Una piattaforma hi-tech isolante e innovativa studiata ad hoc per proteggere dalle vibrazioni provocate dal traffico su rotaia e su gomma, ma anche dalle eventuali scosse di terremoto, d’ora in poi sosterrà il “Sarcofago degli Sposi”, capolavoro dell’arte etrusca conosciuto in tutto il mondo, custodito nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma. A realizzarla e installarla un team di ricercatori di Sapienza Università di Roma, Enea, l’azienda Somma e il Servizio Conservazione del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, nell’ambito del progetto di ricerca Monalisa (Monitoraggio Attivo e Isolamento da vibrazioni e Sismi di oggetti d’Arte), finanziato da Regione Lazio e Ministero dell’Università e Ricerca e al quale partecipa anche Università Roma Tre.
Progetto innovativo
Secondo i realizzatori questo è un “progetto innovativo” a difesa di una delle opere più celebri del mondo antico. Stiamo parlando di un manufatto scoperto nel 1881 in oltre 400 frammenti presso la necropoli della Banditaccia, a Cerveteri (Roma). Realizzato in argilla cotta, ne è nota con certezza soltanto una replica oggi conservata al Museo del Louvre. Gli “Sposi” sono quotidianamente minacciati dalle vibrazioni prodotte dal passaggio di autoveicoli e tram lungo la vicinissima via delle Belle Arti e dalle ulteriori sollecitazioni che provoca la ferrovia Roma-Viterbo, sotterranea in quel tratto. Il direttore del Museo, Valentino Nizzo spiega che “grazie al progetto Monalisa e alle professionalità coinvolte nelle attività sarà garantito un futuro migliore e certamente duraturo alla coppia identificata dall’abbraccio più famoso e iconico dell’arte antica”.
Proteggere i capolavori
Grazie alle infrastrutture e alle tecnologie adottate – tra cui “moto magnificato”, sensori hi-tech, tavole vibranti, banchi di prova di meccanica, modelli matematici e risorse di calcolo – il progetto ha consentito di studiare diversi aspetti innovativi finalizzati alla conservazione dell’opera. “La tecnica dell’isolamento alla base èampiamente esplorata per la protezione delle costruzioni dai terremoti – ha spiegato Luigi Sorrentino, docente della Sapienza – è ancora poco utilizzata nel settore della salvaguardia di oggetti museali, mentre è quasi sconosciuta la sua applicazione contro le vibrazioni verticali provocate dal traffico.” “Inoltre, l’approccio innovativo che abbiamo sviluppato può essere applicato su qualsiasi opera d’arte, divenendo un modello metodologico e tecnologico da adottare per proteggere i capolavori del nostro Paese, semplicemente calibrando le caratteristiche di rigidezza dei dispositivi di isolamento sulla base delle effettive vibrazioni indotte dal traffico e della pericolosità sismica del sito”, evidenzia Paolo Clemente, ingegnere strutturista, già dirigente di ricerca dell’Enea.
Monitoraggio H 24
Una delicata operazione di pesatura dell’intera teca e di una sua lastra di vetro hanno consentito di stimare il peso del Sarcofago senza necessità di toccarlo. Il sistema di monitoraggio registrerà h 24 le vibrazioni e invierà su smartphone messaggi al superamento di soglie di allerta o di allarme. La produzione del sistema di isolamento ha posto molteplici sfide legate alla ridotta massa dell’oggetto, alla necessità di prevedere diversi tipi di molle per le sollecitazioni verticali da traffico e sisma, alle esigenze espositive di non aumentare eccessivamente l’altezza della piattaforma. I test sulla tavola vibrante, in grado di riprodurre sia gli effetti sismici che quelli delle vibrazioni indotte dal traffico, hanno dimostrato che il sistema di isolamento è stato in grado di ridurre significativamente alla base del Sarcofago sia le accelerazioni sismiche sia quelle dal traffico ferro-tranviario che sono caratterizzate da un’importante componente verticale.