domenica, 17 Novembre, 2024
Politica

Meloni: “Nessun rimpasto, tagli alla spesa giustizia e burocrazia riforme del 2024”

Conferenza stampa fiume del Premier: “Pozzolo? Ho chiesto la sospensione. Anas, Salvini non è chiamato in causa"

“Voglio fare gli auguri di buon anno per un 2024 che sarà molto complesso per tutti, dalle elezioni europee alla presidenza italiana del G7”. È stata una Giorgia Meloni a tutto campo quella di ieri nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine anno, diventata nel frattempo di inizio anno essendo stata posticipata per due volte a causa di alcuni problemi di salute accusati nei giorni scorsi dal Premier: “Ho visto che ci sono state polemiche, non era mio intendimento sottrarmi alle domande, in vita mia non sono mai scappata da nulla”.

Per tre ore, alla Camera, nell’aula dei gruppi parlamentari, il Primo Ministro è stato ‘sottoposto’ a una raffica di domande (45 per la precisione) poste dai giornalisti con l’obiettivo di fare il punto della situazione dopo quasi un anno al governo.

Dal futuro dell’Europa alla finanziaria, dall’immigrazione alle guerre. E poi ancora Rai, riforme costituzionali, economia, mondo del lavoro, intelligenza artificiale. Tanti, tantissimi i temi affrontati dal Primo Ministro che ha anche affrontato le difficoltà interne della maggioranza legate al caso ‘Pozzolo’ o alle commesse Anas. Non sono mancate le critiche alle opposizioni che, a loro volta, hanno ‘ricambiato’ il tutto rispondendo a loro volta. Ma Meloni ha richiamato anche la maggioranza a una massima responsabilità da parte di tutti.

L’incontro con i media è iniziato con le parole del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Bartoli in merito alla decisione della Federazione nazionale della stampa italiana di disertare la conferenza per protesta: “Ci allarma”, le sue parole, “l’approvazione di un emendamento che rischia di far calare il sipario sull’informazione in materia giudiziaria”, la cosiddetta ‘Legge Bavaglio’ per la quale Bartoli “chiede di ripensare a fondo la riforma della diffamazione in discussione al Senato, “una proposta che non disincentiva in maniera seria le liti temerarie e comprime invece il diritto dei cittadini a un’informazione libera”. Meloni ha sùbito sottolineato che questa Legge è “frutto di un emendamento parlamentare che nasce da una iniziativa che non è del governo. Rimane il diritto del giornalista a conoscere gli atti e riportare i fatti, non c’è un bavaglio, abbiamo riportato il perimetro a quanto era previsto prima del 2017 con la riforma Orlando. Questa è una norma di equilibrio tra il diritto di informare e il diritto del cittadino a non ritrovarsi sui giornali con particolari non attinenti al reato”.

Nessuna influenza esterna

Durante la Conferenza, il Presidente del Consiglio ha espresso la sua determinazione a resistere a presunti condizionamenti politici, affermando che preferisce “cento volte andare a casa” piuttosto che subire influenze esterne nelle decisioni del governo. Meloni ha dichiarato che in Italia c’è “qualcuno che pensa di poter dare le carte” e ha evidenziato la sua visione di uno Stato normale, in cui non dovrebbero esserci condizionamenti nelle scelte politiche. Ha affermato di aver osservato tali dinamiche accadere, sottolineando gli attacchi e le pressioni che, secondo lei, mirano a spaventare chi prende decisioni indipendenti.

I casi all’interno del governo

Argomenti molto caldi, i temi legati alle intercettazioni sul caso delle commesse Anas che vede protagonista Tommaso Verdini (fratello di Francesca, fidanzata di Matteo Salvini) e la vicenda dello sparo legato al deputato di Fratelli d’Italia Pozzolo. “Sulla prima questione”, le parole di Meloni, “bisogna attendere il lavoro della magistratura, commentare casomai gli sviluppi. Sicuramente da quello che ho letto le intercettazioni fanno riferimento al precedente governo, Salvini non viene chiamato in causa e quindi non ritengo che debba riferire in aula su questa cosa”. Quindi una stilettata ai dem: “Da quello che so l’unica tessera di partito presa da Tommaso Verdini è quella del Pd, ma nessuno di noi ha detto che il Pd era coinvolto”.

Sul deputato Pozzolo, il Premier ha parlato di un dovere legale e morale da parte di chi dispone di un porto d’armi per un utilizzo “responsabile e serio”. Due doveri ‘sfuggiti’ al rappresentante di Fratelli d’Italia e per questo motivo Meloni lo ha deferito alla commissione di garanzia dei probiviri del Partito “e ho chiesto che nelle more del giudizio venga sospeso da Fdi, che è quello che posso fare sul piano statutario”. Meloni ha poi promesso rigidità sui comportamenti “irresponsabili” della sua classe dirigente anche perché “in FdI non tutti capiscono le responsabilità che abbiamo”.

Le riforme

Tra le priorità del nuovo anno, Meloni ha parlato della riforma della burocrazia e della giustizia: “Sono due cose su cui mettere le mani per fare riforme serie, perché l’Italia non deve essere più fanalino di coda”, rispondendo a una domanda sulla scarsa attrattività del Paese in tema di investimenti. “Nei miei viaggi mi rendo conto che c’è voglia d’Italia, rispetto, attenzione, potenziale. Ma fare le riforme non è facile perché quando si cerca di mettere mano ad alcuni ambiti le opposizioni si fanno sentire, ma se non ha il coraggio di provarci un governo con la maggioranza che vantiamo e la stabilità che ci riconoscono c’è poca speranza di fare di più”.

Altri obiettivi su cui lavorare, la “messa a terra del nuovo Pnrr che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane e un piano di borse di studio per gli studenti meritevoli, oltre che al premierato, con cui manteniamo i poteri del Presidente della Repubblica, perché è giusto così, e si rafforza la stabilità dei governi: non vedo come questo potrebbe ledere le prerogative del Capo dello Stato”.

Europa

Meloni, interpellata sulla possibilità di una sua candidatura alle Europee, ha detto che una decisione non è stata ancora presa: “Per me nulla conta di più che sapere di avere il consenso dei cittadini, quindi tutte le volte che ho avuto l’occasione di misurarmi col consenso dei cittadini l’ho fatto. Anche ora che sono Primo Ministro misurarsi col consenso dei cittadini sarebbe una cosa utile. Non mi convince la tesi di chi dice che candidarsi alle Europee sarebbe una presa in giro nei confronti dei cittadini perché poi ci si dimette e non si va in Europa. Devo capire se una mia candidatura personale toglierebbe tempo alla Presidenza del Consiglio. E poi si tratta di una decisione che sarà presa con gli altri leader del Centrodestra”. Meloni ha poi escluso eventuali candidature di ministri del suo partito, quando ha chiarito di non essere in alcun modo al lavoro per un rimpasto di governo.

Rimanendo in tema europeo, Meloni ha voluto precisare che l’Afd tedesca e il Rassemblement national “sono due partiti che non fanno parte dei Conservatori europei, che è il partito che ho l’onore di presiedere”, aggiungendo che ci sono distanze insormontabili, a partire dal rapporto con la Russia sul quale il Partito di Marine Le Pen “sta facendo un discorso interessante”.

Meccanismo europeo di stabilità

Nel corso dell’incontro con i media, Meloni ha confermato la sua linea contraria riguardo al Mes, “uno strumento che esiste da tempo e che reputo obsoleto. Penso che nella reazione dei mercati dopo la mancata ratifica da parte dell’Italia si legga una consapevolezza di questo. Quindi se vogliamo guardare al bicchiere mezzo pieno forse la mancata ratifica può diventare un’occasione per trasformare questo strumento in qualcosa di più efficace”. Il Premier ha aggiunto di non temere in alcun modo il rischio di isolamento dell’Italia come reazione alla mancata ratifica del Meccanismo europeo di stabilità: “Dovremmo essere più consapevoli del nostro ruolo. Perché’ l’Italia non ha minori diritti di quelli degli altri Paesi. Non ha prerogative diverse. E che delle cose poi non accadano quando le cose arrivano nei parlamenti è sempre successo, come accadde a Chirac con la Costituzione europea, ma nessuno ha mai detto ‘ve la faremo pagare’, e nessuno lo dice oggi”.

Economia italiana

Meloni si è detta poi convinta della decisione di tagliare la spesa pubblica con l’obiettivo di ridurre le tasse: “Le abbiamo già diminuite rinnovando per esempio il cuneo contributivo. Mi sembra precoce parlare della manovra 2024, senza sapere ancora le spese da sostenere. Si potrebbero liberare risorse con il taglio dei tassi di interesse, per questo vogliamo confermare o migliorare alcune misure, ma lo valuteremo in corso degli anni. Preferirei tagliare la spesa pubblica, attraverso un percorso più lineare”.

Immigrazione

Sul tema dei migranti è arrivato il mea culpa del Premier che ha parlato di risultati non soddisfacenti rispetto al lavoro fatto: “So che ci si aspettava di più e sono chiaramente pronta ad assumermene le responsabilità”. Meloni si è detta però fiduciosa per il prossimo futuro, parlando di nuove regole migliori rispetto alle precedenti: “C’è un meccanismo serio che impegna gli altri Paesi, un meccanismo che per noi è più di garanzia. Ma non è una soluzione. Non risolveremo mai il problema se pensiamo solo a come gestire i migranti quando arrivano in Europa. C’è solo un modo per risolvere il problema, lavorare a monte, cosa che riguarda anche il piano Mattei. Ma è un lavoro che non può fare solo l’Italia”.

I conflitti in corso

Meloni nel corso dell’incontro con la stampa ha poi rivendicato la politica estera in merito al sostegno all’Ucraina: “Differentemente da quello che sostiene chi dice che non dovremmo mandare armi a questo Paese, perché così si produce un’escalation del conflitto, io credo che sia l’esatto contrario. L’unica possibilità che in Ucraina c’è di arrivare a una qualsiasi soluzione diplomatica, a un qualsiasi tavolo di trattativa è mantenere equilibrio tra le forze in campo”. Sulla situazione in Medio Oriente: “Abbiamo lavorato dall’inizio per evitare l’escalation di questo conflitto perché questa crisi potrebbe avere conseguenze inimmaginabili, lo abbiamo fatto mantenendo una posizione molto equilibrata e ovviamente condannando gli attacchi terroristici di Hamas, difendendo il diritto di Israele a esistere e a difendersi”.

Familismo

Meloni si è irrigidita in merito all’accusa di ‘familismo’ che viene rivolta a Fratelli d’Italia: “Questa storia comincia a stufarmi. Non accetto che si faccia con me perché mia sorella è militante da trent’anni e lavora a Fdi. Forse la potevo mettere a una partecipata statale, ma non me la sono sentita. Nell’attuale legislatura ci sono almeno due coppie di coniugi entrambi parlamentari e entrambi a sinistra, nel Pd e in Sinistra italiana. Non ho mai sentito un’accusa di familismo e sarebbe stato sbagliato farla perché chi conosce la storia politica di chi milita nella politica sa che la politica diventa tanto altro”.

Critica alla Sinistra

Meloni, rispondendo a una domanda sul post pubblicato nei giorni scorsi dal Consigliere della Corte dei Conti Marcello Degni sulla manovra, ha criticato il silenzio delle opposizioni: “Chiedo alla Sinistra se sia normale che persone nominate dalla Sinistra a incarichi super partes si comportino da militanti politici. Su questo mi aspetto una risposta della Sinistra e di Elly Schlein. Il fatto che un magistrato della Corte dei Conti che spera che l’Italia vada all’esercizio provvisorio per ragioni politiche, con tutte le conseguenze che questo avrebbe sui conti della nazione, oggettivamente un po’ di preoccupazione la mette”. E a proposito della Schlein, Meloni si è detta pronta a un confronto con lei in vista delle elezioni europee: “Credo sia normale, giusto che il Presidente del Consiglio si confronti con il leader dell’opposizione prima della campagna elettorale. Non mi sono mai sottratta, non lo farò stavolta”.

Fiducia per il futuro

Durante l’incontro con i giornalisti, Meloni ha espresso la sua fiducia nella stabilità della coalizione di governo, sottolineando che la maggioranza gode di ottima salute nonostante le sfide e le tensioni interne. Ha specificato che, nonostante le discussioni e le divergenze interne, l’esecutivo è coeso quando si tratta di affrontare i problemi e prendere decisioni importanti. Il Premier ha affrontato apertamente il tema dei presunti condizionamenti da parte di lobbisti e affaristi, affermando che il suo governo non è disposto a cedere a tali influenze. “Con questamaggioranza, lobbisti e affaristi non stanno passando un bel momento, e forse questo non è estraneo agli attacchi che riceviamo”. Ha quindi rimarcato il suo atteggiamento deciso di fronte a presunte interferenze esterne, affermando: “Non sono una persona che si spaventa facilmente, preferisco 100 volte andare a casa che subire condizionamenti. Con me non si indirizzano le scelte, le scelte le prendo io da Presidente del Consiglio, e mi assumo la responsabilità”.

Risposta a Mattarella

In merito alla lettera del Capo dello Stato Sergio Mattarella sul tema del rinnovo delle concessioni degli ambulanti, Meloni ha detto che l’appello del Presidente non rimarrà inascoltato: “Credo che su questo occorrerà valutare nei prossimi giorni, con gli altri partiti di maggioranza e i ministri interessati l’opportunità di ulteriori interventi chiarificatori sulla materia”.

Mondo Rai

Altro tema toccato, quello oramai noto come ‘Telemeloni’. Un argomento, per il Premier, che merita una riflessione: “Per gran parte della mia vita sono stata all’opposizione e durante il governo Draghi l’unica opposizione non era presente nel Cda e non ho sentito parlare di regime. Le accuse di ‘Telemeloni’, da una Sinistra che con il 18% dei consensi esprimeva il 70% delle posizioni in Rai non stanno in piedi, semmai sul servizio pubblico stiamo facendo un riequilibrio rispetto a quegli anni”.

Le reazioni

Chiaramente le tre ore di conferenza sono state ampiamente vivisezionato dall’opposizione che hanno criticato, e non poco, le parole di Meloni. A dire il vero, la Segretaria del Pd Schlein ha anticipato lo stesso Premier, accusato di dover “difendere l’indifendibile, dai disastri della manovra economica che taglia pensioni e sanità all’affossamento del salario minimo, dalla riforma costituzionale che riduce i poteri del Presidente della Repubblica allo smacco di aver accettato a testa bassa un compromesso dannoso sul Patto di Stabilità”. Durissimo il leader di Italia viva Matteo Renzi: “Mai sentite così tante bugie tutte insieme. La Premier dice che lei non ha aumentato le tasse: evidentemente le accise sulla benzina e l’Iva sugli assorbenti si sono aumentate da sole. La Premier dice che non ha mai chiesto le dimissioni degli avversari quando era al governo eppure a me chiedeva le dimissioni una volta al mese: per le banche, Unicef, Tempa Rossa. La Premier dice che poteva mettere sua sorella in una partecipata come fanno gli altri: gli altri chi? Forse il leader Nord Coreano fa così con la sorella. Forse”. Ha parlato di “invettive contro la Sinistra, qualche gossip, una spruzzata di influencer, due battute e molta cronaca” il leader di Azione Carlo Calenda aggiungendo che in pratica nel corso della conferenza non si è parlato di “ciò che è importante: sanità, salari, istruzione, Pnrr, politica industriale”. Ha giocato sull’ironia il Presidente del M5S Giuseppe Conte: “Qual è il colmo per chi si definisce ‘patriota’? Fare la fine di Giorgia Meloni. Come ormai sapete la Presidente del Consiglio si è piegata a Germania e Francia per un accordo sul Patto di stabilità con cui all’Italia saranno imposti tagli e tasse per oltre 12 miliardi l’anno. Oggi finalmente in conferenza stampa non è potuta scappare dalle domande e la risposta è stata la seguente: ‘Sono soddisfatta – a condizioni date – dell’accordo che abbiamo fatto sul Patto di stabilità, chiaramente non è il Patto che avrei voluto io’. E allora perché ha detto sì? Abbiamo un grosso problema a Chigi se il premier è soddisfatto per 12 miliardi di tagli che rischiano di colpire come al solito i diritti, i servizi, la sanità e così via”.

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