venerdì, 15 Novembre, 2024
Lavoro

Assintel: le aziende Ict possono crescere ancora, ma serve liquidità

La pubblica amministrazione è troppo sbilanciata sulle big tech

“È un’ottima notizia il rafforzamento della partnership tra Sace e Unicredit e Intesa SanPaolo per la nuova Garanzia Futuro, con cui si darà un ulteriore impulso alla digitalizzazione e internazionalizzazione delle nostre imprese”. Lo dice in una nota la presidente di Assintel-Confcommercio, Paola Generali, commentando l’operatività del nuovo programma Garanzia Futuro di Sace, che potrà coprire, nella misura del 70%, i finanziamenti erogati dalle due banche alle imprese italiane, incluse le pmi, di importi in linea capitale compresi tra un minimo di 50 mila e un massimo di 50 milioni di euro e con una durata di massimo 20 anni.

I 4 punti chiave

Una delle strategie sollecitate da Assintel, l’associazione delle imprese Ict di Confcommercio, è proprio la promozione di accordi con le banche per anticipare finanziariamente gli investimenti in digitale delle aziende. “Ora che si è smarcato un punto essenziale che avevamo portato all’attenzione del governo – conclude Generali – c’è spazio per lavorare anche sugli altri 4 punti indicati nel nostro Position Paper come strategici per l’innovazione e la crescita dell’intero paese: il sostegno alla ricerca e sviluppo nel Made in Italy digitale, un mercato ICT della Pubblica Amministrazione più equo e non sbilanciato sulle big tech, la creazione di una rete cloud ibrida che valorizzi i fornitori locali, ed infine una riforma del sistema scolastico e universitario che riesca a incentivare la formazione di quelle competenze digitali che le imprese richiedono per restare concorrenziali”.

Settore in crescita

Proprio l’ultimo report di Assintel osserva la crescita digitale in Italia, nonostante inflazione e rallentamento dell’economia: il mercato Ict business, nel 2023, ha toccato quasi 40 miliardi di euro, +4,8% rispetto allo scorso anno. Ma è un settore a due velocità: l’Information Technology galoppa a +5,8% e con una previsione al +8,4% nel 2024, mentre il segmento Telecomunicazioni è stagnante al -0,8%.

Previsioni per il 2024

Le previsioni per il 2024 sono in miglioramento come evidenzia la survey condotta su 1000 imprese e pubbliche amministrazioni. 8 imprese su 10 confermano gli investimenti nel digitale, il 29% li aumenteranno. Ancora l’8,5% è in completo digiuno digitale, a livello nazionale sono circa 130.000 imprese soprattutto di piccole dimensioni. I principali ostacoli alla digitalizzazione si confermano essere la scarsa disponibilità finanziaria (31%) e la mancanza di cultura e competenze digitali (32,4%), sentiti particolarmente nel segmento delle micro e piccole imprese.
A livello macroeconomico, secondo i dati IDC, la crescita del comparto IT è trainata dal Software (+11,8%) e dai Servizi IT (+5,2%), in frenata invece l’Hardware (-1,5%).

Tecnologie emergenti

Entrando nel dettaglio della survey condotto dall’Istituto Ixé, che ha coinvolto 1000 imprese e pubbliche amministrazioni, emerge che le tre tecnologie più presenti sono quelle che riguardano la collaborazione (PC e smartphone) presenti nel 79,1% delle aziende, la connettività (banda ultra larga e wifi) con il 73,3% e la cybersecurity (65,1%). Circa la metà, inoltre, ha già adottato soluzioni per il sito web aziendale, soprattutto l’e-commerce (53,9%) e soluzioni gestionali e di back office (47%). Meno del 10%, invece, investe o sta pianificando di investire nelle tecnologie emergenti, come l’Intelligenza Artificiale (7%) e la Blockchain/NFT (2,8%), sebbene i tassi di crescita a livello macroeconomico di tutte queste restino a due cifre.

Aumenteranno gli investimenti

Parlando di futuro, il 29% delle imprese dichiara che aumenterà gli investimenti in Digitale per il 2024, in miglioramento di 7 punti rispetto al 2023. Si conferma il nettissimo divario tra le grandi imprese, che nella quasi totalità (93,8%) continueranno ad investire in tecnologie potenziando ed ammodernando il set di dotazioni, e le micro imprese (25,8%) e le piccole imprese (38,7%), che evidentemente hanno minori possibilità di investimento. Se entriamo nello specifico delle tecnologie su cui si focalizzeranno maggiormente gli investimenti, si nota che il Commercio si concentrerà sulla gestione dei clienti (17%) e le soluzioni web/ecommerce (14%); l’Industria sulle Infrastrutture IT (11%) e i gestionali (10%); i Servizi su web/ecommerce (13%) e Cloud (11%).

Nord ovest ‘conservativo’

Anche a livello geografico emerge un quadro differenziato: nel 2023 sono le imprese del Nord Est ad essere più propense all’aumento del budget (sono il 25%), seguite da quelle del Sud e Isole (22%), del Centro (21%) ed infine del Nord Ovest (19%). Nel quadro del miglioramento previsto per il 2024, le imprese del Nord Ovest resteranno più conservative, mentre le altre aree del Paese cresceranno di più: prime fra tutte quelle del Centro Italia (36%) seguite a pari merito da quelle del Sud e Isole e del Nord Est (31%).

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