domenica, 22 Dicembre, 2024
Politica

Crediti fiscali: 1.206 mld che lo Stato non potrà incassare. Ridurre il contenzioso facendo pagare parte del dovuto

Debiti di imprese e famiglie. Serve una soluzione. Solo il condono tombale darà una chance di ripresa

Nel corso di uno dei più brevi Consigli europei straordinari di sempre (come lo ha definito il Cancelliere tedesco Olaf Scholz) tenutosi ieri a Bruxelles, è stato confermato con fermezza l’impegno continuo nei confronti dell’Ucraina, sottolineando la necessità di fornire un sostegno integrale su tutti i fronti: politico, finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico. Da Bruxelles anche il via libera del Coreper all’”AI Act.” Votato all’unanimità il nuovo impianto di regole sull’intelligenza artificiale. Ora la proposta dovrà ritornare il 13 febbraio all’esame della Commissione competente dell’Europarlamento (la commissione Inta, Mercato interno e protezione dei consumatori), per poi essere votata dalla plenaria, probabilmente in aprile.

Borrell: guerra minaccia per l’Europa

Sulla guerra russo-ucraina l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell ha detto che “la guerra della Russia contro l’Ucraina è la più grande minaccia per la sicurezza europea. Dobbiamo aumentare il supporto militare nei prossimi mesi a Kiev. Ciò che abbiamo fatto aumentando le munizioni non è stato sufficiente. Dobbiamo fare di più e se non lo facciamo pagheremo un prezzo molto alto”

Periodo 2024-2027

E le sue parole sono state recepite di buon grado dai 27 leader che hanno trovato un accordo circa i 50 miliardi di euro da destinare all’Ucraina, nonostante le minacce dell’Ungheria di porre il veto. Per la precisione, il piano prevede di coprire il fabbisogno dell’Ucraina per il periodo 2024-2027 con 33 miliardi di euro in prestiti e 17 miliardi di euro in sovvenzioni provenienti dal bilancio dell’Unione Europea. Adesso il fondo da 50 miliardi dovrà essere negoziato con il Parlamento europeo, ma ci si attende un’approvazione rapida: il primo incontro è previsto tra due giorni a Strasburgo. “Abbiamo raggiunto un’intesa sul quadro finanziario pluriennale che dimostra la leadership del Consiglio Europeo e dell’Ue” ha quindi ufficializzato il tutto il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel che ha così poi proseguito il suo discorso nel corso di un punto stampa: “Questa decisione invia un messaggio agli ucraini della nostra determinazione a mobilitarci per sostenere il loro futuro e la loro libertà. Di certo non ci lasciamo intimidire dalla Russia che vìola il diritto internazionale”.

Un milione di proiettili

In particolare, si è sottolineata l’importanza di accelerare la consegna di munizioni e missili a Kiev, in linea con l’impegno di fornire un milione di proiettili di artiglieria. Inoltre il Consiglio ha accolto con favore i progressi già compiuti, incoraggiando gli Stati membri a ‘mettere in campo’ tutte le opzioni disponibili per soddisfare le esigenze del Paese invaso dalla Russia. Il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán ha accettato di ritirare il veto sul pacchetto di finanziamenti destinato all’Ucraina dopo aver trattato del tema con Scholz, con il Presidente francese Emmanuel Macron, con il Premier Giorgia Meloni e i capi dell’Ue Ursula von der Leyen e Michel e dopo aver ottenuto due clausole: una discussione annuale sull’utilizzo del fondo e, se necessario, una proposta di revisione del fondo stesso da parte della Commissione europea tra due anni.

Revisione del bilancio

Nel corso dell’incontro i leader dell’Unione europea hanno inoltre concordato una revisione del bilancio comunitario. Nonostante la cifra finale di 64,6 miliardi di euro sia inferiore alla proposta iniziale della Commissione europea di 98,8 miliardi, questa allocazione rimane consistente e rilevante per affrontare diverse sfide, tra cui la gestione delle migrazioni. Dei 9,6 miliardi di euro destinati alla gestione delle migrazioni, 7,6 saranno utilizzati per finanziare l’accoglienza dei rifugiati e il controllo dei flussi nei Paesi extra-europei. Questi Paesi includono la Siria, la Giordania, il Libano, la Turchia e gli Stati del Nord Africa. Nonostante la riduzione rispetto alla proposta iniziale di 15 miliardi della Commissione europea, Meloni si è dichiarata soddisfatta dell’esito.

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