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In Italia 565mila lavoratori sulle piattaforme digitali

Lo studio dell'Istat
mercoledì, 21 Febbraio 2024
1 minuto di lettura

Il lavoro su piattaforma digitale, una realtà sempre più diffusa nell’economia contemporanea, ha registrato un notevole incremento in Italia nel corso del 2022. Secondo i dati forniti da un’indagine condotta dall’Istat su un campione rappresentativo della popolazione italiana tra i 15 e i 64 anni, ben 565.000 individui hanno dichiarato di aver svolto almeno un’ora di lavoro tramite piattaforma digitale nei dodici mesi precedenti l’intervista. Una nuova forma di lavoro che si è rivelata particolarmente diffusa nella fascia di età compresa tra i 30 e i 44 anni, coinvolgendo prevalentemente uomini rispetto alle donne e persone con un elevato livello di istruzione, tra cui laureati e coloro che hanno conseguito un titolo di studio superiore.

Il lavoro su piattaforma digitale rappresenta l’1,5% della popolazione tra i 16 e i 64 anni residente in Italia, un dato che si colloca al di sotto della media europea, attestandosi al 3,0% nei 17 paesi partecipanti all’indagine.
L’analisi dei dati ha rivelato che circa il 16% di coloro che hanno lavorato tramite piattaforma digitale nei dodici mesi precedenti ha continuato a farlo anche nelle quattro settimane antecedenti l’intervista.

Attività più comuni

Le attività più comuni svolte tramite piattaforma includono la vendita di beni, la consegna di merci, la creazione di contenuti digitali, l’affitto di case o stanze, i servizi informatici, le attività di insegnamento e tutoring, nonché i lavori manuali e di cura. L’impegno orario nel lavoro su piattaforma è generalmente basso, con la maggior parte degli individui che lavorano meno di 20 ore nelle quattro settimane precedenti l’intervista. Per la maggior parte di loro, il reddito derivante da questo tipo di lavoro rappresenta solo una parte modesta del reddito complessivo.

La flessibilità e l’autonomia sono tra i principali vantaggi del lavoro su piattaforma, con la maggior parte dei lavoratori che possono determinare autonomamente il proprio orario di lavoro e il prezzo delle prestazioni offerte.Ma ci sono anche delle conseguenze in caso di rifiuto di prendere in carico un lavoro, che possono variare dalla perdita di incarichi alla disconnessione dalla piattaforma.

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