Nonostante alcune lodevoli eccezioni, l’Italia continua ad affrontare gravi ritardi nella riqualificazione edilizia e nei servizi scolastici, evidenziati dal XXIII report ‘Ecosistema Scuola’ di Legambiente, pubblicato in occasione della Giornata Internazionale dell’Educazione. I dati del 2022 presentati nel rapporto rivelano che le scuole italiane, nonostante gli sforzi di alcuni casi virtuosi, soffrono ancora di divari persistenti tra le diverse regioni del Paese. La situazione è particolarmente critica nel Mezzogiorno, dove i ritardi sono più evidenti, ma anche nel Centro Italia, colpito dal sisma del 2016, dove l’obiettivo di mettere in sicurezza le scuole è ancora lontano. Le scuole del Sud, delle Isole e del Centro mostrano una media del 50% di necessità di interventi urgenti, a fronte del 21,2% delle scuole del Nord. In Sicilia e Calabria, una scuola su tre richiede interventi urgenti di manutenzione, mentre nelle città capoluogo del Sud, negli ultimi 5 anni, non è stata costruita alcuna nuova struttura scolastica. Il rapporto sottolinea anche la priorità data a progetti come il Ponte sullo Stretto di Messina nelle regioni meridionali a discapito della salute delle scuole e della promozione della mobilità sostenibile. In Sicilia e Calabria, regioni sismiche, il 65% delle scuole non ha ancora effettuato la verifica di vulnerabilità sismica.
Servizi scolastici
Un altro aspetto preoccupante riguarda i servizi scolastici, con il tempo pieno praticato solo nel 20% delle scuole del Sud e delle Isole, rispetto al 35% nel Centro-Nord. La carenza di palestre e impianti sportivi è evidente nel Sud, dove una scuola su due non ne dispone, e solo il 40% di quelli funzionanti è aperto oltre l’orario scolastico. Il report sottolinea che, nonostante gli stanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), più del 40% degli interventi è bloccato nella fase iniziale di progetto. Le risorse, che dovrebbero rappresentare un’opportunità per migliorare la qualità delle strutture e dei servizi scolastici in tutto il Paese, stentano a tradursi in azioni concrete.
Transizione ecologica
A livello nazionale, nel 2022 gli edifici costruiti secondo i principi di bioedilizia rimangono relegati all1,3% del totale. L’efficientamento energetico, pur affrontato da alcune amministrazioni su un numero consistente di edifici di propria pertinenza, riguarda solo il 12,7 % del totale degli edifici scolastici tra quelli realizzati negli ultimi 5 anni, distribuito in modo piuttosto disomogeneo. Questo a fronte di un dato sconfortante rispetto alla pressione del problema energetico: di tutti gli edifici scolastici, solo il 5,4 % si trova in classe A, mentre ben il 73% in classe E, F e G. Nota positiva riguarda invece l’interesse delle amministrazioni (90%) a realizzare comunità energetiche scolastiche.
Le proposte
Legambiente rivolge le sue proposte al Governo Meloni e al Ministro dell’Istruzione, chiedendo una priorità nella destinazione dei fondi per la messa in sicurezza e l’adeguamento sismico delle scuole nelle zone a rischio sismico. Inoltre, si propone di istituire una struttura di governance per semplificare l’accesso e la gestione dei fondi per l’edilizia scolastica. Claudia Cappelletti, Responsabile nazionale scuola di Legambiente, ha dichiarato: “La transizione ecologica passa anche per l’edilizia scolastica e i relativi servizi, ma oggi questo percorso è fin troppo timido e fatica a decollare come raccontano i dati del nostro Rapporto Ecosistema Scuola”. Il rapporto evidenzia la necessità di accelerare gli investimenti nella sicurezza e nell’efficienza energetica delle scuole, assicurando un uso oculato delle risorse disponibili. Solo così il sistema educativo italiano potrà contribuire in modo significativo alla crescita del paese e alla riduzione delle disuguaglianze nel campo dell’istruzione.