Le entrate erariali del settore giochi, che costituiscono l’ammontare totale dell’imposizione fiscale e del differenziale residuale tra raccolta, aggi e vincite dei giochi che entrano nelle casse pubbliche, sono pari a 11,22 miliardi di euro per il 2022. Il risultato è aumentato del 33,4% rispetto al 2021. Lo certifica il Libro Blu dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, relazione aggiornata. Nel 2022, il settore Giochi conferma il trend positivo già avviato nel 2021. Crescita degli introiti del 22,4% per la raccolta, 20,91% per le vincite, 31,56% per la spesa e 33,40% per l’Erario. La fine delle restrizioni degli anni della pandemia ha rimesso in gioco, è il caso di dirlo, l’intero settore. Le persone sono tornate alle postazioni fisiche e ai consueti distributori. Tra il 2021 e il 2022 il rapporto tra vincite e raccolta è rimasto praticamente stabile, intorno all’85%. Il rapporto tra Erario e Raccolta è invece aumentato dal 7,56% registrato nel 2021 all’8,24% del 2022.
La tassa’ del gioco
In cifre assolute la raccolta delle giocate meno le vincite ottenute dai giocatori fa emergere una spesa in gioco da parte degli italiani di 20,3 miliardi di euro, di molto superiore ai 15,4 miliardi del 2021. Sono 136 miliardi di euro quelli giocati in gratta e vinci, lotto, slot e internet. Di questi 136 miliardi sono tornati in vincite ai giocatori nel 2022 oltre 115,7 miliardi con una crescita del 27% rispetto al 2021. Dunque il Fisco ha incassato 11,2 miliardi contro gli 8,4 miliardi del 2021. Una buona tassa della quale, tra l’altro, nessuno sembra lamentarsi.
Regioni ricche giocano di più
La prima regione per ordine di spesa per giochi è la Lombardia dove in un anno si è messo mano al portafoglio per 3,1 miliardi di euro, rispetto ai 2,3 miliardi del 2021 superando la Campania che è a quota 1,8 miliardi (1,2 nel 2021) e il Lazio a 1,6. Altre sei regioni superano il miliardo di spesa annuale: l’Emilia-Romagna, dove sono stati spesi 1,267 miliardi, il Veneto 1,262 miliardi. Seguono poi Sicilia (1,14) Puglia (1,09), mentre la spesa nel 2022 in Piemonte e Toscana è stata poco superiore a 1 miliardo.
Le slot rendono
Degli 11 e più miliardi incassati dall’Erario, 5,6 miliardi di euro sono arrivati dagli apparecchi da intrattenimento, 3,2 miliardi da giochi numerici e lotterie, 600 milioni dalle scommesse, e altri 730 milioni dal Bingo, giochi di abilità a distanza e giochi di carte a quota fissa e oltre un miliardo da altre voci. Nel 2022 l’agenzia delle Dogane e dei Monopoli è intervenuta anche contro il gioco d’azzardo; ha controllato 22.576 esercizi inibendo 261 siti web privi delle autorizzazioni previste (+32,49% in un anno) con oltre 3.000 sanzioni che hanno portato all’accertamento di 448,72 milioni di euro.
Arriverà la Consulta
Intanto in Parlamento è arrivata la proposta di riforma dei giochi a firma del viceministro Maurizio Leo. Tra l’altro si introduce il principio della “protezione della salute del giocatore” per la prevenzione di disturbi patologici legati al gioco o forme di ludopatia. Si prevede l’istituzione di una Consulta permanente dei giochi pubblici con lo scopo di monitorarne l’andamento. Tra le misure che si dovranno adottare: l’autolimitazione al gioco in termini di tempo, spesa e perdita di denaro, l’introduzione di limitazioni agli importi depositati sul conto di gioco di ciascun giocatore. Tra l’altro il concessionario dovrà depositare, ogni anno, una somma pari allo 0,2% dei suoi ricavi netti in campagne informative o iniziative di comunicazione responsabile stabiliti da una commissione governativa.