Il primo marzo segnerà il 25esimo anniversario dell’entrata in vigore della Convenzione sull’interdizione delle mine anti persona, un traguardo importante che continua a essere oscurato dalla triste realtà di queste armi che continuano a mietere vittime innocenti, in particolare tra i bambini, anche molti anni dopo la fine dei conflitti. Questo è quanto ha ribadito il Papa, ancora leggermente influenzato al termine dell’Udienza Generale del mercoledì (la catechesi è stata letta da Monsignor Ciampanelli). Francesco ha espresso la sua profonda vicinanza alle innumerevoli vittime di queste subdole armi, sottolineando il loro ruolo come testimonianza della drammatica crudeltà delle guerre e del pesante tributo che le popolazioni civili sono costrette a pagare. “A questo proposito – ha spiegato il Santo Padre – ringrazio tutti coloro che offrono il loro contributo per assistere le vittime e bonificare le aree contaminate. Il loro lavoro è una risposta alla chiamata universale ad essere operatori di pace, prendendoci cura dei nostri fratelli e sorelle”.
Basta conflitti
Dunque, ancora il tema della guerra è stato nei pensieri del Papa che ha ribadito l’urgenza di porre fine ai conflitti che continuano a causare sofferenza e distruzione in molte parti del mondo. Ricevendo in udienza i membri del Sinodo dei vescovi della Chiesa Patriarcale di Cilicia degli Armeni, Francesco ha richiamato l’attenzione sulla persistente violenza che affligge molte comunità. Nel suo discorso, il Papa ha fatto eco alla tragedia delle guerre che hanno insanguinato la storia dell’umanità, riflettendo sul fatto che la Prima Guerra Mondiale avrebbe dovuto essere l’ultima, con la creazione della Società delle Nazioni, precursore delle Nazioni Unite, come un baluardo per preservare la pace. Ma le speranze di un mondo libero da conflitti non sono state realizzate, con decenni di guerre e massacri che hanno continuato a segnare la storia contemporanea.
Grido di pace
“Quante volte ho supplicato: ‘Basta’”, ha dichiarato Francesco, esortando tutti a unirsi nel grido della pace affinché possa penetrare nei cuori, anche di coloro che sembrano insensibili alla sofferenza dei più vulnerabili. Il suo appello ha sottolineato l’importanza di una mobilitazione globale per promuovere la pace e la solidarietà, affinché le generazioni future possano vivere in un mondo libero dalla minaccia dei conflitti armati. Il Santo Padre ha poi espresso la sua preoccupazione e compassione per i popoli che continuano a soffrire a causa della guerra, menzionando specificamente l’Ucraina, la Palestina, Israele e altri Paesi colpiti da violenze e conflitti. Ha anche offerto le sue preghiere per le vittime dei recenti attacchi contro luoghi di culto in Burkina Faso e per la popolazione di Haiti, dove la violenza delle bande armate continua a seminare terrore e sofferenza. Da segnalare che il Vescovo di Roma, a bordo di una Fiat 500 L bianca, dopo l’udienza generale tenuta regolarmente in Vaticano, si è recato al Gemelli dell’Isola Tiberina per alcuni accertamenti diagnostici. Poco dopo ha fatto rientro all’interno della sua residenza di Santa Marta.