La situazione degli investimenti in Italia continua a destare preoccupazione, con la necessità di un’accelerazione nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza per scongiurare una stagnazione economica prolungata. Secondo i dati della congiuntura flash di Confindustria relativi a febbraio, la dinamica degli investimenti fissi nel Paese si è praticamente bloccata nel corso del 2023, registrando un calo dello 0,2% nel terzo trimestre rispetto all’anno precedente. Questo rappresenta un brusco rallentamento rispetto ai brillanti ritmi di crescita registrati nei due anni precedenti, nel 2021 e nel 2022. La situazione è particolarmente critica nel settore delle costruzioni, dove gli investimenti sono diminuiti in modo significativo. Tuttavia, preoccupano anche i dati relativi agli investimenti in macchinari e attrezzature, che hanno registrato un calo dello 0,4% nel secondo trimestre e dello 0,9% nel terzo trimestre del 2023. La stagnazione degli investimenti è motivo di grande preoccupazione, poiché gli investimenti rappresentano un elemento chiave per la crescita economica sia nel breve che nel lungo periodo. Senza investimenti adeguati nelle infrastrutture, nelle tecnologie e nelle risorse umane, il Paese rischia di rimanere bloccato in una fase di stagnazione economica, con conseguenze negative sull’occupazione, sul reddito e sul benessere generale della popolazione.
Tutto sul Pnrr
Per invertire questa tendenza e stimolare una ripresa economica sostenibile, è fondamentale accelerare sull’attuazione del Pnrr che, approvato dall’Unione europea nel 2021, prevede ingenti investimenti in una serie di settori chiave, tra cui la transizione verde, la digitalizzazione, l’innovazione e la modernizzazione delle infrastrutture. Tuttavia, finora l’attuazione del Piano è stata lenta e le risorse messe a disposizione non sono state utilizzate pienamente. È quindi urgente adottare misure concrete per sbloccare gli investimenti e garantire che le risorse del Pnrr vengano impiegate in modo efficace ed efficiente. Finora sono stati spesi quasi 41 miliardi di euro su 194,4 di risorse Rrf (21%), di cui solo 13,1 nel 2023. La maggior parte delle spese riguarda misure pre-esistenti e/o incentivi fiscali (Ecobonus, crediti d’imposta transizione 4.0). Nel 2024-26 la spesa sarà su livelli inediti e sfidanti, con il rischio di non riuscire a realizzarla entro i termini: oltre 42 miliardi nel solo 2024. Tuttavia, un segnale incoraggiante viene dai quasi 100 miliardi di risorse già impegnate dai soggetti attuatori del Piano. Positiva la rimodulazione del Pnrr, che focalizza maggiori risorse verso gli investimenti per circa 12 su 14 miliardi (6,3 per transizione 5.0, 2,5 per filiere green e net zero technologies). Positivo anche l’utilizzo di strumenti automatici per velocizzare la spesa e la raggiungibilità dei target. Resta però elevata incertezza sulle fonti di finanziamento sostitutive per le misure fuoriuscite dal Piano, che potrebbero indebolire gli investimenti infrastrutturali. Il provvedimento con le misure necessarie a declinare il Piano rimodulato sarà varato nei prossimi giorni. Molte imprese stanno rinviando investimenti in attesa della definizione delle agevolazioni.