domenica, 17 Novembre, 2024
Attualità

L’Istat multa i piccoli comuni che non inviano dati. L’Anpci protesta

Molti municipi non sono in gradi di rispondere nei tempi previsti

I comuni che non comunicano all’Istat i dati previsti e richiesti dalla legge rischiano sanzioni amministrative che possono anche essere milionarie; cifre pazzesche e situazioni complicate tanto da mettere in allarme l’Associazione nazionale dei Piccoli (Anpci) comuni italiani che, da tempo, ha un contenzioso aperto con l’istituto di statistica. Ultimamente sono arrivate, come già era accaduto nel 2017, sanzioni fotocopia da 1.032 euro (il doppio del minimo previsto) per omissione di trasmissione di dati. Due giorni fa la presidente dell’Associazione, Franca Biglio, sindaco del comune di Marsaglia, ha scritto a tutti i dirigenti dell’Istat, dal presidente in giù, perché rivedano la contestazione fatta a proposito della rilevazione statistica “sui permessi di costruire” dove, evidentemente, i piccoli comuni non sono stati in grado di rispondere nei tempi e nei modi previsti.

Anpci: le risorse sono scarse

Sostiene Biglio: “l’Anpci si era attivata immediatamente presso gli Uffici Istat e presso le Prefetture al fine di trovare una soluzione che consentisse, da parte di Istat l’annullamento in autotutela del provvedimento e, da parte delle Prefetture, l’archiviazione del procedimento in considerazione, anche, delle scarse risorse comunali e del personale sottodimensionato.” Evidentemente non è stato così e il procedimento non è stato superato. I piccoli comuni ritengono che servano normative “semplificate” e in “deroga” per evitare che centinaia di sindaci siano costretti a segnalare, o magari pagare, multe salate all’Istituto di statistica “per la mancata compilazione delle rilevazioni nonostante le difficoltà in cui si trovano per le tante scadenze”.

Troppi adempimenti “inutili”

“Le sanzioni Istat – ha commentato la presidente Anpci – sono uno sfregio all’impegno profuso dai dipendenti dei piccoli comuni che in questi anni hanno lavorato in situazioni di emergenza a causa del blocco del turn over e dei tagli ai trasferimenti.” L’Ancpci sottolinea che “negli anni addietro” i comuni, soprattutto quelli piccoli, hanno vissuto “in uno stato di costante emergenza dovuta al moltiplicarsi degli adempimenti a fronte di un sottodimensionamento dell’organico. Periodi difficili, non per loro incapacità, ma a causa degli organi centrali dello Stato che per anni non hanno compreso le loro vere ed oggettive: bloccato linearmente il turn over del personale, tagliati i trasferimenti per un importo medio per piccolo comune di circa 224 euro per abitante, emanati più di 60 provvedimenti, trasferito ai piccoli comuni nuove funzioni, competenze e adempimenti per la maggior parte di assoluta inutilità”.

Il paradosso

Paradosso della vicenda? Molti Comuni sostengono di aver ricevuto la multa pur avendo inviato i dati e si ritiene che le contestazioni non siano state inviate a seguito di una verifica, ma semplicemente a campione. In caso di mancato annullamento, molti Comuni hanno annunciato che chiederanno ai rispettivi prefetti la verifica delle condizioni per archiviare il procedimento sulla base della legge 689/1981.

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