La compagnia cinese Huawei ha smantellato i suoi team di pubbliche relazioni e relazioni governative negli Stati uniti e in Canada. E’ l’ultimo atto di relazioni sempre difficili dell’azienda cinese con gli Usa e i paesi occidentali. Nel 2020 il Dipartimento della Difesa americano, ad esempio, pubblicò un report per il National Defense Authorization Act in cui Huawei venne pubblicamente indicata come connessa all’esercito cinese e in base all’International Emergency Economic Powers Act è stata bannata dal sistema finanziario americano. Ordine esecutivo che venne ampliato nel giugno 2021, quando il l’Amministrazione Biden vietò investimenti americani nei confronti di varie aziende cinesi tra le quale anche Huawei.
Attività di lobby
Ora l’azienda cinese ha licenziato i dipendenti americani che lavoravano da circa un decennio e che sono rimasti sconvolti dalla notizia, ma altri avevano previsto la decisione in arrivo a causa del peggioramento delle relazioni Usa-Cina. Huawei aveva ampliato le sue attività di pubbliche relazioni e relazioni governative in Nord America proprio dopo essere stata inserita per la prima volta nella lista nera del governo degli Stati uniti nel 2020. Più o meno nello stesso periodo, la direttrice finanziaria Meng Wanzhou – figlia del fondatore – era stata arrestata a Vancouver, in Canada, su richiesta degli Usa, che ne chiedevano l’estradizione. Nel 2021, Huawei aveva assunto il lobbista democratico veterano Tony Podesta e altre tre società di lobbying per concentrarsi sulle questioni relative al rilascio di Meng, nonché sul commercio, sulle sanzioni economiche e su altre misure. Ma negli anni successivi le relazioni Usa-Cina sono ulteriormente peggiorate e Huawei è diventata un simbolo dei giganti tecnologici cinesi che attirano l’attenzione dei governi occidentali. Si è parlato anche di un possibile spionaggio sistematico attraverso l’introduzione del 5G.
Huawei punta su altri mercati
Chris Pereira, ex responsabile delle pubbliche relazioni di Huawei e ora fondatore e amministratore delegato del gruppo di consulenza aziendale iMpact, ha dichiarato a Nikkei Asia che il ridimensionamento era previsto e ha aggiunto che Huawei North America aveva due obiettivi principali: il rilascio di Meng e il superamento delle restrizioni Usa. Meng è stata rilasciata ed è tornata in Cina nel 2021, mentre l’altro obiettivo non sembra a portata di mano alla luce delle relazioni tra Pechino e Washington. Peraltro, al momento, Usa e Canada “in realtà non sono importanti” per la struttura delle entrate di Huawei. Sui mercati esteri la compagnie cinese punta più sul Medio Oriente, il Sudest asiatico, il Sudamerica e l’Europa dell’Est.
Vendite a 99 miliardi di dollari
La settimana scorsa la società cinese ha registrato il fatturato più alto degli ultimi tre anni. Le vendite nel 2023 hanno superato i 700 miliardi di yuan (99 miliardi di dollari), in aumento del 9% rispetto al 2022, e la società è ottimista riguardo al 2024. “Dopo anni di duro lavoro, siamo riusciti a superare la tempesta. E ora siamo praticamente di nuovo sulla buona strada”, ha detto il presidente Ken Hu in un messaggio di Capodanno. “La convinzione condivisa ci ha aiutato a rompere l’assedio e ad andare avanti insieme”.