel contesto dell’attuazione accelerata dei finanziamenti Next Generation Eu. Tanto più che dall’anno scorso è emerso come i gruppi della criminalità organizzata siano coinvolti in questo tipo di attività fraudolente legate ai progetti dei Piani nazionali di ripresa e resilienza. “Nelle nostre indagini – spiega Kovesi – vediamo gruppi della criminalità organizzata finanziare operazioni di frode sull’Iva con denaro ottenuto da altre loro attività criminali. Vediamo gli stessi operatori specializzati riciclare denaro proveniente dalle frodi Iva e da altre attività criminali. La nostra strategia dovrebbe essere quella di paralizzare la capacità finanziaria dei grandi gruppi criminali organizzati”.
Questione di “sicurezza interna”
Nel 2023, l’Eppo ha ricevuto ed elaborato 4.187 segnalazioni di reati, che è il 26% in più rispetto al 2022. Questo aumento è stato trainato principalmente da rapporti di privati (2 494 – 29% in più rispetto al 2022), nonché dalle autorità nazionali (1 562 – 24% in più rispetto al 2022). “Questa evoluzione – si legge nel rapporto – dimostra che il livello di individuazione delle frodi che ledono gli interessi finanziari dell’Ue negli Stati membri partecipanti è ulteriormente migliorato.” L’anno scorso sono state aperte 1.371 indagini, che è del 58% in più rispetto al 2022, corrispondenti a danni stimati in 12,28 miliardi di euro. Nel 2023, con 139 accuse depositate (oltre il 50% in più rispetto al 2022), l’Eppo ha iniziato a giudicare più autori di frodi dell’Uedi fronte ai tribunali nazionali. E i giudici hanno dato ragione alla procura europea decidendo il congelamentodi ordini del valore di 1,5 miliardi di euro, che è oltre quattro volte di più rispetto al 2022. Tuttavia, secondo ultime stime, questi dati sono ancora una minima parte dei “vasti profitti delle reti criminali” che potrebbero superare centinaia di miliardi all’anno. Alla luce di questo, il procuratore capo europeo esorta a considerare che l’attività della procura europea “non è solo una questione di interesse economico elementare, ma è anche una questione di sicurezza interna”.