martedì, 17 Dicembre, 2024
Attualità

Inviato di Biden in Libano per la tregua. Mar Rosso. Usa affondano navi Houthi. Cameron striglia l’Iran

Il conflitto russo-ucraina. Putin: nessuno ci dividerà. Zelensky: produrremo più armi

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che Israele ha mostrato una “moralità” senza precedenti nell’operazione di terra in corso nella Striscia di Gaza e ha respinto l’accusa del Sudafrica di aver commesso atti di “genocido” nel territorio palestinese. “Continueremo la nostra guerra difensiva, la cui giustizia e moralità non hanno eguali”, ha detto Netanyahu durante una riunione del Gabinetto di guerra a Tel Aviv. Inoltre il premier ha fatto il punto sulla guerra in corso, ha detto che Israele ha eliminato 8 mila terroristi, e ha ribadito che senza il controllo del valico “non otterremmo la demilitarizzazione a cui puntiamo”. “Noi garantiremo che Gaza – ha aggiunto – non rappresenti più una minaccia per Israele”. Netanyahu, poi, ha ribadito che non si dimetterà, indicando che intende rimanere in carica anche dopo la fine dei combattimenti nella Striscia di Gaza. “L’unica cosa da cui mi allontanerò è Hamas” ha detto rispondendo alle domande dei giornalisti durante una conferenza stampa. Sugli ostaggi il premier si è mostrato prudente: “Hamas ha proposto vari tipi di ultimatum che noi non abbiamo accettato”, precisando al contempo che se un accordo sarà possibile, “sarà portato a termine”.  Questo anche in risposta al calo continuo del consenso registrato dai sondaggi e ai tanti che l’altro ieri hanno chiesto le dimissioni durante una manifestazione di piazza.

L’Olp: Tel Aviv  vuole occuparci

Ha risposto a Netanyahu il segretario generale del comitato esecutivo dell’Olp, Hussein a-Sheikh, che ha contrastato l’intenzione del premier israeliano di recuperare il controllo militare sul cosiddetto ’Asse Filadelfia’ (il confine fra Egitto e la Striscia di Gaza) e sul valico di Rafah. “Questa è una prova evidente – ha scritto a-Sheikh – della volontà di ripristinare l’occupazione, di distruggere gli accordi con l’Egitto e di mettere fine a quelli con l’Olp”. A-Sheikh invoca una reazione unita arabo-palestinese. “Si tratta di una guerra di aggressione, e Netanyahu cerca di imporre nuove realtà sul terreno”.

Alta tensione nel mar Rosso

Ieri si è molto alzata anche la tensione nel mar Rosso dove elicotteri della marina americana hanno affondato tre imbarcazioni dei ribelli Houthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran, che avevano attaccato una nave portacontainer. Gli Houthi avevano sparato contro gli elicotteri statunitensi e questi “hanno risposto al fuoco per legittima difesa, affondando tre delle quattro piccole imbarcazioni e uccidendo gli equipaggi”. La quarta imbarcazione è riuscita a fuggire. Prima dello scontro c’era stato un nuovo attacco missilistico a una nave mercantile in transito. Secondo quanto riferito dal Comando Centrale degli Stati Uniti una nave battente bandiera di Singapore è stata attaccata da un missile balistico, provocando la risposta militare delle forze coalizzate. Ieri anche il ministro degli Esteri britannico, David Cameron è intervenuto sull’omologo iraniano, Hossein Amirabdollahian protestando e sottolineando il fatto “che l’Iran condivide la responsabilità di prevenire questi attacchi, dato il suo sostegno di lunga data agli Houthi”.

Aiuti umanitari e bombardamenti

Ieri le forze armate israeliane impegnate nella Striscia di Gaza hanno sospeso temporaneamente le operazioni nella zona della città di Rafah per permettere l’accesso di aiuti umanitari, mentre secondo fonti palestinesi, sessantaquattro persone sono state uccise e 186 ferite negli attacchi israeliani che hanno preso di mira alcune case nel centro di Gaza nelle ultime 24 ore. Almeno 40 palestinesi sono stati uccisi nei bombardamenti notturni, 18 corpi recuperati finora e molti sono ancora sepolti sotto le macerie. L’esercito israeliano, invece, ha riferito di aver ucciso circa una dozzina di combattenti nemici in molteplici combattimenti terrestri, attacchi aerei e con carri armati. Ieri è stato ucciso anche Abdel Fattah Ma’ali; ex braccio destro dell’ingegnere Yihia Ayash (il confezionatore di sofisticati ordigni che causarono numerose vittime israeliane nella Intifada). Ma’ali aveva trascorso lunghi periodi in Siria, Yemen e Sudan perfezionando così le proprie conoscenze militari. Era tornato a Gaza nel 2006 e aveva assunto una posizione di rilievo nelle “Brigate Ezzedin al-Qassam”, il braccio armato di Hamas.

Trattative “complicate”

Sul fronte diplomatico la situazione è ancora “complicata”, ma una delegazione egiziana ha visitato Tel Aviv nel tentativo di raggiungere un accordo. Secondo il quotidiano Al-Araby Al-Jadid, il Cairo sta esplorando la “disponibilità di Israele a ritirarsi completamente dalle aree in cui l’esercito è entrato nella Striscia di Gaza in seguito all’operazione di terra, nel caso in cui fosse raggiunto un accordo globale”. Nel frattempo, una fonte palestinese ha riferito al giornale che “le consultazioni interne tra le fazioni palestinesi continuano per concludere un accordo sullo scambio di prigionieri e un cessate il fuoco”. I mediatori del Qatar avrebbero riferito a Israele che Hamas “è d’accordo in linea di principio” a riprendere i negoziati per il rilascio di altri ostaggi.

La guerra russo-ucraina

Sull’altro fronte, quello russo ucraino, il 2023 si archivia con un attacco pesante alla città russa di Belgorod e il Presidente russo, Putin, che nel discorso di fine anno dice: “non arretreremo mai.” All’attacco ucraino, per immediata risposta, la Russia ha lanciato missili sulla città di Kharkiv e riferito di aver ucciso anche agenti dell’Intelligence; notizia subito smentita dal portavoce dei servizi ucraini, Andrey Yusov: “ennesima sciocchezza.”

Putin: nessuno dividerà la Russia

Putin, che ha scambiato anche gli auguri di Capodanno con il Presidente cinese Xi Jinping, ha sottolineato, tra l’altro, che non esiste alcuna forza che possa dividere la Russia. Poi rivolgendosi direttamente ai soldati ha aggiunto: “siamo orgogliosi di voi, siete eroi, sentite il sostegno di tutto il popolo. Noi decidiamo il destino della Russia, siamo una grande famiglia e garantiremo lo sviluppo.”

Zelensky: produrremo più armi

Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito che il suo Paese “continuerà a lottare per la giustizia” e ha annunciato che nel 2024 – “anno di decisioni globali” – Kiev si sta preparando “a produrre più armi”. “Sono molto grato a tutti i leader che ci stanno aiutando – ha continuato – e che sono stati con noi dal 24 febbraio e che saranno con noi nel 2024”. “È fondamentale”, per Zelensky, “che la Russia non possa vincere questa guerra.” Ieri il portavoce dell’Aeronautica di Kiev, Yurii Ignat ha anche reso noto i dati di un anno di guerra riguardo la guerra dei droni: “oltre 3.800 droni kamikaze sono stati lanciati contro il nostro Paese dal settembre dello scorso anno, quando (i russi) hanno iniziato a utilizzare gli Uav d’attacco – ha detto Ignat -. E le forze di difesa ne hanno distrutti circa 3.000”.

007 uccisi, Kiev smentisce

Il portavoce dell’Intelligence ucraina, Andrey Yusov, ha smentito le dichiarazioni del ministero della Difesa russo secondo cui nel bombardamento su Kharkiv erano stati uccisi “i rappresentanti della Direzione principale dell’intelligence del Ministero della Difesa e delle Forze Armate ucraine che hanno partecipato alla pianificazione e all’esecuzione dell’attacco a Belgorod”. Yusov, in un commento a Ukrainska Pravda, ha detto che si tratta “dell’ennesima sciocchezza del cosiddetto ministero della Difesa dello stato aggressore”.

Odessa sale il numero delle vittime

Il bilancio delle vittime dell’attacco russo contro Odessa è salito a cinque: un uomo di 77  anni è morto in ospedale, ha riferito il governatore Oleh Kiper. La  Russia ha lanciato il suo più grande attacco contro l’Ucraina il 29  dicembre, prendendo di mira diverse regioni ucraine, tra cui Odessa,  con 158 missili e droni. L’ultimo rapporto fa aumentare il bilancio totale delle vittime  dell’attacco del 29 dicembre a 40 persone: 16 a Kiev, 9 a  Zaporizhzhia, 6 a Dnipro, 5 a Odessa, 3 a Kharkiv e 1 a Lviv.

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